Calcutta Tag Archive

Un po’ di foto dal Siren Festival 2016

Written by Live Report

In attesa di potervi raccontare tutti i dettagli della splendida terza edizione del Siren Festival di Vasto appena conclusasi, eccovi un po’ di scatti della due giorni musicale più intensa dell’Adriatico.
Enjoy!

(foto di Francesca Santacroce photography | fsantacroce@tiscali.it)

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Torna il TOdays Festival, a Torino dal 26 al 28 agosto 2016

Written by Eventi

L’ultimo week-end di agosto, dal primo pomeriggio a notte inoltrata, Torino passa dall’essere corpo al dare corpo a un crocevia di suoni che si propagano lungo le spine architettoniche e l’archeologia industriale riqualificata della periferia urbana che li contiene, li custodisce, li rimescola, li riverbera e lascia che si diffondano.

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Calcutta, le date del Mainstream Summer Tour

Written by Eventi

Il suo ultimo disco Mainstream ha sparigliato generi, appartenenze e definizioni. Le melodie contagiose delle sue canzoni lo hanno reso un fenomeno irresistibile che ha attirato a sé, grazie ad una scrittura pop che non ha pari in Italia, l’attenzione trasversale di pubblico, stampa e social network. Solo chi ha avuto la possibilità di vederlo in azione durante un concerto ha potuto testare con i propri occhi il magnetismo di questo musicista che è stato una vera e propria bomba deflagrata nel panorama musicale nostrano. Dopo il tour che nei mesi invernali lo ha visto protagonista sui palchi dei live club di tutta la penisola, Calcutta annuncia le date estive, in partenza a fine maggio, che lo vedranno protagonista nelle arene e nei festival italiani.

26 maggio 2016 Prato (FI) B-Side Festival
27 maggio 2016 Milano MI AMI
03 giugno 2016 Marina di Camerota (SA) Meeting del Mare
05 giugno 2016 Ivrea (TO) La Grande Invasione – solo show
14 giugno 2016 Bologna BioParco Biografilm Festival
17 giugno 2016 Vicenza Festambiente
18 giugno 2016 Savignano sul Rubicone (CE) Il Rock è Tratto
19 giugno 2016 Urbino Città del Libro – Teatro Sanzio
24 giugno 2016 Cremona Tanta Robba Festival
25 giugno 2016 Como Wow Music Festival
26 giugno 2016 Finale Emilia (MO) Festa del Ringraziamento
02 luglio 2016 Azzano Decimo (PN) Fiera della Musica 2016
08 luglio 2016 Roma RomaBrucia
09 luglio 2016 Arezzo Mengo Music Fest
13 luglio 2016 Genova Goa-Boa Festival
14 luglio 2016 Lugano Busker Festival – solo show
15 luglio 2016 Lugano Busker Festival
17 luglio 2016 Barolo (CN) Collisioni + Mika
22 luglio 2016 – Siren Festival – Vasto (Ch)
23 luglio 2016 Massarella (FI) Reality Bites Festival
24 luglio 2016 Cassano Magnano (VA) Wodoo Festival
28 luglio 2016 Vialfrè (TO) Apolide Festival
29 luglio 2016 Padova Parco della Musica
05 agosto 2016 Peschiera del Garda (VE) Arilica Wave
09 agosto 2016 Melpignano (LE) YEP! Salento Music Festival
11 agosto 2016 Milazzo (ME) Mish Mash Festival
12 agosto 2016 Lamezia Terme Color Fest
28 agosto 2016 Asolo (TV) AMA Music Festival

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Novità dal Siren Festival | annunciati anche Thurston Moore Group, Calcutta e molti altri

Written by Eventi

Dopo i primi tre nomi annunciati per l’edizione 2016 (Editors, The Notwist, I Cani), il cartellone del Siren Festival di quest’anno si arricchisce della presenza di Thurston Moore Group, Calcutta, Gold Panda, A.R. Kane, Powell, Adam Green e Nosaj Thing.
E la line-up non è ancora completa!

