Due anni e un cambio di line up sono passati da Desert Love for Lonely Graves; è ora disponibile il nuovo singolo degli Weird dal titolo “Infinite Decay”, prima canzone del loro imminente LP che uscirà nel 2015. La band romana è la nostra nuova scelta settimanale.
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La Band Della Settimana: Weird.
Weird nasce a Roma nella seconda metà del 2011 da un’idea di Marco Barzetti (chitarra e voce) Matteo D’Argenio (basso) e Massimiliano Pecci (batteria) si uniscono a lui prima della fine dell’anno. Il 2012 trascorre prevalentemente in studio, tra composizione e sperimentazioni che sfoceranno nella creazione e produzione del primo disco, rigorosamente registrato e mixato nello studio casalingo di Marco Barzetti. Il mastering viene affidato a Iacopo Sinigaglia (Libra). Desert Love For Lonely Graves è il titolo dell’album che vedrà la luce il 15 gennaio 2013. 7 tracce che scorrono lentamente tra chitarre e voci riverberate, basso autunnale e batteria sepolcrale, per un totale di quasi 40 minuti di musica, in cui vengono condensati i generi più disparati: Shoegaze e Psichedelia su tutti. Nell’aprile 2013 D’Argenio lascia la band, sostituito al basso da Giovanni Romano.
I paesaggi brulli e scarnificati di Montaliana memoria o le periferie malate ed arse della trilogia di Kiarostami, sono questi i primi due possibili scenari che si configurano all’orizzonte ed entro i quali potrebbero dipanarsi le storie di Desert Love For Lonely Graves, esordio dei giovanissimi Weird. Prodotto e registrato da Marco Barzetti, chitarra e voce del terzetto capitolino, ancora prima di affacciarsi sul mercato discografico ha già assunto i contorni di un piccolo caso. Rimbalzato di tweet in tweet, di post in post, in rete è già iniziata la caccia frenetica a quello che, a detta di tanti, si profila come uno degli esordi più importanti dell’anno in corso. Sette tracce, concepite una come sorta di continuum dell’altra (un tempo si sarebbe chiamato “Concept”, appunto) ma allo stesso tempo attraversate da una dicotomia netta e raggelante. I “Desert Love” sono gli amori impossibili, quelli narrati nella filmografia e nella letteratura di ogni tempo, quelli che albergano soltanto tra le pieghe del tuo cuore e sai già che non si faranno mai carne, sono le ansie, le paure, quella secca sete di un pomeriggio d’agosto che ti trafigge la gola. “Lonely Graves” sono le vittime di tutto ciò, quelle persone troppo sensibili e diafane agli occhi dei “normali”, tutti coloro che si torcono le budella in attesa di essere redenti da una mano che li afferri e li trascini in una sorta di Iperuranio dei sentimenti. Di delineare i contorni delle storie e delle trame se ne occupa la chitarra trasognante di Marco Barzetti che, in un’orgia di caldi riverberi, si concede ciò che soltanto chi ha l’urgenza e la foga dei vent’anni può concedersi, in combutta con il basso avvolgente e legnoso di Matteo D’Argenio che si preoccupa di impastare il suono e dargli identità. La batteria gelida e marziale di Massimiliano Pecci si premura di far tornare tutti con i piedi per terra: rullante secco e piatti siderali scandiscono i ritmi vitali di queste sette piccole creature. Un esordio che non lascerà indifferenti, tra shoegaze e psichedelia, dream pop e noise: siete veramente pronti per tutto ciò?