Figli della crisi…di nervi, come recita il titolo del loro ultimo lavoro, i Camera d’Ascolto hanno pubblicato un SelfieVideoclip (ufficiale) per il secondo singolo “Dieci Minuti (sotto la pioggia)”. Il video si ispira liberamente ad “R U Mine” degli Arctic Monkeys e ad un episodio de I Simpsons ed è stato girato in poche ore a budget pressoché zero (se escludiamo la benzina) utilizzando unicamente la videocamera interna di un Nokia Lumia 920.
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Camera d’Ascolto: il SelfieVideoclip di “Dieci Minuti (sotto la pioggia)”
Camera D’Ascolto – Figli della Crisi… di Nervi
Dalle ceneri del progetto Never Rock Out nascono i Camera d’Ascolto, quartetto milanese pieno di energia e tante idee. Il nome, così come la copertina del disco, è ispirato alle opere del pittore surrealista Magritte. Se la copertina, che propone una versione vagamente Grunge de la Grande Guerra, non è particolarmente attraente, la scelta del nome è sicuramente più calzante. La camera d’ascolto è infatti, maccheronicamente parlando, il tentativo dell’autore di rendere visibile il suono, o meglio la sua capacità di propagarsi e riempire lo spazio.
Un quadro che chiama in causa il senso dell’udito è una bella sfida e Figli della Crisi…di Nervi è per certi versi un album con parecchie sfide, sperimentazioni e sagaci citazioni a partire da “Orfeo nell’Ade” , dove il mito va in scena attraverso testi ricercati e suoni ben strutturati e incisivi. Passando per il “Matto dell’Imbecille”, che oltre ad essere lo scacco matto più veloce possibile, è un brano ben concepito con il violino che dona carattere e personalità. Senza tralasciare la vivace “Charlie Brown (Operalnero)” con cambi ritmo al limite dell’azzardo. Gli ingredienti, insomma, ci sono tutti e il risultato sono dieci brani giovani e dinamici che spaziano dalle sonorità Punk e Grunge e le distorsioni di “Placebo”, al tormentone spedito e ritmato, che strizza l’occhio ai Green Day e che ti si attacca facilmente all’orecchio “Dieci Minuti (Sotto la Pioggia)”, senza disdegnare la parte melodica e struggente con le ballad “Sofia Scaraltta” e “Laguna”, che mostrano anche delle buone capacità compositive. Se ci aggiungiamo una discreta dose di ironia nei testi e quel giusto pizzico di critica che il Punk richiede, possiamo quasi promuovere il gruppo e augurargli di crescere, perché si sa, la gavetta è lunga ma se la si affronta ben forniti è meglio. Nota di merito per la violinista, senza la quale molti brani non avrebbero lo stesso piglio e esplosività.