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Medulla, tra teatro e poesia

Written by Interviste

I Medulla sono tornati con un nuovissimo disco autoprodotto (ascolta il disco!), un lavoro che oscilla tra realtà e finzione. Dark Rock e poesia, pensieri intimi e riflessioni personali questi i principali ingredienti che compongono il loro ultimo disco Camera Oscura, lavoro  dalle tetre tinte. Per Rockambula abbiamo l’intera band e con grande piacere siamo riusciti a strappargli qualche curiosità.


Salve ragazzi e benvenuti su Rockambula. Perché non cominciamo a presentare la band ai nostri lettori?

Salve a te! Innanzitutto grazie per lo spazio che ci concedete e che già ci avete concesso. Siamo una band milanese nata nel 2008, abbiamo pubblicato un disco nel 2010, Introspettri, ed eccoci qua col secondo in uscita in questi giorni, Camera Oscura.

Camera Oscura è il vostro nuovo disco ma cosa vi ha ispirato per la composizione, di cosa trattate fondamentalmente nei testi?

Ci ispira da sempre ciò che si muove dentro, quel mondo privato e celato in cui le ombre vivono e influenzano i nostri umori, comportamenti, insomma tutto ciò che poi si manifesta al di fuori di noi.

Nella recensione ho letto che vi definite Dark Cabaret/Cantautoriale Disturbato. Cosa volete intendere con queste due definizioni?

Dire che “ci definiamo” è una parola grossa! Cantautoriale Disturbato ci è stato affibbiato da Daniele Grasso, produttore siciliano. Ascoltando i nostri lavori ci ha detto queste due parole, io (Michele) ho subito ribattuto: “Non sono un cantautore”, ma lui mi ha risposto: “Scrivi quel che canti? Sei un cantautore.”. Come ribattere di fronte alla semplicità dei fatti? Per quanto riguarda il Dark Cabaret, invece, è tutto un mondo che viene fuori dal vivo. E’ stata più una definizione presa per cercare di spiegare cosa accade durante un nostro live, perché la domanda: “che genere fate?” è quasi più un incubo che altro. Ultimamente con un amico è saltato fuori anche il “dissociato”, essendo fuori anche dai target dell’Indie (che ormai è un genere più che uno status di indipendenza dalle major)…(ride)!!!!

Da chi o cosa sono influenzati i Medulla?

Le nostre influenze sono disparate, veniamo da 4 mondi diversi e con ascolti totalmente diversi, credo sia abbastanza improbabile riuscire a dire: facciamo questo perché abbiamo ascoltato musica simile nel corso della nostra vita.

A parer vostro quali sono le principali differenze tra Introspettri e Camera Oscura?

Crediamo che la prima cosa che salta all’occhio sia lo spostamento nelle retrovie della chitarra per metter in primo piano la parte di tastiere/synth/piano e il basso. Anche la forma canzone è stata semplificata (rispetto ad Introspettri) per permettere all’ascoltatore di focalizzare sui testi.


Il vostro look mi fa pensare molto al teatro parigino Grand Guignol; non so perché ma vedendovi mi date l’ impressione di quei personaggi tanto rappresentativi del teatro. Cosa dite, mi sono avvicinato a qualcosa che è di vostro interesse?

Michele ha un amore spropositato per il teatro e insieme abbiamo ragionato sulla nostra voglia di cominciare a creare un immaginario che non fosse solo suono ma anche, appunto, immagine. Quest’ultima serve forse ha spostare dal piano del reale tutta la nostra musica.

La Filastrocca è il vostro primo singolo, come mai avete scelto proprio questo brano?

Perché era quello che marcava uno scostamento dai compromessi. La canzone non è certo la più facilmente fruibile all’interno del disco, la filastrocca è tetra e parla della difficoltà del vivere una vita normale mentre dentro qualcosa non funziona come dovrebbe. E’ stata più una sfida con il pensiero. Tanto se cerchiamo di fare i “normali” non ci giochiamo nulla, puntiamo su un pezzo “degenerato”. E puntare su un ritornello che dice “Un ragno sospeso al filo di tela è un uomo che al collo un cappio si lega” è in questa direzione!

