Forse quattro brani sono troppo pochi per giudicare questo lavoro…
Purtroppo però mi trovo di fronte a un lavoro che assomiglia più a un demo che a un ep che dovrebbe essere anche venduto attraverso le piattaforme digitali…
Gli mp3, si sa, a volte limitano anche i suoni delle canzoni e può darsi che sia anche questo il caso dei Dafne Bloom.
Tuttavia ascoltandoli un po’ di amaro in bocca rimane…
Le qualità nel gruppo ci sono tutte, gli arrangiamenti sono anche strutturati abbastanza bene…
Il brano “Ginger sad” ne è un esempio col suo tappeto sonoro di tastiere sovrapposto a batterie ben ritmate e a un cantato che ricorda molto da vicino quello di Brandon Flowers dei The Killers.
“I come from tekno” ha un inizio Krafterkiano ma poi si tuffa in una elettronica alla Nine inch Nails.
Forse però, un po’ più di chitarre e una mano di basso elettrico avrebbero giovato davvero molto al brano.
I “testi” pure risultano un po’ confusionari ma la cosa è evidentemente voluta, quindi almeno in questo il gruppo è ampiamente giustificato.
“Baccanalis” invece ha un inizio molto ritmato in cui si innesta una chitarra abbastanza incisiva (almeno qui) e un cantato molto dark e oscuro che ricorda un po’ anche quello di Robert Smith dei The cure ed è sicuramente l’episodio più riuscito di questo disco.
L’impressione comunque è proprio quella di un vero e proprio baccanale sonoro…
“Dafne in bloom” è invece una ballad dal tono decadente molto orecchiabile che potrebbe trovare anche spazio nei networks radiofonici ma a quasi tre minuti dall’inizio un improvviso cambio di volume nella regolazione dei suoni rovina un po’ l’atmosfera creata e purtroppo la cosa si ripete anche alla fine.
Peccato davvero quindi, perché il talento non manca e forse con la mano di un produttore di talento tipo Trent Reznor, il supporto di una major discografica e magari anche un mastering migliore questo lavoro avrebbe potuto tranquillamente sfondare.
Una nota di merito però va all’artwork per la copertina appena bicolore, davvero molto bella nel suo minimalismo (una piccola opera d’arte!).
Aspetto quindi i Dafne Bloom alla seconda prova perché per ora la sufficienza appare lontana…