I brasiliani The Sorry Shop (provenienti da Rio Grande, una modesta cittadina situata nell’estremo lembo meridionale dello stato carioca), dopo la pubblicazione del full lenght Bloody, Fuzzy, Cozy (2012), tornano nuovamente in scena con Mnemonic Syncretism (2013), album interamente concepito e realizzato tra le mura domestiche del polistrumentista Régis Garcia, affiancato nelle recording sessions da Rafael Rechia, Kelvin Tomaz (chitarre: rispettivamente traccia 3/8), Marcos Alaniz e Mônica Reguffe (voci). Ponderata autarchia tecnico/produttiva, concettualmente in linea con la manifesta attitudine Lo-Fi del progetto: un sound rigorosamente nineties, influenzato dai più disparati (sotto)generi musicali quali Shoegaze, Noise, Ambient, Space/Post Rock.
Ogni qualvolta mi accinga ad analizzare, produrre o supervisionare un album di tal fattura, indugio puntualmente nella stupefazione constatando quanto abbia influito su di esso il sempre attuale ed avanguardistico Wall Of Sound (1962/1963) di Harvey Philip “Phil” Spector (probabilmente uno dei più influenti record producer che il panorama discografico ricordi). Una muraglia sonora travolgente e complessa generata dalle imponenti chitarre di Régis, costantemente danzanti nel punto focale della scena, indubbia lezione di raffinata filosofia “spectoriana”, ed evidenziate con estrema accuratezza da un seguipersone in perenne staticità, a tal punto da relegare in periferiche zone d’ombra le differenti componenti contestuali (vedi, ad esempio, l’incisiva opening track “Star Rising” e brani di intensa peculiarità come “Rooftops of Any Town”, “A Place to Bury Strangers” e “Know Me Right”). Vera e propria disintegrazione armonica su cui si innestano (timidamente) partiture vocali eteree e sognanti, quasi sfuggenti ed indistinguibili, mai particolarmente enfatizzate rispetto alla poderosa riverberazione dell’impianto chitarristico, indiscusso e primigenio fulcro vitale di un progetto non esente da oggettive imperfezioni (un paio di Db su basso e batteria non avrebbero di certo guastato), ma pur sempre onesto, sincero e godibile. Da tener d’occhio.