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Biglietti giornalieri disponibili da giovedì 05 maggio
40 euro + d.p. venerdì
40 euro + d.p. sabato
60 euro + d.p abbonamento venerdì e sabato

Prevendite disponibili
www.ticketone.it – call center 892 101
www.vivaticket.it – call center 892.234
www.ticket24ore.it – call center 02 54 271
www.ciaotickets.com – infoline 085 972 0014
info: siren@sirenfest.comwww.sirenfest.com

Thurston Moore, ex leader dei Sonic Youth, torna in Italia accompagnato dalla band reduce dal successo dell’ultimo bellissimo album Best Day, uscito per la Matador Records. Le otto tracce che lo compongono presentano i due volti del songwrting di Moore: da un lato quello più Noise elettrico e dall’altro quello acustico della sua 12 corde.

Calcutta nasce e vive fra Latina e Roma. Dal 2011 suona in lungo e in largo per la penisola, nei locali, negli scantinati e a casa della gente. Canta di gite pontine, amori veri o immaginati e piccole cose che saranno capitate anche a voi.  Nel 2012 incide un disco per Geograph Records che si chiama Forse… e diventa un piccolo culto.
Il 30 Novembre 2015 esce Mainstream,  pubblicato per Bomba Dischi in collaborazione con Pot Pot Records. Il disco, prodotto presso Studio Nero di Roma da Calcutta e Marta Venturini, è stato missato e masterizzato da Andrea Suriani, con la supervisione artistica di Niccolò Contessa, presso Alpha Dept Studio di Bologna.

Fuori luogo ormai ritenerlo una promessa, o un semplice artista emergente: Gold Panda è ormai uno degli artisti elettronici più importanti della sua generazione. Le sue architetture sonore, sospese fra poesia e sperimentazione, fra cassa dritta e derive ritmiche sincopate, sono oggi un marchio di fabbrica inconfondibile. Due album, l’esordio brillante Lucky Shiner del 2010 e poi Half Of Where You Live, datato 2013, in pochissimo tempo hanno portato l’artista inglese nella stessa categoria di artisti quali Four Tet, Caribou o James Holden. Il nuovo album Good Luck And Do Your Best, frutto di 18 mesi di lavoro, è stato pensato in Giappone e registrato a Chelmsford, cittadina dell’Essex dove è cresciuto e dove oggi dopo anni passati in tour in giro per il mondo ha deciso di tornare.

La musica di Powell e della sua etichetta, la Diagonal Records, fondata nel 2011, si ritaglia uno spazio di prim’ordine all’interno dell’universo dei nuovi talenti Dance capaci di creare uno stile preciso. Powell dà infatti vita ad un suono inedito e ben definito che lo rende riconoscibile e originale all’interno di una scena elettronica caratterizzata da suoni convenzionali, omogenei e troppo spesso prevedibili. Come uno dei leader di una nuova guardia di talenti DIY senza paura, Powell scarta e reinterpreta diversissimi stili con un rasoio affilato, quasi hip-hop nella sua capacità di applicare e riapplicare un suono che è conflittuale, vigoroso, propulsivo ed incredibilmente psichedelico.

Nosaj Thing è all’incessante ricerca del nuovo. Il producer di LA, al secolo Jason Chung, dice che chiunque ascolti molta musica sa bene che sensazione di intorpidimento si provi ad ascoltare buona parte della musica prodotta oggi, a causa del riciclo di suoni già sentiti e semplicemente riorganizzati secondo diverse configurazioni geometriche. Proprio questo intorpidimento spinge Nosaj Thing a cercare un universo sonoro nuovo capace di stimolare e di causare emozioni e sensazioni inedite. Ascoltare il suo ultimo Fated per credere.

Le sonorità di Adam Green rimandano ad un filone che va da Leonard Cohen ed arriva sino a Richard Hawley solo che il tutto sembra essere passato per le mani di Jack Black (l’attore di School Of Rock che è un suo fan). Green nasce a New York, e a soli 17 anni esce il suo primo album.  Adam è parte fondante della scena newyorkese anti folk fine anni ’90 e metà dei Moldy Peaches, la band in cui scrive e compone anche Kimya Dawson, con la quale raggiunge il successo globale grazie alla colonna sonora del film vincitore agli Oscar del 2007, Juno.

