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Best of 2010’s – Il meglio della musica internazionale dal 2010 al 2019

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“Ma come cazzo fai a lasciare fuori Nick Cave, su!”
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Duracel | Puro Punk made in Italy

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Peter Punk

Written by Interviste

I Peter Punk sono tornati da poco con un nuovo disco dopo una pausa di quasi dieci anni. Il Seme Della Follia è un disco di puro Punk (se volete saperne qualcosa di più trovate la recensione qui su Rockambula, talmente puro da sembrare quasi anacronistico, piacevolmente immaturo. Abbiamo dunque fatto due chiacchiere con la band per capire meglio come si legano insieme queste tre realtà: Punk-Italia-2015.

Ciao a tutti e benvenuti su Rockambula! Dopo un lungo stop, che effetto fa tornare a fare dischi, a rilasciare interviste, a macinare kilometri e fare del gran macello (ne fate ancora tanto e l’ho visto coi miei occhi)? Cosa avete fatto in questi anni? Quando vi siete mancati a vicenda e cosa vi ha spinto a riprendere?

Ciao!!!!E’ una sensazione bellissima!! Noi adoriamo suonare, quindi comporre, creare e soprattutto fare concerti! Ci fa molto piacere che hai notato che ad ogni concerto sputiamo ancora sangue e non ci risparmiamo. Per noi sarebbe impossibile star fermi e non dare il 100%. E dovresti vedere il dopo concerto, un delirio senza fine ahahahh. Abbiamo ricominciato a suonare con i Peter per non buttare nel cesso anni che sono stati tra i migliori della nostra vita, poi tieni presente che tre di noi han suonato , dopo i Peter , per anni nelle Cattive Abitudini. Alla fine abbiamo aggiunto “soltanto” il tassello mancante alla nostra follia.

So benissimo che la scena musicale odierna in Italia non è quella dei gloriosi anni 90. Quali sono i pregi e i difetti di allora e di oggi. Com’è cambiato il modo di fare live secondo voi? Quanto e come i social network influiscono sull’attività di una band come la vostra?

I pregi sono che il pubblico era maggiore e la gente più coesa in una scena. C’era più interesse e la gente sembrava divertirsi di più che oggi. C’era più iniziativa e più amore per la musica. L’unico difetto è che era tanto facile sparare sui gruppi che avevano più successo etichettandoli come dei venduti. Il nostro modo di fare live non è cambiato, come dicevamo prima diamo sempre tutto. In generale, anche ai concerti di gruppi più grossi, si tende ad osservare più che a partecipare. Noi crediamo ai social fino ad un certo punto. Servono per pubblicizzare i concerti soprattutto, però lo stare sul campo è il modo migliore per promuovere il gruppo.

Quali sono secondo voi i gruppi storici del Punk italiano che hanno scritto la nostra storia e quali quelli caduti nel dimenticatoio che avrebbero meritano maggior successo? Esiste ancora una “scena”?

La “scena” esiste sempre, è meno numerosa ma c’è sempre. Ci son davvero tanti gruppi storici che potremo citare, ma limitandoci al nostro tipo di punk è facile dire Punkreas, Derozer, Pornoriviste. Sono i gruppi emblema dei nostri anni. Tra i gruppi che meritavano un successo maggiore potremmo citare i primi Melt, i Paolino e i Senza Sicura. Grandissime band!

I ragazzi di oggi si affacciano alla musica con approcci a noi difficili da comprendere (anche io ho qualche annetto alla spalle) e un genere che indubbiamente genera entusiasmi è il Rap. Come vedere la sua esplosione nel nostro paese? E’ solo una moda o c’è qualcosa di più?

Purtroppo non siamo affatto informati sulla scena rap. Noi non seguiamo la televisione o altro. Forse nella grandi città questo fenomeno è più tangibile, ma qui di certo no. Non siamo dei vecchi dinosauri, ma riconosciamo di non seguire i trend del momento. Noi ascoltiamo sempre e solo punk rock, hard core e metal.

