Da sempre teso verso la ricerca sonora estrema ma pur sempre legata ai classicismi meno anacronistici, il marsigliese Philippe Petit celebra i suoi trent’anni di attività con un album che si lega inevitabilmente alle esperienze consumate fatte di manipolazione, field recordings e composizione pura ma lo fa, questa volta, con orecchio rivolto maggiormente agli aspetti melodici. Ovvio che chi si è già imbattuto in passato in opere di Philippe Petit, non si aspetterà quel tipo di melodia di facile ascolto caratteristica dell’Elettronica da dance floor più spicciola. I tre brani (il terzo in due distinte parti) che vanno a formare Multicoloured Shadows sono infatti pregni di quella tensione nervosa, evocativa ed eterea cui il francese ci ha abituati; una miriade di riverberi, ritmiche cupe, una miscela di rumore che pare sprigionarsi dai posti più remoti dell’universo, della terra o della nostra mente in preda a sogni/incubi frenetici. Continui controtempi fanno da specchio alla strumentazione classica generando brani dalla struttura precisa ma con un apparente caos di fondo. Un album di Elettronica moderno ma che sembra giunto a noi dal glorioso passato della Berlino dei Sessanta e Settanta, un’opera che mostra, come uno specchio appunto, il suo lato più istintivo e nello stesso tempo la sua veste più celebrale, a seconda del punto di osservazione dell’ascoltatore, un’opera che mostra il compositore transalpino, o meglio la sua musica, in tutte le sue forme, come una danza di ombre, ognuna colorata in modo diverso, ma che insieme formano il dipinto fantastico delle emozioni umane.
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Jean Jacques Perrey et David Chazam – Ela
L’inizio di questa folle collaborazione tra il musicista francese David Chazam e il maestro dell’Elettronica Jean Jacques Perrey si ha intorno al 1996 quando, alle iniziali pubblicazioni, seguirono le prime considerazioni che marchiavano le loro note come musica incredibilmente strana. Solo l’ascolto potrà spiegarvi il perché e questa nuova opera, Ela, non è da meno in tal senso. Il punto più alto della loro carriera comune arriverà nel 2002, con il leggendario Eclektronics che, per certi versi, sembra autodefinire alla perfezione il genere di musica realizzato dai due. L’opera mette i transalpini al centro dell’attenzione di tutta la scena mondiale e non tardi arriveranno gli apprezzamenti più importanti da parte di artisti di portata internazionale. A distanza di anni dalla loro creazione in studio, Jean Jacques Perrey et David Chazam mettono insieme materiale live, inediti e quant’altro, in questo Ela per chiudere il cerchio e avere la possibilità di riaprirne uno nuovo, sia per quanto riguarda le esibizioni dal vivo che in merito al lavoro in studio. Un’opera a dir poco necessaria per tutti coloro che nell’Elettronica cercano la vera follia freak, uno spirito da bambini che in età adulta tendiamo a soffocare, piuttosto che la rabbia o il divertimento delle piste da ballo o l’inquietudine di suoni sommessi. Altre parole non servirebbero che a farvi perdere altro tempo.
Deison & Mingle – Weak Life
“…the road…”
Torna alla carica il sensazionale e italianissimo duo Cristiano Deison e Andrea Gastaldello che, l’anno appena trascorso, ci aveva deliziato con un album capace di travolgere il sottoscritto quasi costringendolo a porlo al vertice assoluto della speciale chart dedicata ai migliori full length 2014 della penisola. Tornano Deison & Mingle con Weak Life e lo fanno nel migliore dei modi, pur non suscitando lo stesso stupore che mi colse ai primi ascolti di Everything Collapse[d]. Riprendono quella strada attraversando il deserto dove tutto è crollato e si perde nell’oblio, guidato da un movimento pigro e costante, alla ricerca di qualcuno o qualcosa ma sempre navigando in quell’oceano di dubbio che solo certa destrutturazione sonica riesce a formare e che sta alla base di ogni nuova rinascita. Gli ingredienti di questo Weak Life sono gli stessi che i più attenti avranno apprezzato nelle precedenti opere del duo. Droni, field recording e loop strappati da ritmiche disturbate e disturbanti, cui si aggiungono beat distorti e avvolti in un’elettronica gonfia di sperimentazione.
“Skeptic Move” apre l’album alla grande, in un’aurea epica che suona come il respiro d’un universo incredibilmente rumoroso. Dopo un’introduzione tanto travolgente, il suono si fa più dimesso (“Tangles”) ma nello stesso tempo claustrofobico e inquietante, grazie ad un uso spettacolare delle basse frequenze (“Osso Temporale”). Cambia nuovamente volto con “Unanimated”; suoni taglienti, confusi, acuti, spostano l’attenzione dal cosmo fino al microcosmo della mente umana, per merito di un sound psicotico, evocativo e introspettivo. Leggeri accenni Glitch aprono “Lost Pieces”, brano che si ricollega al trittico d’apertura e che introduce “Bloody Feelings”, centro fisico dell’opera ed anche il passaggio minuziosamente più minimale del lavoro di Deison & Mingle. Da qui inizia la seconda parte del viaggio che ognuno di voi, secondo le proprie inclinazioni e stato d’animo, potrà scegliere essere un eterno ritorno o un salto nel buio verso l’ignoto.
Il suono si complica (“Circle of Red Drops”), diventa quasi marziale e aggressivo e si sposta su un terreno più concreto, meno etereo. L’inizio di “Him Seite” (quasi?) ricorda il rumore freddo di una chiamata senza risposta ma ancora una volta saranno i bassi cupi a dominare la scena, così come nella successiva “Perfect Huddle”, che riprende la scia di una minimale e rovinata Drum’n Bass. Spezza la catena “Obliquity (Low)” che dilata i ritmi e ci riporta nel vuoto cosmico prima della title track la quale regala lievi note di piano e un’atmosfera nostalgica mai presente concretamente nei brani antecedenti.
“Weak Life” è l’ultimo pezzo ma non distraetevi troppo in chiusura perché, come ormai consuetudine, vi aspetta una cover/ghost track che farà tremare le pareti di casa tanto da farvi nascondere sotto al tavolo. “Circle of Shit”, reinterpretazione del brano dei giganti Godflesh contenuto in Songs of Love and Hate è il modo migliore per chiudere un album che sancisce definitivamente la grandezza di questo duo orgogliosamente italiano.
Deison Mingle Weak Life (teaser) from merisma on Vimeo.