Gli A.R. Kane sono stati un duo musicale inglese costituito da Alex Ayuli e Rudy Tambala formatosi nella zona di East London nel 1986. Polistrumentisti e compagni d’etichetta (la 4AD, ricordiamolo) dei Cocteau Twins nonché ispiratori e diretti antecedenti di band come My Bloody Valentine e Slowdive, gli A.R. Kane sono i pionieri assoluti del dream pop. Nel 2015 Tambala annuncia il ritorno sulle scene. La nuova line up vede Rudy Tambala e Maggy Tambala accompagnati dal nuovo membro Andy Taylor. Nei live estivi A.R. Kane suoneranno i classici della loro carriera e nuovo materiale che sarà pubblicato nel 2016.

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Recensioni | maggio 2016

Written by Recensioni

Jenny Penny Full – Eos (Dream Pop, Folk, Psych) 7/10
Misurati e cullanti come la migliore delle ninne-nanne. Un’incantevole voce femminile e tappeti sonori che stregano senza mai eccedere, forse peccando, qui e là, di troppa linearità, ma recuperando altrove in piccole fughe eteree, fumose ascensioni improvvise. Prodotto dalla Vaggimal dei C+C=Maxigross, Eos è un debutto sussurrato, ma convincente.

[ ascolta “Far Continents” ]

Echoes of the Moon – Entropy (Doom Metal, Ambient, Post Rock) 4,5/10
Prolisso e noiosetto concentrato di batterie finte, distorsioni acide, urla distanti e cupezza senza fine. Troppo immerso nei cliché per poter sostenere brani da 10 minuti senza evocare sbadigli o prurito al tasto “skip”. Solo per fan del genere, sfegatati al punto da sfiorare il masochismo (ce ne sono).

[ ascolta “Entropy” ]

Foxhound – Camera Obscura (Alt Pop, Funk) 7/10
L’ex quartetto torinese sembra muoversi con più disinvoltura in questo EP, che in cabina di regia ospita Mario Conte (Meg, Colapesce). Rimasti in tre, i Foxhound continuano a muoversi in territori Funk ma si lasciano andare a sperimentazioni analogiche che li rendono soffici e gradevolmente retrò. Ora che la nuova rotta è fissata e funziona attendiamo la prova in long-playing.

[ ascolta “My Oh My” ]

Blackmail Of Murder – Giants’ Inheritance (Metalcore) 6/10
I bresciani, freschi di contratto con la label Indiebox, ci presentano il loro secondo disco: Metalcore indiavolato come da tradizione Killswitch Engage, Caliban e compagnia bella. Il confronto con i mostri sacri del genere regge bene, compresa la ballata “Whisper”, unica variante di un lavoro che ha come punto debole la troppa somiglianza tra i singoli pezzi, risultando, alla fine, impossibile distinguerne uno dall’altro.

[ ascolta “Never Enough” ]

Oaken – King Beast (Dark Ambient, Post Hardcore) 5,5/10
Gli Oaken da Budapest hanno il coraggio di osare, influenzando il Death Metal con una massiccia dose di Dark Ambient e degli inserti Melodic Hardcore. Immaginatevi dei Converge fatti andare a briglia sciolta e calmati con forti scosse elettriche. I brani sono solo quattro ma durano un’eternità, allungati da contaminazioni a profusione. Si salva la voce femminile che impreziosisce “The Hyena” e poco altro.

[ ascolta “The Hyena” ]

Kai Reznik – Scary Sleep Paralysis (Elettronica, Ambient) 4,5/10
Dalla Francia, un’elettronica cupa e retrò che non stupisce per ricerca sonora né per maestria compositiva, tra arpeggiatori ossessivi e synth poco a fuoco. Un poco più interessanti le voci di Sasha Andrès degli Heliogabale su “Post” e “Nails & Crosses”. Se le atmosfere claustrofobiche sono volute, ci sarebbe da lavorare sui suoni per renderle masticabili e non distrarci troppo con gli spigoli grossolani dell’impianto strumentale.
[ ascolta “Post” ]

HUTA – How To Understand Animals (Alternative, Post-Grunge, Shoegaze) 6/10
Un mix saporito di sporcizia echeggiante attitudine Grunge e tappeti sonori e rumoristici da trip oscuro e nervoso. Il trio di Cuneo sforna un album che non delude dal punto di vista strumentale, abbastanza muscolare e ipnotico da convincere nonostante la voce non eccelsa e i suoni a cavalcioni del confine tra frizzone Noise controllato e amalgama poco riuscito, ribelle, fastidioso. Un equilibrio in bilico che mette in luce una qualche potenzialità senza però esplicitarla compiutamente.

