Da oggi, venerdì 28 novembre, è online su iTunes e sulle principali piattaforme digitali il brano “Campo 38”, nuovo singolo de Le Strade, la giovane band di Bologna che, dopo aver conquistato le attenzioni di pubblico e critica con l’Ep d’esordio In Fuga Verso il Confine e il successivo singolo “Come un Laser”, rilascia ora un nuovo inedito che rappresenta un ulteriore passo in avanti nel processo di maturazione artistica di una fra le più interessanti nuove band del panorama Pop-Rock italiano. “Campo 38”, che gode della produzione artistica di Marco Bertoni (Confusional Quartet), è una canzone potente, diretta e dal forte impatto espressivo ed evocativo. Un grido di denuncia contro ogni forma di prigionia, una minaccia tanto terribile quanto ormai vissuta come data, scontata, persino… normale. Un fenomeno complesso, esclusivamente umano, per certi versi profondo e radicato, che non si manifesta solo nella forma di reclusione fisica, ma che spesso e volentieri si amplifica e si confonde con quella psicologica. Il brano vuole raccontare cosa significhi non soltanto l’isolamento fisico, ma anche l’anonimato, l’alienazione, l’inesistenza mentale della condizione del prigioniero e la perdita di ogni forma d’identità e di coscienza.
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Le Strade, nuovo singolo disponibile su iTunes
Confusional Quartet, esce il video di “Manifest’o”.
E’ uscito “Manifest’o” il secondo singolo e video estratto dall’album dei Confusional Quartet dal titolo Confusional Quartet Play Demetrio Stratos. Dal nastro dell’ultima performance registrata da Demetrio Stratos, la band ha tratto un discorso che l’artista rivolge al pubblico. Nelle sue parole è racchiuso molto di quello che può essere definito lo spirito della ricerca artistica degli anni ’60. Gli ultimi rivoli della beat generation. Dice Demetrio Stratos al pubblico: “Volete che io spieghi il mio lavoro? Preferirei di no, perchè ognuno di voi abbia la libertà di fare la propria esperienza sonora…”. Allora l’artista, davanti ad una platea gremita e attenta, composta da gente seduta per terra all’interno di una grande chiesa sconsacrata (il teatro San Leonardo di Bologna) mostrava la sua opera, senza sottotitoli o spiegazioni. Anzi, si augurava la libertà di interpretazione dell’ascoltatore nella esperienza spettacolare soggettiva.