Sempre per questo singolo avete girato un video, perché non ci spiegate un po’ come sono andate le cose? Dove è stato girato e chi ha collaborato con voi per la realizzazione?

Dobbiamo ringraziare MelaZStudio e 2s2b Shutterbugs: Diego Alberghini, Giovanni Bottalico, Antonio Alberto Valdameri e “miss Wolf” Serena Borsieri. Hanno curato ogni dettaglio, ci hanno aiutato a realizzare quel che era un susseguirsi di sensazioni date dall’ascolto. Il girato è stato eseguito soprattutto presso l’ex manicomio di Mombello. Siamo legati a quel luogo, si respira molto di quel che raccontiamo nelle nostre canzoni. Anche questo disco mi sembra sia stato un autoprodotto, deduco perciò che siete in cerca di una casa discografica.

Avete avuto qualche proposta da qualche etichetta?

Certo, abbiamo autoprodotto anche questo disco. Al momento siamo colmi di debiti (ride)!!! Sinceramente non abbiamo neanche cercato l’etichetta. Sappiamo d’esser fuori target, e quindi perché andarsi a prendere le porte in faccia gratis quando possiamo pian piano raccogliere consensi dal basso? 

E del tour cosa ci dite, che date avete in programma, dove potremmo sentirvi nei prossimi giorni?

Tasto dolentissimo. Qui, le porte in faccia, ne stiamo prendendo e tante (ride)!! Al momento abbiamo tre date tutte qui a Milano e provincia. Speriamo che col passare del tempo e col passaparola si muova qualcosa.

Ultima domanda: a cosa puntano i Medulla? Quale è il primo traguardo che vorrebbero raggiungere?

Traguardi? Al momento è quello di aver la possibilità di farsi ascoltare, testare, masticare. Non siamo dentro un filone: e allora? Ricordiamo con piacere uno degli ultimi concerti della scorsa estate: il proprietario non ci ha certo accolto nel migliore dei modi ma poi a metà concerto è andato a comprarsi una delle ultime copie del disco e ha insistito per pagarlo. Abbiamo detto tutto.

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Medulla – Camera Oscura

Written by Recensioni

Il secondo disco dei Medulla, band milanese che si autodefinisce Dark Cabaret / Cantautoriale Disturbato, nei primi secondi rischia di farmi una prima impressione bruttina. Il primo brano, “La Bestia”, mi fionda in un mondo di Rock mescolato a tastiere gonfie e batterie energiche come schiaffi, con una voce bassa e lineare che ricorda quella di Francesco Bianconi dei Baustelle. Mi ci vuole un attimo per abituarmi alla costruzione sghemba dei Medulla di Camera Oscura, come quelle deformità architettoniche che sembrano poter crollare al primo alito di vento e invece poi noti che uno schema c’è, uno scheletro forte e resistente, una robustezza che pensavi di aver perso nelle linee storte del disegno generale.  I Medulla stanno in piedi, truccati e cupi nel loro mondo un po’ naif, dove ritmiche a metà tra l’alternativo italiano in salsa Ministri e le mode d’oltremanica sostengono una pasta di chitarre e (soprattutto) synth, pianoforti, con un gusto molto retrò che li fa sembrare fuori dal tempo. Camera Oscura passeggia ignaro sul filo di lama, tra attimi gustosi e interessanti (il ritornello di “La Bestia”, qualcosa in “La Polvere” che ha un riff che ricorda quello de “La Fine di Gaia” di Caparezza, la tranquillità iniziale di “La Tenebra”) e momenti di imbarazzo incosciente (ad esempio, i parlati, vedi proprio in “La Tenebra” o alcuni suoni che, nel migliore dei casi, paiono vecchi e stantii e fuori luogo come il riff iniziale  de “Il Coniglio”), probabilmente causati da un posizionamento a livello di mood che si basa più sul desiderio che sulla sostanza: per fare Dark Cabaret, ossia, per creare un lato teatrale e, in senso lato, atmosferico, che sia credibile, bisogna averne la capacità, e qui siamo alla sufficienza scarsa, niente di più. Magari è nel live che questo profilo riesce a farsi notare maggiormente (anzi, sono sicuro che sia così), ma qui stiamo parlando di un disco, e in Camera Oscura i momenti che si appoggiano su questo lato, purtroppo, sono momenti di piattezza, in un lavoro che comunque tenta di essere denso ed emotivamente intenso (alcuni passaggi de “La Notte”, ad esempio, possono tranquillamente immaginarsi sul palco di quel festival annuale che si tiene in Liguria, il che non è per forza un male). Anche sui testi si potrebbe lavorare di più: per fare qualcosa che si possa assimilare al cantautorato non basta fare dei testi intelligibili (questo è scrivere canzoni, lo fanno tutti). Se davvero si vuole scomodare la già di per sé scomoda e indefinita definizione di cantautorato, la ricerca (sia nella forma che nel contenuto) deve approfondirsi, e qui siamo senza dubbio sommersi, sì, ma vicini alla superficie.

