Estratto da La Vita Segreta, “Pakistan è concepito come un’ode nei confronti di certe forme di escapismo a me care. Nelle strofe sono elencate alcune delle miserie che più o meno quotidianamente colpiscono e turbano le persone sensibili di questi tempi. Nei ritornelli, sulle ali di qualche sogno di gloria impossibile, viene invocata la fuga o per lo meno un’inversione di tendenza dello stato di cose che ci porta a viaggiare “in business class verso una crisi di identità”” (Giacomo Amaddii Barbagli)