brunori Tag Archive

Brunori Sas – Cip!

Written by Recensioni

Un lavoro con cui Dario assolve al compito storico del cantautore: tentare di raccontare il mondo con parole nuove.
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Brunori Sas @ Pin Up, Mosciano Sant’Angelo (TE) | 24.03.2017

Written by Live Report

Dopo la chiusura improvvisa del Container di Grottammare è il Pin Up ad ospitare la data di Brunori Sas per il tour di A Casa Tutto Bene. C’è il tutto esaurito, e il pubblico attende con ansia la performance del cantautore calabrese, che inizia alle 22.30 circa.

(foto di Antonello Campanelli)

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Loris Dalì, nuovo album e video

Written by Senza categoria

Loris Dalì, con il disco Scimpanzè, propone un genere di difficile classificazione. C’è del pop, del folk, del rock, ma anche bossanova e canzoni alla Celentano. Diversi gli artisti citabili a paragone: Mannarino, Brunori, Rino Gaetano, ma sarebbe restrittivo. L’album è stato registrato in presa diretta, con l’obiettivo di cogliere il calore e l’atmosfera giusta per ogni pezzo. Particolare anche la lista dei credits. Loris Dalì per questo lavoro ha infatti utilizzato moltissimi musicisti che hanno suonato dal violino all’udu, dallo scacciapensieri al basso tuba, dal washboard alla fisarmonica. Anche le parti vocali hanno visto avvicendarsi molti amici/cantanti, tra cui Renato Crudo, nuova promessa del musical. Nei cori dell’ultima canzone, che dà tra l’altro il titolo al disco, si avvicendano al microfono amici e parenti (in questo caso tutti rigorosamente non cantanti) donandole un realismo ed una interpretazione davvero sorprendenti. Anche i concerti sono un misto tra musica, cabaret e teatro canzone. Il singolo “Manager”, che fa da apripista a Scimpanzè, racchiude in soli 3 minuti una grande varietà musicale. Come afferma l’autore stesso, “il testo accattivante, la melodia orecchiabile, l’assolo alla Pulp Fiction, il tenore lirico, il coro dei bambini, la recitazione di una telefonata scomoda rendono “Manager” un ascolto che sorprende”. Così anche il video, particolarmente divertente, in cui Loris Dalì presenta una band, un corpo di ballo ed un tenore inaspettatamente interpretati da bambini!

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Codeina

Written by Interviste

Ciao ragazzi. Complimenti per la vostra ultima fatica Allghoi Khorhoi. Partiamo da una domanda banale ma necessaria. Che c’entra il nome di una creatura leggendaria, un enorme verme che vive nel deserto del Gobi con i Codeina e la vostra musica?

Ci piaceva l’idea di un verme, per consuetudine creatura infima, non considerata, disprezzata, che in questa occasione assume una posizione di forza. L’Allghoi Khorhoi è un mostro mitologico che si nasconde in lunghi cunicoli scavati sotto il deserto e attacca l’uomo con scariche elettriche o secernendo acido. Quest’essere è talmente radicato nel folklore di quelle zone che ancora oggi la sua figura è vissuta con grande rispetto mantenendo allo stesso tempo il potere di incutere timore. L’abbiamo interpretato come un simbolo di rivalsa, di ribellione dal basso. Una rivoluzione nascosta e silenziosa, che striscia nelle profondità del terreno ed è pronta a esplodere all’improvviso.

Passiamo a voi. Come nasce una band come la vostra e un album come Allghoi Khorhoi?

I Codeina nascono nel 1998 in uno scantinato di periferia. Da qui passano gli anni accompagnati da tanti cambi di formazione alla ricerca degli elementi più “psico-sociopatici”. I Codeina che vedete oggi suonano insieme da tre anni e, fortunatamente, non si registrano danni a persone o cose. Allghoi Khorhoi non è nient’altro che la naturale evoluzione di Quore. Hidalgo Picaresco, il nostro primo album. Un’“evoluzione” del processo creativo, con un approccio più libero e maturo alla proposta e all’elaborazione del pezzo. Allghoi Khorhoi è la prosecuzione di un’esigenza comune di tradurre in musica disagi e insoddisfazioni quotidiane, da una sfera personale e intima a un’altra più ampia e strutturata, sociale e culturale, che riguarda l’intero nostro paese.