Arriviamo al disco Il Seme Della Follia. E’ sicuramente un disco con pochi cazzi e tanta botta, che contiene comunque pezzi diretti e molto orecchiabili. A mio avviso però non è cambiato molto nel vostro modo di fare musica. Non avete sentito il bisogno di far evolvere il vostro suono e i vostri testi?

Secondo noi invece sia musica che testi si sono evoluti. Non è un disco uguale ai precedenti anche se ovviamente segue il genere. Se per evolvere dobbiamo snaturarci allora mi sa che è dura che lo faremo mai. Il Seme della Follia suona esattamente come devono essere i Peter nel 2015.

In “Ombra Longa Day” parlate di una fiera di paese delle vostre parti, con tanto di dialettismi, quanto sono importanti le vostre origini geografiche nella vostra musica?

Più che una fiera era un proprio evento. Sempre collegandoci al titolo del nostro disco, potremmo definirla follia totale. Forse Oliviero Toscani ha pensato proprio a questa festa quando ha definito tutti i veneti degli ubriaconi ahhaha. Diciamo che il vino ci piace. Noi amiamo la nostra terra, ma come qualsiasi altra persona pensiamo. Come i ragazzi sardi ad esempio. Sono molto legati alla loro Sardegna e fanno bene. Siamo tutti italiani, ma il luogo dove si nasce e si cresce rimane sempre nel cuore. Ogni tanto mettiamo qualche parola tanto per cambiare e per rimarcare che siamo gente cresciuta campagna che rimarrà sempre semplice e schietta.

Ho notato che utilizzare la figura di Diprè nel video di “Trasher” è stata una scelta molto criticata. Come la giustificate e come è avvenuto il contatto con questo ormai popolarissimo personaggio del web?

L’idea di Diprè è nata da Stefano. Siamo tutti affascinati dai suoi personaggi e ci fanno parecchio ridere. Però non comprendiamo come gli stessi riescano a diventare cosi famosi da riempire i locali dove vanno e le band che si fanno il culo invece non riescono ad avvicinarsi al loro livello di popolarità. E’ questo il messaggio che vogliamo trasmettere con il nostro video. Sempre con la nostra solita ironia. Purtroppo molte persone non l’hanno capito, ma alla fine non possiamo farci niente a tal proposito. Lui comunque è stato subito disponibile e gentilissimo. Sa quel che vuole e ha una sua logica.

Cosa prevede il futuro di Peter Punk?

Prevediamo che faremo sempre quello che ci piace di più. Cioè suonare cercando di trasmettere qualcosa a chi ci ascolta. Quando non avremo più nulla da dire allora smetteremo

Grazie mille a tutti! Fate un bel saluto agli amici di Rockambula e in bocca al lupo!

Un saluto a tutti gli amici di Rockambula!!!!Ricordatevi di spargere sempre il seme della follia!!!

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Massimo Volume 09/11/2013

Written by Live Report

Non ricordo neanche più quanti anni sono passati dall’ultima volta che ho visto Clementi con i Massimo Volume dal vivo in un palco d’Abruzzo. Non troppi in realtà. Doveva essere un festival estivo in zona Roseto e con loro c’erano altre band tra cui i mitologici Wave Pictures e i Glasvegas, band allora in ascesa, ora persa in un vuoto neanche troppo inatteso. Adesso che ricordo meglio era il Soundlabs, era proprio Roseto ed era il 2009 e il giorno dopo, su quello stesso palcoscenico, sarebbero saliti José Gonzales, Uzeda, Zu, Wildbirds & Peacedrums e Dente. Quel venerdì però macinammo centinaia di chilometri e birra e gin solo per loro, quella leggendaria band bolognese che ha marchiato a fuoco gli anni 90 di noi giovani, ragazzini disillusi che qualcuno diceva essere il futuro della nazione e che si ritrovano in troppi a sputare sangue dalle orecchie in Call Center moralmente devastanti. Nessun nuovo disco da presentare in quell’occasione ma solo la voglia di rimarcare il mito sul palco del Soundlabs.

