Captain Beefheart Tag Archive
The Graveltones al Garbage Live Club di Pratola Peligna (AQ)
Continua il tour italiano del duo australiano trapiantato a Londra composto da Jimmy O (guitar/vocals) e Mikey Sorbello (drums). The Graveltones saranno sabato 1 agosto al Garbage Live Club di Pratola Peligna (AQ). La loro musica esplosiva è una miscela di di Heavy Blues e Rock and Roll , dalle influenze che spaziano da Captain Beefheart a John Lee Hooker passando per i Queens Of The Stone Age. Di seguito il loro ultimo videoclip:
Esce per la Black Vagina Records SUPERFREAK! di Belly Hole Freak
Con la magniloquenza e l’eleganza che da sempre contraddistingue la totalità del suo staff, la Black Vagina records rende noto l’ingresso nella grande famiglia capitanata dal presidente Spike – il primo cane meticcio a capo di un’etichetta discografica – di Belly Hole Freak, bluesman influenzato dal delta blues, dal primo swing dixieland con un’attitudine rock’n’roll ispirato da artisti come Howlin Wolf, Captain Beefheart, Robert Johnson, Tom Waits, in occasione dell’uscita su vinile e cd di SUPERFREAK!, prevista proprio per il 20 marzo, con formato digitale e preorder già disponibile su Bandcamp. Accusato in passato di aver ricoperto un ruolo fondante in una trattativa internazionale nell’ambito del contrabbando di orzo e malto per la liberalizzazione del whiskey in quei paesi ancora afflitti dalla terribile piaga del proibizionismo, Belly Hole Freak ha visitato negli ultimi anni numerose taverne che lo hanno ospitato durante le tappe del suo lungo viaggio a scopi umanitari e che sono diventate scenario di imperdibili concerti, durante i tre tour europei tra Italia, Svizzera, Austria, Francia, Belgio, Germania. In questo 2015, il bluesman tornerà on the road con nuove date nei territori sopra citati, partendo da Perugia e Foligno, rispettivamente il 19 e il 20 marzo. L’intento del progetto è quello di usare un linguaggio teatrale mescolato alla musica comunicando attraverso parole “nonsense” spingendo l’ascoltatore a creare il proprio testo o il proprio tema, guidato dall’interpretazione dell’artista e dalla sensazione che prova al momento . “Immagina un mimo che inizia a parlare senza però conoscere alcuna parola, dagli una chitarra, uno stomp, un microfono, pensa ad un vecchio circo degli anni 30 e la sua atmosfera surreale… Potresti aver incontrato Belly Hole Freak che urla e ride tra la folla.”
19/03/2015 – Perugia (ita) – T-Trane
20/03/2015 – Foligno (ita) – Zut – “Superfreak “Release Party !
21/03/2015 – Piacenza (ita) – Sound Bonico
24/03/2015 – Zero branco (ita) – Altroquando
27/03/2015 – Rovereto (ita) – Toma Bar
28/03/2015 – Innsbruck (Austria) – Flat Party !
