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Corrado Meraviglia – L’Occasione

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Nel suo piccolo potrebbe essere un maestro di seduzione, magari anche odiarlo o amarlo come un protetto dei chiaroscuro della vita, fatto sta che il cantautore ligure Corrado Meraviglia – con la carica dei suoi buoni sentimenti agri e di una quasi aliena soavità – arriva o meglio ritorna a ritagliarsi quella icona di appartenenza alla nuova trafila di cantautori che hanno le indubbie capacità di “incredibilizzare” limpidezze crude, e lui lo fa, anche con i convincimenti delle combinazioni buone.

L’Occasione è il secondo lavoro discografico, registrato tra Londra e Roma, finanziato a metà su Musicraiser ed uscito per La Fame Dischi, ed è un’espressione stilistica di pregio, sconnessa come una strada di campagna ed un rumore chiuso nell’intimità, undici tracce non esistenzialiste ma che guardano all’esistenza, alle proprie orme calpestate e alla quotidianità a volte piatta altre spigolosa, un disco avvolgente e persino organico nelle sue incursioni strane quanto vere; tra pop.e rock adeguato, con il piglio di un Rino Gaetano roco e naftaline Zampaglionesche “Scatole, l’artista Meraviglia torna a graffiare delicatamente ottime pagine di musica, senza sviare nulla che non si possa recepire, brani e arrangiamenti per un talento grezzo che preannuncia una lungimiranza tra il nuovo che avanza (musicalmente parlando), nonché per il momento dove possiamo anche aggiungere un rincuorante brillantino underground

Con la sua personalità rabbugliata e agro-dolce, il disco prende la forma di un disco diverso dagli altri, come una colonna sonora per tramonti estivi occupati a tirare somme e linee vitali su amori passati, trascurati, vissuti e sopportati, una lavorazione d’intimità solitaria che è quasi spleen casareccio, anche sfigato e se tendiamo l’orecchio sul gocciolìo a cadenza di una tastiera depressa  “Sam (Unmade in Hk)”, sulla spennata shoegazer di un animo all’ingù “Le Mie Manie”, nella ripresa con  boccate d’aria istintive, chiarificatrici e field  “Possibilità” o dietro il caracollare grattato e con l’anima confessionale della stupenda “ Folkpop”, il fascino color carta-paglia di tutto l’insieme colpisce lasciando segni e pensieri fitti come la cupezza immaginifica del basso che spacca in due il cuore in “Trasparente”.

Corrado Meraviglia, ancora una volta all’altezza della gran classe.
http://youtu.be/cow_ONZk2Lo

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Corrado Meraviglia – Parlo sempre con le persone sbagliate

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Se tra le sconfinate proposte di nuovi cantautori dovessimo  evidenziare solamente quelli davvero degni di nota per i loro effetti speciali, si parlerebbe mediamente di tre, quattro o al massimo cinque dischi l’anno; eppure sono centinaia gli altri diamanti grezzi che potrebbero essere osannati da critica e pubblico se “strappati” dal sottobosco e messi in luce, nudi e crudi,  come si dovrebbe, cantautori che si rifanno alla vecchia scuola dell’intimità esistenzialista, di quel magma di spore poetiche  trasversali che hanno un loro vitale e indipendente respiro. Tanto per essere nel discorso eccone uno di quei diamanti grezzi, si chiama Corrado Meraviglia, ligure di Savona e “Parlo sempre con le persone sbagliate” è il suo disco, il suo personale mantra cantautorale che scava come acqua un evidente  smania di amplificare la storia delle sue storie, con semplicità e senza quei camuffamenti last minute che giocano l’astuzia ed il vuoto a rendere; dunque tracce che – dopo un rapido giro d’assaggio – scorrono canaglie e si fermano, a turnazione, dentro, rimangono in circolo e danno la scossa al pensiero, storie intime e urbane, amori e rapporti andati, constatazioni che non sgomitano, ma che vanno al sodo, trasmettono e questo è tutto, non cercano di mantenere quella freschezza finta degli esordi gloriosi, sono oneste e stupende.

Scovato ed intelligentemente catturato per il rooster della label La Fame Dischi, l’artista Meraviglia con questi registrati sorprende sinceramente, undici tracce belle, sono pochi rimasti a lavorare così, con questo taglio solitario, schietto, riflessivo senza prendere la scorciatoia della routine e dell’imitazione, pochi davvero; prettamente in solitaria, acustico e bisbigliato – salvando piccole esplosioni elettriche “Un nuovo inverno” e soffusi stati allucinati “Graffi” – il disco è spudoratamente affiatato con il looner che si porta addosso, livido del colore dei ricordi appannati “01:00 am”, il non ritrovare nella mente i punti focali di un passato “Quattro anni a Roma” o l’intarsio d’arpeggi che in “La tua vita” fa il sangue amaro come dentro un cinematismo brullo ma pieno di cose inespresse che vengono sputate fuori come in una confessione definitiva; Corrado Meraviglia – e già il cognome è un buon presagio – è uno di quei nuovi poeti che morde la vita ma dalla parte dell’anima, come un Drake o un nostrano Zampaglione, e se questo è solo il “primo disco”, chissà quello che verrà poi, è un’allerta per  tutti,  aspettiamo ancora bellezza & Meraviglia ad intasare i nostri ascolti, a riempire i nostri spudorati sentori.

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