Quattro anni dopo sono cambiate tante cose e un ventinovenne con la testa di un ragazzino attaccato ai suoi diciotto anni è diventato un uomo più vecchio, non solo tra le pieghe del volto. Vittoria Burattini (drums), Emidio Clementi (voce, basso), Egle Sommacal (chitarra) e Stefano Pilia (chitarra) oggi hanno sulle spalle un paio di gioielli in più da mostrare. Cattive Abitudini usciva solo l’anno seguente mentre di qualche settimana fa è Aspettando i Barbari. Due album destinati a entrare nell’Olimpo del Rock alternativo italiano, nonostante l’età non solo anagrafica, dei suoi compositori e due album che sul palco del Pin Up mi si sono rivelati in tutta la loro enfatica magnificenza. In fondo mi aspettavo proprio questo. Il concerto non poteva essere un lento scorrere degli anni migliori della band emiliana ma avrebbe avuto l’esigenza di esporre le nuove forme. I due dischi sono stati sviscerati smascherando tutta la loro eccellenza in chiave live e accentuando anche delle differenze strutturali con il capolavoro del 1995, Lungo i Bordi, impareggiabile in quanto a tensione emotiva ma assolutamente affiancabile alle nuove cose come forza, brutalità, prepotenza.

Proprio l’energia è stata la protagonista assoluta del palco, toccando l’apice in un brano che su disco aveva lasciato non poco scetticismo, “Vic Chesnutt”. Questa vitalità toglierà un po’ di spazio agli atteggiamenti più intimi, quasi sacrali e meditativi che contraddistinguono le canzoni del periodo post Demo e quando Clementi e Sommacal provano ad affogarci in una marea di note che rischia di trascinarci in una dimensione psichica parallela, il momento è demolito da una tizia ubriaca che grida “du palle”. Clementi, col suo sguardo spiritato, la cerca ma non la trova, nonostante fosse a venti centimetri da lei e non so se in fondo sia stato meglio cosi. La tipa non riesce a fare altro che bere, urlare quando tutti stanno zitti, chiamare Sommacal per nome molestandolo palesemente e blaterare con due signore un po’ in là con gli anni che non hanno fatto altro che ballare come fossero a un live di Vasco (avete presente quel movimento destra/sinistra di corpo e testa, generalmente accompagnato da un accendino? A loro mancava solo quest’ultimo ma in compenso avevano dei cellulari sempre pronti per scattare foto. Che cavolo dovranno farci con una quantità simile di foto in pessima risoluzione è un mistero).

Regalano due bis e riesco a godermene uno un po’ in disparte dalla folla, malauguratamente mai uguale a come la vorresti tu, in queste occasioni. I Massimo Volume passano con disarmante disinvoltura (poche sbavature degne di nota) dai brani del nuovo album a quelli di Cattive Abitudini (splendide “Coney Island”, “Le Nostre Ore Contate”, “Litio” e “Fausto”), fino a scivolare nel passato di Club Privé (“Altri Nomi”) e Da Qui (“Senza un Posto Dove Dormire” e “Sotto il Cielo”) per esaltarsi e farci godere con i pezzi di Lungo i Bordi (“Fuoco Fatuo” e “Il Primo Dio” da pelle d’oca). Un concerto lunghissimo, che ha davvero accontentato tutti, dai fan dell’ultima ora fino ai vecchi affezionati, con una sola imperfezione evidente in uno stacco splendidamente ripreso da Clementi in veste di direttore d’orchestra. Chi si aspettava un concerto nel quale ritrovarsi assorti sarà rimasto deluso perché sembrano finiti i tempi delle illusioni e del sogno, lasciando spazio alla veemenza chiusa tutta negli occhi spiritati di un Clementi in forma smagliante, nel sudore di Burattini, nelle dita di Sommacal e nelle pulsioni viscerali di Pilia. I Massimo Volume non invecchiano mai, al massimo diventano più grandi.