La codeina è un derivato della morfina ma Codeine è anche il nome di un mitico gruppo Slowcore statunitense. A quale di questi due paragoni siete più legati? Conoscevate la band di Stephen Immerwahr al momento di scegliere il nome e c’è qualcosa che vi lega, musicalmente parlando?

Dovendo scegliere a cosa siamo più legati, sicuramente sarebbe il derivato della morfina. Ai tempi non conoscevamo i Codeine e non esiste un legame musicale nonostante sia un gruppo che oggi apprezziamo.

Ascoltando i brani di Allghoi Khorhoi sembrano ritrovarsi diverse chiavi di lettura. C’è qualcosa in particolare che unisce le dodici tracce, sotto l’aspetto delle tematiche trattate più che, ovviamente, sotto quello puramente musicale?

Senza alcun dubbio il nervosismo quotidiano. Ogni singola traccia nasce come un esercizio atto a reprimere, veicolare ed espellere il nervosismo che viviamo quotidianamente in qualcosa che sia legale, lecito e magari anche terapeutico.

La vostra musica rimanda soprattutto al più canonico Alternative Rock in lingua italiana. Gli scomodi paragoni si rifanno a Verdena, Afterhours e Teatro degli Orrori. Quanto c’è di vero in queste similitudini? Quanto sono cercate e quanto sono naturale evoluzione dovuta alla vostra formazione personale?

Afterhours direi forse per i primi dischi, per gli altri due paragoni le fonti “estere” da cui hanno e abbiamo attinto sono prettamente le stesse. Noi non facciamo che suonare ciò che maggiormente ci piace ascoltare.

La scena alternativa (passatemi il termine) italiana si sta spaccando pericolosamente in due tronconi. Da una parte il cosiddetto Indie Pop Cantautorale stile Dente, Luci e Brunori, Lo Stato Sociale e dall’altra chi prova a suonare più Rock, violento, nudo e crudo. Per ora il pubblico sembra apprezzare più i primi ma è veramente una questione di scelte o piuttosto un sapersi “vendere” con più efficacia?

Pensiamo si tratti di scelta della massa: semplicemente il cosiddetto pop cantautorale è parte della storia musicale italiana che tutti conoscono (Battisti, De André, Dalla, De Gregori, Guccini ecc ecc.) mentre non ci vengono in mente gruppi per così dire “violenti nudi e crudi ” che abbiano un seguito di simili proporzioni… Basta chiedersi quale sia ancora oggi il festival musicale più importante in Italia…e la risposta si delinea ancora di più. Poco cambia in ambito “alternativo” perché siamo da terzo mondo in materia di cultura musicale e non solo…

Tornando a questa questione, sembra sempre più raro vedere andare a braccetto la qualità e, conseguentemente, il riconoscimento della critica, con i numeri dati dalle vendite di Cd e merchandising, oltre che di ingressi ai live e chiamate per i concerti. Qual è allora il problema, se esiste un problema?

Pubblicità, interessi, soldi. Una proposta musicale sui mass media è incentrata esclusivamente su questi valori. Incapacità o svogliatezza di giudizio critico dal lato del ricevente.

Dall’ascolto di Allghoi Khorhoi, emerge un lavoro intenso, carico di rabbia eppure non troppo originale nello stile. Quanto conta oggi suonare diversi dagli altri e quanto è utile e importante, in termini di riconoscimento di pubblico e critica, essere diversi in superficie e quindi formalmente o piuttosto nella sostanza?

Credo sia un po’ arduo in questo preciso momento storico avere l’obiettivo, la capacità e la superbia per poter anche solo pensare di fare musica “diversa e originale”. Ci concentriamo più su un lavoro di sostanza.

Recentemente, in occasione del M.E.I., mi è capitato di leggere diverse discussioni circa il ruolo attuale delle etichette. Da una parte chi sosteneva che siano le band a dover fare gran parte del lavoro di “formazione” di una base di fan per rendersi appetibili alle label e dall’altra chi ritiene più opportuno che siano le stesse etichette a fare il lavoro che far crescere le band, in ogni senso. Voi da che parte state? Che rapporto avete con la vostra etichetta?

