Esordio col botto per i Lorø, trio strumentale del padovano che ha studiato la materia e propone un ottimo disco privo di titolo in cui si miscela con potenza, gusto e inventiva tutto un insieme di stilemi rumorosi e psichedelici (in senso lato): batterie pestatissime, Elettronica Minimale, droni gonfi e chitarre granulose. Nove brani che spaziano dal sapore metallo di “Clown’s Love Ritual” ai sapori vagamente Jazz di “High Five”, fino alle alture di vuoto Post Rock spaziale e rumorista della chiusura di “A Trick Named God” o della sperimentale “ø”. Con un mix più organico dei vari elementi e con magari un immaginario più approfondito e definito si sarebbe potuto gridare al capolavoro. Rimane un disco che vale tutti i 48 minuti e rotti dell’ascolto: diverte, sorprende, appaga. Da provare, soprattutto se vi entusiasma il genere.