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Cadori – Cadori
Sono poche le volte che riesco ad emozionarmi con la musica, o meglio, ultimamente le cose sono andate in netto peggioramento. Mancanza di stimoli, produzioni mega pompate ma che in realtà non sono altro che scarni provini, una brutta copia di quello che poteva essere il cantautorato di una volta. Poi ascolto l’omonimo disco di Cadori e quasi piango, un misto sensazionale d’amore a calibrazione lo-fi. Perché fare il cantautore negli anni dieci è maledettamente difficile, la cattiveria liquida violentemente la passione, e senza cuore difficilmente si scrivono belle canzoni. Giacomo Giunchedi in arte Cadori dimostra di avere un cuore enorme dal quale farsi ispirare per la composizione dei propri brani. In “Cauntri #” respiro subito l’odore della classe, di un disco che fin dalle prime note emana aria fresca ma soprattutto pulita. E chi non ha bisogno di respirare aria pulita? Di aprire le finestre e godersi la naturalezza della vita? Sentori di anni settanta nella successiva “Fuori Cadono Fulmini”, almeno mi sembra di percepire ciò dai riff che accompagnano una sussurrata voce. Vorrei dedicare ad ogni donna amata parte del testo:”Tu invece sei diversa, perché non cadi mai”. Il disco d’esordio di Cadori è senza ombra di dubbio un lavoro grigio nell’animo, un rivolgersi dolcemente ad una lei, la tristezza è capace di regalare forti sensazioni quando si parla d’amore. Ed io percepisco tanto amore in questo lavoro nonostante lievi sperimentazioni elettroniche che non hanno alcun ruolo se non di attualizzare l’opera (“La Brutta Musica”). E non condivido troppo questa scelta, avrei seguito una linea più cantautorale classica, con meno fronzoli strumentali e più sentimento. Cadori prosegue il resto del disco con la stessa naturalezza compositiva dei primi pezzi, un concept che sembra seguire una linea definita tra gli spazi delle sensazioni. Il finale è nelle mani della bellissima “Le Cose”, poco da dire, viene quasi voglia di urlare, di spaccarsi lo stomaco, di essere liberi di amare incondizionatamente. In fondo le condizioni sono soltanto delle regole fatte per essere violate. L’omonimo esordio di Cadori è semplice, attuale nella sua freschezza, inizio già ad amare quest’uomo e la musica che rappresenta. Nel genere è tra le migliori uscite dell’anno.