26 giugno 2013 @Arena di Verona
Paul è Paul!
E’ questo il primo commento che viene da fare appena usciti dall’Arena di Verona a tutti…
In quasi tre ore di concerto Mc Cartney infatti ha dato fondo a tutte le sue energie per garantire ogni singolo secondo il migliore degli spettacoli, gradito da persone di tutte le età (c’erano giovanissimi ma anche sessantenni e persino qualche over 70!) e da alcuni vip avvistati tra il pubblico (si sono fatti i nomi di Paola Turci, Marco Mengoni, Elisa, Mario Venuti e Cesare Cremonini che tra l’altro sedeva a poche file di distanza da chi scrive). Avrà superato i settanta, ma la grinta è ancora quella di un ragazzino, tanto da indurlo a provare diciannove delle quasi quaranta canzoni previste per lo spettacolo serale in un soundcheck segnato da un violento acquazzone. All’arrivo all’Arena nel medio pomeriggio è stato accolto da un centinaio di impavidi fans che lo attendevano già tempo sperando di potergli rubare un autografo o una foto in compagnia (sogno però spezzato dal fatto che si è fermato scortato dalle guardie del corpo giusto una manciata di secondi accennando appena un saluto). L’Out There Tour è approdato quindi ufficialmente in Italia per un unico concerto andato ovviamente tutto esaurito che è cominciato verso le 21:30 con un “Buona sera Verona, siete tutti matti?” per l’esecuzione di “Eightdays a Week“.
L’Arena di Verona solitamente sarebbe ad uso della musica lirica ma già negli scorsi anni mostri sacri della musica pop e contemporanea quali Deep Purple e Duran Duran vi si sono esibiti ottenendo grande successo di critica e pubblico. Molti sono stati durante la serata i pezzi attinti al repertorio dei Beatles, grandi classici quali “Let it be”,“Hey Jude”, “Day Tripper”, “Get Back”e“Yesterday” ma tralasciando anche “Penny Lane” o “Michelle”. Probabilmente quindi ci sarà stato anche chi come me si sarà lamentato di non avere sentito “Goodbye and Hello”, ma forse era davvero impossibile proseguire lo show dopo due ore e quaranta minuti davvero al top. Ogni tanto qualche dedica ai suoi ex compagni di gruppo, John Lennon (succede in occasione di “Here Today” che confessa essere il dialogo mai avuto con l’amico ucciso nel lontano 8 dicembre 1980 dal folle Mark Chapman) e George Harrison ed anche alla sua ex moglie Linda, indimenticato grande amore e musicista accanto a lui sin dai tempi dei Wings per la quale scrisse “My Valentine” eseguita in una toccante versione. C’è stato anche tempo per un breve tributo al più grande chitarrista della storia del rock, Jimi Hendrix (bellissima l’esecuzione strumentale di “Foxy Lady”) e per dei fuochi d’artificio durante “Live and Let Die”, colonna sonora del noto omonimo film di James Bond.
La chiusura è stata affidata (giustamente) a “The End”, ultimo brano di “Abbey Road” per un 25 giugno che difficilmente chi era lì dimenticherà mai! Tanti gli accorsi da fuori regione, molti persino dall’estero per il baronetto del rock che a cinquant’anni dal primo disco dei Beatles non smette di far sognare persino le ragazzine…