[ ascolta “Hone” ]

Guns Love Stories – The Beauty of Irony (Alt Rock) 6/10
Unite il cantante degli Hardcore Superstar ad una qualsiasi band del filone Emocore stile Silverstein o Emery, per fare due nomi a caso, e avrete ben presente come suonano gli svizzeri Guns Love Stories. L’album gode di una produzione ottima che tira a lucido dieci canzoni ad alto tasso di infiammabilità. Eppure, nonostante ciò, il senso di incompiuto è perennemente dietro l’angolo.

[ ascolta “Predigested Hollywood” ]

Xayra – Resilience Blues (Pop) 5,5/10
Se questo disco fosse stato pubblicato più o meno vent’anni fa si sarebbe potuto tranquillamente gridare al miracolo: sarebbe stato un mix perfetto fra Silencers, Smashing Pumpkins, Ellis, Beggs and Howard e il primo Brit Pop. 
Tuttavia la musica negli anni si è evoluta ed è forse giunto il momento per gli Xayra di aggiornarsi e di adeguarsi ai giorni nostri. Certamente un bel lavoro ma fuori tempo massimo.
[ ascolta “Worries+Faults” ]

Filippo Dr Panico – Tu Sei Pazza (Punk, Cantautorato) 6,5/10
Si può descrivere il rapporto di coppia in musica senza mai delineare troppo il confine tra Punk e Cantautorato? Per Filippo Dr Panico è impresa fin troppo facile. Il suo valore lo aveva già dimostrato con il precedente lavoro, ora però ascoltatevi con attenzione “Bravo a Parole” e la title track meditando sui testi, chissà che non vi identifichiate nelle medesime situazioni. Da segnalare inoltre “Ci Vorrebbe Una Notte”, scritta assieme a Calcutta.

[ ascolta “Ogni volta che te ne vai” ]

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10 SONGS A WEEK | la settimana in dieci brani #29.04.2016

Written by Playlist

Inutili (Music for Addicts) || Intervista

Written by Interviste

In occasione dell’uscita del loro nuovo album, Elves, Red Sprites, Blue Jets, ho incontrato Danilo, voce e chitarra della sorprendente band abruzzese Inutili.

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Youth Lagoon

Written by Live Report

Incuriosita dal personaggio, ma soprattutto dalla possibilità di presenziare a una delle date del suo ultimo tour (che è anche il suo primo concerto per me), decido di andare ad assistere al live romano di Youth Lagoon, al secolo Trevor Powers. Giovane talento americano classe 1989, nell’arco di sei anni dall’inizio della sua produzione ci ha regalato tre album, The Year of Hibernation, Wondrous Bughouse e l’ultimo, Savage Hills Ballroom, uscito nel settembre del 2015, spaziando dal Pop sperimentale di qualità (spesso definito Dream Pop, caratterizzato da improvvise e violente irruzione elettroniche che spezzano completamente il mood), alle ballate meravigliosamente intense mai troppo melense.

Quindi si parte, direzione Monk Club, circolo Arci che per chi non lo conoscesse propone senza mai smentirsi uno dei calendari più interessanti, raffinati e di qualità dell’intera capitale, con la presenza di numerosi artisti internazionali. Il pubblico com’era prevedibile non è stato quello delle grandi occasioni, a occhio e croce non si è arrivati ad un centinaio di presenti, ma onestamente quelle per pochi intimi sono le situazioni che preferisco.

