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Nuovo video per i Clamidia: Spazi Pubblici per Scambisti
“Spazi Pubblici per Scambisti” è il nuovo video dei Clamidia, formazione sanmarinese-romagnola dedita ad un indie-rock d’autore intenso e fortemente letterario che ha pubblicato lo scorso novembre il secondo disco Al Mattino Torni Sempre Indietro (Cup of Tea), prodotto da Umberto Palazzo.
Il video è stato realizzato allo studio 15>19 di Rimini da Roberto Ballestracci che ha curato il soggetto, mentre la regia è di Alberto Romanotto e la fotografia di Andrea Valentini.
“Spazi pubblici per scambisti” mescola diverse suggestioni cinematografiche e ambientali, mettendo al centro il tema della solitudine, esposta in spazi vuoti, appena abbandonati, che con lo scorrere delle immagini s’intuiscono essere i luoghi (macchina in un parcheggio, discoteca, corridoio e stanza di un albergo) di una serata di scambismo.
A queste immagini si alternano i frame veloci di flashback che sono ricordi di ciò che è stato e dei suoi protagonisti. Esseri umani che, come nel porno amatoriale, non vengono mai mostrati in volto.
Nessuno è appagato, poiché cioè che sembrava affascinante al pensiero risulta ora desolante nella realtà di stanze vuote, là dove tutto è lucido e tagliente. Rimangono solo ricordi e immagini da voler al più presto dimenticare.
Clamidia – Al Mattino Torni Sempre Indietro [STREAMING]
Secondo lavoro per la band sanmarinese-romagnola prodotto da Umberto Palazzo. Rock d’autore, tensioni elettriche, liriche di grande intensità e tanta catarsi. “La croce si tiene ben stretta si allargano le braccia / a volte qualcuno è caduto / per il troppo peso”. Sono queste alcune delle prime parole del nuovo disco dei Clamidia intitolato Al Mattino Torni Sempre Indietro, lavoro originariamente pubblicato nel novembre 2014 ma mai veramente promosso e oggi riproposto da Macramè su etichetta Cup of Tea. Prodotta da Umberto Palazzo (Santo Niente), la seconda uscita della band di stanza fra San Marino e la Romagna arriva a cinque anni dal precedente La Prima Guerra Cinese dell’Oppio e si presenta nella sua forza e nella sua urgente nudità per quello che è: un disco di rock d’autore, elettricamente teso e gravido d’intensità letteraria, là dove a contare sono le vite cardiache delle persone che diventano canzoni, amplificatori a cui votarsi e parole da dire e urlare perché non si può fare altrimenti.