29/03/2015 – San Gallen (CH) – Rumpeltum
30/03/2015 – winterthur (CH) – Monomontac @ Portier
01/04/2015 – Zurich (CH) – Bar 3000
02/04/2015 – Ins (CH) – Schuxenhaus
03/04/2015 – Lusanne (CH) Porno Diesel
04/04/2015 – Luzern (CH) Bruch Brothers
07/04/2015 – Nancy @ le bon temps
08/04/2015 – Metz (FRA) @ 7(7) Café
09/04/2015 – Reims (FRA) L’excalibur
11/04/2015 – Amiens @ Le mosquito
13/04/2015 – Paris (FRA) bar de sports
14/04/2015 – Maubeuge (FRA) @ La Monkey Factory
15/04/2015 – Caen (FRA) @ café sauvage
17/04/2015 – La luvière (Belgium) – La Taverne du Théâtre
18/04/2015 – Bruxelles (Belgium) – Eno Atelier
22/04/2015 – Leeuwarden (Holland) @ Mukkes
23/04/2015 – Schoonhoven (Holland) @ De Bastille
24/04/2015 – Berlin (Germany) @ Salon Remise
25/04/2015 – Erfurt (Germany)@ Tikolor
27/04/2015 – Vienna (Austria) @ Fluc
29/04/2015 – Basel (CH) @ Roxy Bar
30/04/2015 – Biel (CH) – Café du Commerce
01/05/2015 – Vernier (CH) – Kultur centrum
02/05/2015 – Vevey (CH) @ le bout du monde
03/05/2015 – Basel (CH) @ Grenzwert
Casa – Una Fine Continua
Quando, nel lontano 1998, Filippo Bordignon sviluppò la creatura chiamata laconicamente Casa, probabilmente non vi era ancora una percezione nitida di quella che sarebbe stata la sua evoluzione nel corso degli anni. Molti ne sono passati di lustri e in mezzo ci sono ben cinque lavori, tutti editi per Dischi Obliqui, che vanno da Vita Politica dei Casa, del 2007, fino a quest’ultimo e sesto, il live Una Fine Continua, registrato presso il Lost in Space Studio nell’ottobre del 2013. Non troppo tempo fa io stesso vi raccontai di Crescere un Figlio per Educarne Cento, quella che a oggi è la loro ultima opera in studio e, nell’occasione ebbi modo di illustrarvi non solo i pregi di quel bellissimo disco ma anche il percorso artistico di Bordignon e di tutti gli elementi che si sono mischiati alla storia dei Casa, dimora sempre aperta a collaborazioni e contaminazioni e predisposta a calcare strade lontane dalle normali piazze della musica Rock sperimentale o meno che sia e quindi piuttosto limitrofe all’arte contemporanea. Non servirà a nulla, dunque, insistere sulla natura multiforme, coraggiosa e sperimentale della loro opera, quanto prendere atto della possibilità di riscoprire, nella dimensione live, un’imperfezione che non significa errore, bruttura, malformazione, quanto capacità di costruire qualcosa di sensato, affidandosi a caso, intuito, improvvisazione e capacità di affrontare in maniera liquida l’evolversi e il crescendo delle note. Come afferma lo stesso Bordignon, in tempi in cui anche una qualsiasi cover band va a tempo, andare a tempo non è più necessario.
Una Fine Continua è un live in studio aperto al pubblico ed è anche la prima occasione per la band di Vicenza di far sentire su disco quella che è la struttura dei brani in chiave live. In tutto sono ben quattordici i pezzi i quali toccano tutti gli episodi precedenti, senza far mancare qualche inedito (“Bombieri”, “I Sei Poli di Fascicolazione”, “Dal Caso alla Possibilità”, “Live in Ser.T”, “Peggioramenti”, “Mu”). Se è vero che della collaborazione i Casa hanno sempre tratto elemento di forza, ora il quartetto si scopre, presentandosi nella veste più spoglia possibile, senza rinunciare alla propria anima che si rinnova con l’ingresso di Matteo Scalchi alla chitarra. Se mai avete ascoltato nulla dei quattro folli di Vicenza, questo può essere un buon modo per scoprirli, andare a ritroso e innamorarvi dello stile canoro delirante di Bordignon che usa la lingua italiana in maniera totalmente indisciplinata e delle divagazioni strumentali, che toccano il Blues irriverente (“Blues Morto”), l’Avant Rock di stampo Prog (“Nick Drake”) o semplicemente farneticante e irragionevole come certo Free Jazz (“Whodunit!”), il Songwriting intimo che si trasfigura in deliri degni di Captain Beefheart (“Part-time/Una Razza Inferiore”) e poi L’Alt Rock mai convenzionale (“Beba la Moldava”) e piuttosto oscuro (“No”) o il Pop sgangherato, divertente a tratti (“Madonna con Cilicio”). Degna conclusione con “Volonté Blues”, a metà tra schizofrenia e sarcasmo, sia in quanto a testi sia a musica ma, per chi non conoscesse il brano, ogni parola è superflua senza un intimo ascolto che vi trascinerà in una profonda tragedia umana.