Riassumendo, un disco prodotto bene, suonato altrettanto bene, che nel complesso sta in piedi e che a tratti sa anche essere convincente, ma che poi scade in mille piccoli particolari che sembrano improvvisati, o che vengono preparati con cura in teoria ma traditi dalla pratica. Con più focus e una scrittura più congeniale ai veri punti di forza della band (la voce calda, quando canta, le ritmiche piene, il pianoforte) poteva uscire un disco da gustarsi dall’inizio alla fine. Con Camera Oscura, così concepito, facciamo più fatica.

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MEDULLA – Camera Oscura [STREAMING]

Written by Anteprime

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In anteprima su Rockambula Camera Oscura dei MEDULLA in uscita il 14 Marzo 2014!!
Camera Oscura il secondo disco dei MEDULLA, band milanese formata da Michele Andrea Scalzo, Carlotta Divitini, Marco Piconese, Giuseppe Brambilla. Camera Oscura composto e arrangiato dai MEDULLA, prodotto dalla band e Oliviero “Olly” Riva (Shandon, The Fire) e i cui testi sono stati scritti da Michele Andrea Scalzo (escluso il brano “La Cenere” scritto a due mani con Marco Piconese), è stato registrato al Rocker Studio di Sesto San Giovanni (MI) e mixato da Oliviero “Olly” Riva. Mastering e mixaggio batteria sono stati invece affidati a Maurizio “Icio” Baggio, presso The Hate Studio di Rosà (VI). L’artwork e i disegni sono opera di Marco “Maki” Coti Zelati (Makingart), mentre le foto sono di Serena Bolsieri (2S2B Shutterbugs). Il secondo disco dei MEDULLA contiene 12 brani, con testi curati che tendono al cantautorato ben mescolati ad arrangiamenti rock. Una Camera Oscura con dodici istantanee, che ritraggono il mondo interiore, da sviluppare. La band vuole, con questa opera, creare una sorta di concept album, dove il fil rouge è l’analisi introspettiva personale. L’idea è quella di decifrare quello che accade, quali fatti, quali persone abitano e agitano il nostro immaginario interiore, quello celato a chiunque ci stia accanto. C’è un universo che vive dentro, con persone, azioni, pensieri. Un mondo che vive in modo autonomo e che non racconteremo mai per intero, tanto meno lo vorremmo raccontare e ancor meno saremmo in grado di osservare tutto, per quanto faccia parte di noi. Portarne alla luce una parte e darle un nome, è il tentativo dei MEDULLA.

TRACKLIST
01 – La bestia // 02 – Il limite // 03 – La filastrocca // 04 – La polvere // 05 – Il complice // 06 – Il nulla // 07 – La maschera // 08 – La cenere // 09 – Il dubbio // 10 – La notte // 11 – Il coniglio // 12 – La tenebra

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