Noi non abbiamo alcuna etichetta. C’è un po’ di verità in entrambe le affermazioni ma credo che la situazione generale a livello di etichette e fondi sia abbastanza grigia e al limite della sopravvivenza. Per cui fanculo e DIY!

Torniamo al disco, Allghoi Khorhoi. Provate ad essere sinceri. Quali brani sono quelli che più sentite vostri, rappresentativi del vostro stile e del vostro carattere? C’è almeno un pezzo che proprio non vi piace?

Sono tutti lati dello stesso carattere, nessuno escluso. Va bene autodefinirsi “psico-sociopatici” ma non siamo ancora del tutto pazzi da inserire nel disco materiale che non ci piace. Oltretutto non abbiamo imposizioni, pressioni o obblighi contrattuali cui sottostare.

Che rapporto avete con la critica musicale? Su Rockambula avete avuto una sufficienza e parole buone ma tiepide. Ha ancora un valore che vada oltre la mera propaganda, il lavoro del critico/opinionista musicale?

Per il primo album abbiamo contattato direttamente webzine e riviste, ottenendo stranamente un buon riscontro sia in termini di numeri sia oserei dire di critica… per Allghoi Khorhoi siamo solo all’inizio.Tante volte ci può essere mera propaganda dietro al critico. C’è chi si improvvisa critico o chi si trova a recensire qualcosa che detesta o di cui non ha un background conoscitivo. In ogni caso dietro una recensione, positiva o negativa che sia, si capisce subito se chi sta analizzando un disco ha gli strumenti giusti per poterlo fare o meno.

Perché un ipotetico lettore di Rockambula, che si trova davanti a centinaia di consigli e suggerimenti ogni mese, dovrebbe dedicare a voi un’ora della sua vita?

Perché il disco dura 44 minuti e noi gli regaliamo i restanti 16 minuti per fare ciò che più gli piace.

Quando e dove potremo vedervi suonare dal vivo? E che tipo di spettacolo dobbiamo aspettarci?

“Il più grande spettacolo dopo il big bang”. A breve ritorneremo a calcare le scene partendo dalla Brianza e Milano.

Ciao e speriamo di vederci presto.

Grazie, a presto!

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La Band Della Settimana: Albedo

Written by Novità

Albedo significa indipendenza stilistica. Creare se stessi in piena autonomia.

E sono proprio gli Albedo la band della settimana su Rockambula, sono di Milano e hanno appena pubblicato il loro terzo bellissimo disco.

Considerati una promessa per la loro attitudine sincera attaccata a un Rock tradizionale ma mai banale per le liriche sempre più ispirate e cantate in italiano, la band pubblica agli inizi del 2012 A Casa. L’unico video estratto dal disco , “L’Amore è un Livido”, filmato da tre studenti dello Ied di Milano, viene caricato su Rolling Stone.
Hanno girato mezza Italia e condiviso il palco con Giorgio Canali, Moltheni, Zen Circus, Brunori, Gionata Mirai, Sick Tamburo e tanti altri artisti.
Nel 2012 partecipano alla prestigiosa edizione estiva del Miami Festival, insieme ai nomi più importanti della scena indipendente italiana.
Ad aprile 2013 esce il terzo album Lezioni Di Anatomia, edito da Inconsapevole Records e dalla neonata V4V Records.
Un concept originale, affascinante ed allegorico, un lavoro intimo e introspettivo, ma al cui interno ognuno può allo stesso tempo abbracciare un pezzo proprio, una particella di vita rimossa con precisione chirurgica, un frammento di esperienza ricucito sulla pelle per guarire il presente e costruire un futuro migliore.La nostra vita raccontata da chi la vive davvero. Le emozioni, i sentimenti e gli episodi di tutti i giorni visti dalla prospettiva unica e privilegiata degli organi del corpo umano.

 

Potete leggere la nostra recensione e la nostra intervista.
Vi lasciamo al loro ultimo video “Cuore”, buona visione.

 

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BRUNORI SENZA BAFFI?! guarda il video promo..

Written by Senza categoria

Brunori Sas presenta il nuovo tour acustico 2012, che accompagnerà l’uscita della colonna sonora composta per il film “E’ nata una star?” (regia di Lucio Pellegrini, con Luciana Littizzetto e Rocco Papaleo, tratto dal romanzo di Nick Hornby, nelle sale dal 23 Marzo).

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