Nel caso specifico, i pochi intimi prevedevano anche la presenza di qualche baldo giovane che, in preda ad una evidente crisi d’identità o credendo di essere da qualche altra parte, ballava in perfetto stile Elettro Deep House, senza un vero perché!
Di stranezze se ne sono viste non solo tra il pubblico, ma anche sul palco, e non mi riferisco ad abiti glitterati, make-up eccentrici e sgargianti (che mi aspettavo da un personaggio come Youth Lagon ma che invece non ci sono stati), ma ad improvvisi ed imbarazzanti passi di danza che sembravano impadronirsi di lui come in un raptus, qualcosa a metà strada tra una lezione di cardio-fitness e i risvolti di un voodoo (passatemi l’ironia del paragone per rendere al meglio l’idea).
Per fortuna che a farci dimenticare scene come questa c’era la sua incantevole e cristallina voce che ha rapito tutti, coatti e non… compreso un certo Edoardo Calcutta mimetizzato benissimo tra i fuori sede.

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Calcutta @ Monk Club, Roma | 19.12.2015

Written by Live Report

L’hype mi teneva in pugno: al live di Calcutta di cui tutti parlavano dovevo esserci anch’io.
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Calcutta: prime date del tour per il nuovo album

Written by Senza categoria

Il 30 Novembre 2015 è uscito Mainstream ,il secondo album di Calcutta, pubblicato per Bomba Dischi in collaborazione con Pot Pot Records. Prodotto presso Studio Nero di Roma da Calcutta e Marta Venturini. Missato e masterizzato da Andrea Suriani, con la supervisione artistica di Niccolò Contessa, presso Alpha Dept Studio di Bologna. Qui sotto le prime date confermate per il nuovo tour appena cominciato.

11 dicembre 2015 – Pesaro GRA
12 dicembre 2015 – Montevarchi (AR) Auditorium Comunale
19 dicembre 2015 – Roma Monk
20 dicembre 2015 – Milano Arci Ohibò
26 dicembre 2015 – Guardia Saframondi (BN) Doxapalooza
09 gennaio 2016 – Savignano sul Rubicone (FC) Sidro Club
15 gennaio 2016 – Bologna Covo Club
16 gennaio 2016 – Udine Cas’Aupa
28 gennaio 2016 – Monopoli (BA) Dirockato Winter
29 gennaio 2016 – Terlizzi (BA) MAT Laboratorio Urbano
30 gennaio 2016 – Guagnano (LE) Arci Rubik
19 febbraio 2016 – Napoli Lanificio 25
20 febbraio 2016 – Padova Mame
04 marzo 2016 – Frosinone Affekt Club
10 marzo 2016 – Lugano (CH) Studio Foce
11 marzo 2016 – Brescia Lio Bar
12 marzo 2016 – Carpi (MO) Mattatoio
18 marzo 2016 – Torino Spazio211
19 marzo 2016 – Pavia SpazioMusica
25 marzo 2016 – Benevento Morgana
26 marzo 2016 – Cosenza Ragazzi di Oggi
27 marzo 2016 – Messina Retronouveau

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Miss Chain & The Broken Heels: nuovo singolo e tour

Written by Senza categoria

Esce oggi  Calcutta, il primo video estratto dal disco The Dawn dei Miss Chain & The Broken Heels, realizzato da Ivana Smudja (già regista di Verdena, Il Buio…) e Withstand Studio. Contemporaneamente la band è impegnata in un fitto tour estivo e già si preannuncia la possibilità di un tour negli States, per il prossimo autunno, di cui verrà data presto notizia. Di seguito gli appuntamenti live e la clip.

18/07 – Taverna Bukowski, Marina di Ravenna (RA)
19/07 – (AL)LAGO! Festival, Campobasso
20/07 – Radar Festival, Padova
25/07 – Curtarock 2013, Curtarolo (PD)
26/07 – Poolbar Festival, Feldkirch (A)
27/07 – Sagra di Sant’Anna, Salcedo (VI)
09/08 – Senti che Fiora Festival, Santa Fiora (GR)
14/08 – Arco Summer Festival, Arco (TN)
24/08 – Festa di Radio Onda D’Urto, Brescia
30/08 – Altes Wasserwerk, Lorrach (DE)
31/08 – Garage Craze Festival, Oberhausen (DE)
07/09 – Tendenze Festival, Piacenza
08/09 – ACME Festival, Sarzana

