Pensando al Blues credo che ognuno di noi abbia un suo particolare ricordo. Infatti c’è chi lo scopre attraverso la passione dei propri genitori, chi attraverso la lettura di riviste di musica e chi come me grazie alla curiosità di andare a spulciare le vecchie collezioni di vinili del nonno. Ma ogni scoperta porta a un comune denominatore che è la nascita di questo genere e il grido liberatorio degli schiavi afro-americani. Passando alla struttura potremmo citare le blue note (intervallo dissonante di quinta diminuita) e della sostanziale ripetizione dibattute o interi fraseggi. La struttura del Blues dunque ha dato vita a un’infinità di generi, dallo Spiritual, al Jazz, al Rock & Roll, al Rhythm and Blues, al Nu Bluez, genere minore che celebra il blues più autentico e classico con suggestioni che appartengono ad altri linguaggi e stili.
Il Nu Bluez in particolare è lo stile dei Dead Shrimp band romana formata da Alessio Magliocchetti Lombi (chitarra slide), Sergio De Felice (voce) e da Gianluca Gianasso (batteria, washboard, voce) che nel Novembre dell’anno appena passato esce con l’omonimo album di debutto formato da dieci brani, tra cui tre cover di classici e sette brani originali. Il gruppo si forma nel 2010 come duo, tra Alessio Magliocchetti Lombi e Sergio De Felice, che subito ama le performance live in numerosi club della capitale. Il genere è chiarissimo, nato dall’amore per il Blues, infatti il duo spazia dal Delta Blues al Gospel, dal Ragtime ai canti di lavoro, interpretando gli stessi in modo strettamente personale, moderno, eppure fedele alla tradizione. Nel 2012 si unisce a loro Gianluca Giannasso consolidando e arricchendo il patrimonio sonoro del gruppo.
Nel 2013 arriva il loro primo importante lavoro discografico Dead Shrimp uscito per Ali BumaYe! Records e distribuito da Audioglobe. Dal primo secondo quando si clicca play è tutto potenzialmente chiaro: stile, suoni, volumi e soprattutto intenzioni. La tradizione c’è tutta assieme alla special guest Roberto Luti presente in tre brani del disco ovvero in “Compulsive Shag”, e nelle due cover “Shake’Em on Down” e “Kokomo Blues”. “Keep Your Lamp Trimmed and Burning” completa la triade delle cover eseguite in maniera piacevole e pulita soprattutto nella voce di Sergio De Felice che non cerca nemmeno lontanamente di imitare un colore vocale che non gli appartiene affatto. Quindi il Blues cantato da un bianco con elementi certamente nuovi e moderni contenuti nei sette brani originali che racchiudono un ottimo lavoro di slide di Alessio Magliocchetti Lombi, un buonissimo ritmo di batteria e di washboard (strumento musicale usato dalla metà del XX secolo dopo che cadde in disuso come strumento di lavanderia dopo l’invenzione delle lavatrici) e una buona capacità di scrittura musicate attraverso uno stile molto particolare forse in alcuni contesti ancora di nicchia. Insomma un ottimo lavoro con molta storia e molto da ascoltare sia per gli appassionati che per tutti.