ELF, al secolo Samuele Palazzolo, polistrumentista “da camera” (da letto, ossia: progettini autoprodotti, autocomposti, autosuonati) si circonda di fidi compagni di viaggio per spararsi il trip da fungo allucinogeno nel bosco liquido di chitarre scarne, ritmiche ondeggianti, synth umidi e rumoristi. Lo fa in un ep, I Hate You Everybody, che, con solo 3 canzoni (“I Hate You Everybody”, “Involution”, “The Pavement is Full of Stars Stars Stars”), riesce degnamente a presentare i soundscapes interiori dell’elfo in questione: post-rock e shoegaze in prima fila, tutta una giungla di suoni (fischi, distorsioni, voci nascoste, campanelli) sullo sfondo. Ci vorrebbe più attenzione alle linee vocali (distraggono senza regalare nulla in cambio, anzi: a volte scivolano nella parodia, loro malgrado) e più coerenza ideale (raccontaci qualcosa, ELF!).
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Elf – Happy Seppia EP BOPS
Cose strane succedono nel mondo di Elf, personaggio/band che ha deciso di creare un alone di mistero intorno alla propria identità. Ma Elf non esiste da solo, infatti dopo varie ricerche alla fine ho scoperto che altro non è che il progetto musicale partorito dalla mente di Samuele Palazzolo in collaborazione con Michele Colosio (drums and synth) Massimo Panella (bass) Sergio Alberti (synth, guitar, drums). Ecco dunque che questi individui hanno sfornato l’EP Happy Seppia, un lavoro che ti trasporta in un universo parallelo dove stati d’animo e suoni vengono mischiati per creare nell’ascoltatore un viaggio astrale completamente personale. Infatti se ascolti brani come “Computerspie” o “Loopstation Nation” (tra l’altro un titolo fighissimo!)provi delle sensazioni che non sai nemmeno definire a te stesso. Gli Elf osservano la vita e ci rimangono incastrati in quello che vedono, e così creano una musica in bilico tra psichedelia e sperimentazione: elettronici come i The Flaming Lips e alternativi quanto i Window Twins. L’EP è scaricabile gratuitamente, ed è un ottimo ascolto per chi ha voglia di un sottofondo musicale ricercato con cui lasciarsi guidare dall’immaginazione.
Nonostante questo sia un genere a me molto affine e trovi l’ultima traccia “Gentian” favolosa, devo riconoscere però che alla lunga questo lavoro risulta un po’ eccessivo e stancante. Paradossalmente monotono quanto sperimentale, ma andrei comunque a vedere un loro concerto ad occhi chiusi.