P.s. in apertura ai Massimo Volume, il pubblico del Pin Up, locale che anno dopo anno si conferma come il migliore del centro Italia per le esibizioni dal vivo (ora anche con una più adeguata resa sonora) ha potuto godere l’esibizione dei marchigiani Dadamatto di Senigallia, formazione giovanissima ma con, all’attivo, già tre album. La loro è una proposta variegata e che suscita diverse contrastanti emozioni e diversi giudizi di gusto. Certo è che i tre ci sanno fare sul palco, per niente intimoriti dal pubblico solitamente poco elegante e generoso con i gruppi spalla, né dal peso della fama di chi li avrebbe seguiti. Forse qualche eccesso teatrale di troppo ma niente da dire in quanto a presenza scenica. Quello che non è piaciuto molto è il cantato, che talvolta ha rasentato dei picchi d’imperfezione (non di quella volutamente lo-fi, sia chiaro) preoccupanti e la composizione dei brani, che arrancavano ora in un cantautorato in stile Brunori Sas, ora in un Noise Rock che ricordava i fasti di un Godano nineties, ora in passaggi strumentali di difficile comprensione, altri in un Post Rock quasi imitante i bolognesi con i quali avrebbero a breve condiviso il palco.

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Partito il tour dei Massimo Volume.

Written by Senza categoria

Chi di noi non ha ascoltato ossessivamente l’ultimo lavoro dei Massimo Volume, Aspettando i Barbari? Quello che resta ora è un grande album che, come sempre accade quando di mezzo ci sono Emidio Clementi e soci, divide tra chi è deluso perchè l’album è troppo simile ai precedenti, chi gli preferisce Cattive Abitudini di tre anni fa, chi non riesce ad andare oltre il capolavoro Lungo i Bordi, chi non li ha mai sopportati, con i loro Spoken Word e il linguaggio non proprio popolare, chi li ama, qualunque cosa facciano e chi riesce semplicemente ad apprezzare un disco di pregevole fattura.

Dopo aver ascoltato su disco le traccie di Aspettando i Barbari, però, è necessario andarsi a pescare qualche data live per gustare la resa delle dieci canzoni e magari fare un raffronto con quelli che sono i loro grandi classici. L’occasione buona è già sul piatto perchè la band bolognese è da poco partita in un tour che è iniziato al Bronson di Ravenna, nella notte di Halloween, e si chiuderà all’Estragon di Bologna il 14 dicembre. In mezzo tante date che vi toglieranno ogni scusa. Noi di Rockambula andremo certamente a vederli sabato 9 novembre al Pin Up di Mosciano (TE). Voi dove andrete?

31 ott 2013 RAVENNA – Bronson – Via Cella 50
02 nov 2013 LIVORNO – The Cage – Via del Vecchio Lazzaretto 20
08 nov 2013 RONCADE (TV) – New Age Club – Via Tintoretto 14
09 nov 2013 MOSCIANO SANT’ANGELO (TE) – Pin Up – Via Francia 12
15 nov 2013 BRESCIA – Latteria Artigianale Molloy – Via Marziale Ducos 2b
16 nov 2013 FIRENZE – Auditorium Flog – Via Mercati 24b
21 nov 2013 ROMA – Black Out – Via Casilina 713
22 nov 2013 NAPOLI – Casa della Musica “Federico I” (Teatro Palapartenope) –
Via Barbagallo 115
23 nov 2013 CONVERSANO (BA) – Casa delle Arti – Via Jaia 14
29 nov 2013 MODENA – Vibra – Via IV Novembre 40a
30 nov 2013 VERONA – Interzona – Via Scuderlando 4
05 dic 2013 SEGRATE (MI) – Magnolia – Via Circonvallazione Idroscalo 41
13 dic 2013 TORINO – Hiroshima Mon Amour – Via Bossoli 83
14 dic 2013 BOLOGNA – Estragon – Via Stalingrado 83

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Massimo Volume: nuovo disco e tour

Written by Senza categoria

Uscirà a breve il nuovo disco dei Massimo Volume, previsto per ottobre 2013. Aspettando i Barbari è stato annunciato come un disco diverso dal precedente Cattive Abitudini, più elettronico e meno analogico. Nell’attesa dell’annuncio ufficiale della pubblicazione dell’album e delle date del tour, è già possibile acquistare i biglietti per il live del 21 novembre al Blackout di Roma.

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