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PsychoKiller, è uscito l’album di debutto Dead City Life
Dead City Life è il titolo dell’album di debutto degli PsychoKiller, power trio torinese che si sta facendo notare nella scena underground e nato dalle ceneri degli Hollywood Noise, gruppo che si è fatto conoscere nel panorama rock di Torino esibendosi, tra i più importanti, al Miscela Rock Festival IX eX, Reset Festival ed avendo condiviso il palco con artisti del calibro di Vains of Jenna, Skiantos e Adam Bomb. Dead City Life è un lavoro composto da dieci tracce rock contaminate da influenze punk, frutto di un anno di composizione tra i palchi e la sala di registrazione, registrato nei Tortonia Studio di Alessandro Tortone a Poirino (TO). “Parla principalmente di noi e del nostro modo di vedere la vita, delle nostre paure, sensazioni, ansie, gioie. Alcuni testi sono stati scritti insieme e altri da una persona sola, dunque, ciascuno di essi è un capitolo a sé che svela un lato personale.” afferma la band torinese, checonta diversi opening acts per compagini internazionali del calibro di Living Dead Lights (USA), Fuck Knights (USA) e Bai Bang (Swe).
Psycho Killer – Dead City Life
Del buon sano rock! Ecco, proprio questo ho pensato mentre ascoltavo Dead City Life, il primo album dei torinesi Psycho Killer. Gli Psycho Killer sono Enrico (voce, chitarra), Riccardo (basso, cori), Alessio (Batteria, voce) e anche se si sono formati relativamente da poco (primi mesi del 2013), i tre componenti si conoscono bene poiché hanno fatto tutti parte degli ormai sciolti Hollywood Noise, band che ha infuocato le notti del capoluogo piemontese e che si è fatta conoscere al grande pubblico grazie all’apparizione televisiva su Rock Tv e ai loro due album More than your Mouth Can Swallow (2010) e More than your Mouth Can Swallow II (2012). Il loro è uno stile ispirato principalmente alla scena Hard Rock americana sviluppatasi a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, caratterizzata da chitarre costantemente distorte e ruvide supportate da una linea ritmica basso-batteria decisa e martellante.
Come già detto, i tre componenti arrivano da esperienze precedenti a questa e il loro affiatamento nell’esecuzione dei brani è evidente in ogni singolo passaggio, l’intensità e l’energia che ne viene fuori rientra nella più tipica tradizione del Rock di concedersi al massimo, fino all’ultima goccia di sudore. Questa loro invidiabile genuinità Rock è altresì un difetto che mina tutte le tracce dell’album a livello compositivo. Non c’è nessuna canzone che spicchi per originalità o per completezza, si limitano tutte a rispettare i canoni stilistici del genere e non c’è nessun elemento che li identifichi o che li differenzi dall’immensa schiera di band simili presenti in tutto il pianeta. Sembra un’operazione di emulazione delle band di quel glorioso periodo e nulla di più. Non è un caso che tutto l’album sia cantato in inglese, che non deve essere per forza un elemento screditante, ma è piuttosto l’interpretazione delle canzoni che risulta troppo impostata nella voce alla ricerca di uno slang forzato per nulla naturale.
Dead City Life è un buon esordio e promette per il futuro, e poi non sono certo io quello che deve consigliare di insistere, c’è un gruppo abbastanza famoso che dice appunto it’s a long way to the top… giusto?