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Calcutta – Forse…

Written by Recensioni

È scientificamente provato che vivere l’esperienza del viaggio nel tempo ha pesanti ripercussioni sul fisico e sulla mente. Io, ad esempio, ne ho vissuta una proprio di recente ed ora mi sento debilitato e fuori forma, faccio fatica a concentrarmi ed a portare a termine qualsiasi semplice azione quotidiana. A parte lo shock di essere catapultato ai giorni della mia adolescenza dove tutto sapeva di brufoli e marmellata, il trauma più grande è stato trovarmi faccia a faccia col me stesso di 20 anni fa che, traslucido di fronte allo stereo, mi ripeteva: “Non farlo, nooo!”. Un evidente caso di paradosso temporale, che avrà pesanti conseguenze sul mio futuro e forse anche sul mio passato. Forse prima di quell’incontro ero un ricco e lardoso figlio di puttana che se ne stava stravaccato sul suo yacht a contare soldi e prendere il sole… Ma veniamo al punto.
È successo che con estrema curiosità ho inserito nel lettore del mio stereo questo Forse… di Calcutta, un giovane cantautore di Latina che si propone forte solo della sua voce e della sua chitarra acustica, e già penso ad una di queste nuove leve dell’indipendenza nostrana tutta barba, occhiali da nerd e melodie esili esili pronte a buttarti nella malinconia e nella depressione. Invece nulla di tutto questo. Parte la prima traccia, Senza Aciugamano, che è da subito molto piacevole e ricorda lievemente i Grant Lee Buffalo per ritmica ed impatto, ma non solo… Il brano si fa ascoltare senza alcun impedimento e prosegue naturalmente fino alla fine, ma è netta una sensazione di deja-vu che ne permea l’esecuzione. Non riesco a capire cosa sia, bisogna andare avanti…
Solo al terzo brano il collegamento è ovvio. Me ne rendo conto quando davanti a me si materializza il poster di Lucio Battisti che mia cugina teneva orgogliosamente sulla parete più grande della sua camera e che ora è proprio qui, davanti a me, evocato dal timbro rauco e distante del nostro Calcutta. Mica roba da poco, direte voi. E no, rispondo io, ma ce ne sarà davvero bisogno? Vado avanti e non mi scoraggio, anche se i miei jeans sono improvvisamente diventati a vita alta. Calcutta si muove bene fra liriche accattivanti e acrobazie semantiche, ti lascia canticchiare ciò che hai appena ascoltato imprimendotelo bene in mente, a volte anche abbandonando strade già tracciate per avventurarsi in interessanti escursioni meno melodiche come in Nicole o nella spiazzante Il tempo che resta sing along, ma l’impressione che resti troppo ancorato al passato è evidente nella maggior parte dei passaggi. Intendiamoci, non che sia un plagio del buon Lucio con tanto di motocicletta e hp, ma questo Forse… ne respira appieno le arie peraltro conosciutissime e si confonde un pochino col già ascoltato. Pregevolissime sono comunque le citazioni (Arbre Magique), simpatico il tormentone dell’amico Enrico (Enrico), trascinante il non-sense (Cane) e interessanti le liriche (Pomezia, dalla quale Flavio Scutti ha tratto anche un video), ma forse non abbastanza per convincere chi ne è incuriosito ad apprezzare in toto il progetto che tuttavia si fa ascoltare ed apprezzare in quanto ad esecuzioni ed idee. Purtroppo la pesante eredità a cui si aggancia e che mi trasporta indietro nel tempo ne sminuisce la preziosità e non ne premia la bellezza anche se, ed è da rimarcare, è di certo un buon disco. È da sottolineare che il nostro si deve essere già cimentato col buon Lucio nazionale e che ne è sicuramente profondo conoscitore nonché artista che ha saputo far suo uno stile piuttosto che limitarsi ad imitare, ma per farsi conoscere ed apprezzare dal pubblico per le sue doti cantautoriali forse dovrebbe discostarsene ancora.
Comunque dal giorno in cui ho ascoltato Forse… comincio a rimpiangere i pantaloni a vita alta: controindicazioni da viaggio nel tempo.

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