Una Fine Continua è un bel punto e a capo per una formazione straordinaria che non sempre ha riscosso gli apprezzamenti che avrebbe dovuto. Un magnifico modo per testare un suono che su disco è sempre sembrato in gabbia rispetto alle sue potenzialità, un suono che necessita anche dell’errore, intenzionale e non, per potersi espander oltre la percezione dell’uomo comune e raggiungere i lati intimi della nostra coscienza.
Le Superclassifiche di Rockambula: Top Ten anni Sessanta
Anni 60, quanti ricordi. Ad essere sinceri nessuno, perché in quel decennio anche mio padre era, al massimo, solo un adolescente. Eppure ogni cosa che ha riguardato la nostra vita, un disco, un film, un vestito, un pensiero, ha a che vedere con i Sixties. Erano gli anni della guerra fredda di Usa e Urss e di Cuba, del terremoto in Cile, di Martin Luther King e Jurij Gagarin, del muro di Berlino, dell’avvento dei Beatles, dei Rolling Stones e del Papa buono. Gli ultimi anni di Marylin, Malcom X e John Fitzgerald Kennedy. Gli anni di Chruščёv e della minigonna, del Vietnam e della Olivetti, di Mao e del Che, della primavera di Praga e dei Patti di Varsavia, di Reagan e degli hippy, del pacifismo e dell’anarchia felice. Gli anni dei fascisti e dei comunisti, della British Invasion e di Mina, di Kubrick, della Vespa, della 500, di Carosello e di Celentano. Gli anni della contestazione studentesca e dell’uomo sulla luna, gli anni di Woodstock, delle droghe, della psichedelia e gli anni del Rock perché quegli anni sono le fondamenta solide su cui poggia tutta la musica (o quasi) che ascoltate oggi.
A scadenze non prefissate, Rockambula vi proporrà la sua Top Ten di determinate categorie e questa di seguito è proprio la Top Ten stilata dalla redazione in merito agli album più belli, strabilianti, influenti e memorabili usciti nel mondo nei mitici, impareggiabili anni 60. Nei commenti, diteci la vostra Top Ten!
1) The Velvet Underground – The Velvet Underground & Nico
2) Jimy Hendrix – Are You Experienced
3) The Beatles – Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band
4) The Doors – The Doors
5) Led Zeppelin – Led Zeppelin II
6) Pink Floyd – The Piper at the Gates of Dawn
7) Bob Dylan – The Freewheelin’ Bob Dylan
8) Led Zeppelin – Led Zeppelin
9) David Bowie – David Bowie (Space Oddity)
10) The Stooges – The Stooges
Vincono Cale, Reed e Nico con la loro banana gialla disegnata da Andy Warhol ma la presenza di Hendrix e The Stooges in Top Ten la dice lunga su quanto, a noi di Rockambula, piacciano le ruvide e sperimentali distorsioni dei mitici Sixties. Ovviamente non potevano mancare The Beatles, i re del Pop di quegli anni, presenti con uno dei loro capolavori assoluti, Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, mentre la scena Psych Rock, formidabile nei Sessanta, è rappresentata degnamente grazie all’esordio dei Pink Floyd con Syd Barrett ancora in grado di esserne l’anima e l’omonimo The Doors. Chiudono la lista uno dei più grandi cantautori mai esistiti con The Freewheelin’ Bob Dylan, il re del Glam Rock David Bowie e l’unica band capace di piazzare nei primi dieci posti ben due album, ovvero i Led Zeppelin.
Esclusi eccellenti, anche se citati dai nostri redattori, i Beach Boys con Pet Sounds, Frank Zappa, Captain Beefheart e, udite udite, i Rolling Stones.
Ora potete iniziare a urlare le vostre Top Ten!