Erotic Market Tag Archive

Bad Pilot – Inverse

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The Arch3type – Generated

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Insospettabilmente nostrana la produzione di Generated, primo lavoro in studio del torinese Franco Cazzola con il moniker The Arch3type. La materia prima è sintetica e viscosa, in un compendio delle possibilità che offre l’elettronica old style a base di drum machine e synth analogici.

Sui fertili sample attecchiscono i generi più svariati, riuscendo nell’amalgama in più di un episodio. “Bow”, Drum’n’Bass dal ritmo netto e contagioso, prorompe scandita da scratch dal gusto retrò. La validissima “Brake it” viaggia su basi Techno da videogame d’azione ma si concede parentesi di sax, in un risultato estremamente contemporaneo, che miscela il mood frenetico degli Erotic Market e le rimodulazioni Jazz à la Junkfood. In altri casi le miscele sono meno audaci e gli esiti meno sorprendenti, come l’ossessività di cui si nutre l’EDM più aggressiva (“Fall Down”), o la morbidezza catchy dei cantati femminili (complice la voce di Linda Messerklinger, “Game Over” rimanda al lato più Dance dei Moloko). Anche quando si piomba in territori Hip Hop, con “Creepy Times”, i risultati non sono tra i più apprezzabili. La traccia in chiusura (“Oh My God”) riequilibra il risultato finale a suon di Dubstep sensuale e bassi vibranti.

Un’aura oscura ed erotica prova a far da collante tra le tante (se non troppe) sfaccettature del progetto, ma il filo si spezza in più punti. Se c’è un rimprovero da fare a quest’album, è quello che si finisce per riservare a tanti esordi: molto da assaggiare e nessun gusto deciso a restare impresso. L’eclettismo è una dote che si affina col tempo e si apprezza meglio nelle puntate successive.

 

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Camilla Sparksss – For You the Wild

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Sempre maggiore interesse e attenzione sta richiamando su di sé il mondo del Synth Pop in senso molto lato, fatto di basi robuste e voci femminili deliziose e cariche di personalità. Ormai sono una certezza del panorama indipendente i due svedesi Knife della favolosa Fever Ray mentre di recente abbiamo avuto la prontezza e la buona stella di scovare un altro duo del genere, i francesi Erotic Market, al loro debutto con Blahblahrians. Proposta eccezionale la loro che diventa l’ideale metro di paragone anche per questo For You the Wild di Barbara Lehnoff (vero nome dell’artista) che vede la luce dopo una serie di vinili in sette pollici. La giovane musicista svizzera di origini canadesi decide di non mettersi troppa fretta per tirare fuori il suo esordio full length che giunge all’età di trentuno anni e che diventa la trasposizione musicale di quella che era la sua esistenza proprio agli albori, una vita iniziata nelle terre più fredde del nord America e che ora fa scivolare quelle suggestioni regalate da paesaggi spettacolari fatti di boschi, laghi e semplicità, anche nelle note di For You the Wild.

Tutto questo almeno nelle intenzioni perché la realtà è più articolata e le dieci tracce che compongono il disco suonano piuttosto come una sconnessa miscela di loop ed Elettronica contorta e sporca che genera talvolta sensazioni claustrofobiche urbane, piuttosto che evocare appunto la tanto celebrata wild life. Ad affiancare la voce di Camilla Sparksss, Aris Bassetti, produttore già al suo fianco nella band Peter Kernel.

Un disco che non manca di passaggi eleganti, energici e disturbanti com’è giusto che sia quando si parla di Electropop fuori dagli schemi ma che, al contempo, non convince in primis proprio perché non riesce a centrare il suo obiettivo dichiarato e secondo perché la voce della Sparksss cosi come le basi di Bassetti non regalano nulla che possa definirsi veramente oltre una prudente aspettativa. Sfondi sonici spesso banali, ripetitivi e senza troppa vitalità e una timbrica che finisce anche per annoiare, quando l’ascolto si fa ripetuto e vigile. Sul palco pare che alla svizzera si affianchi una ballerina e crediamo che lo spettacolo possa essere qualcosa da non lasciarsi sfuggire ma questo For You the Wild potete perdervelo senza rimpianti.

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Erotic Market – Blahblahrians

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Esordio carico per gli Erotic Market, duo d’oltralpe in cui convivono spensieratiil cantato Hip Hop di Marine Pellegrini e le sperimentazioni elettroniche di Lucas Garnier. Lei devota all’R’n’B, lui con vena Shoegaze: i presupposti per un pastiche dal dubbio esito ci sono tutti, e invece la miscela suona sorprendentemente inedita e ben dosata. Entrambi militanti in un precedente progetto, Marine e Lucas si rigenerano in questa two-piece band che grazie ad un sapiente uso di escamotage elettronici riesce a imporsi con la stessa energia di un collettivo. Blahblahrians veste male ogni tentativo di catalogarlo nel panorama musicale contemporaneo: arrangiamenti che evocano l’Hip Hop astratto e strumentale di Teebs, inclini a perdersi nei loop come certi Boards of Canada, ma il tutto è epurato da ogni componente melensa e sognante. Il collante è una energica vocazione alla sensualità esplicita da Dancehall, in un percorso tutto al femminile in cui il timbro di Marine connette la Dub di Santigold e l’Indietronica di Grimes. A fregiare questo esordio, un’immagine mutuata all’arte contemporanea campeggia sul front del booklet, tratta da una teladi “How the West Was Won”, l’apocalittico ciclo di Nicola Verlato. Comprendere quanto sia azzeccata la combo è più immediato di quanto possa sembrare. Il tratto plastico di Verlato e il sound di Blahblahrians hanno in comune non soltanto il detonante impatto iniziale ma anche la cura del dettaglio. Di questo aspetto del discoci si accorge solo dopo alcuni istanti, giusto il tempo di entrare in fase con i suoi ritmi capricciosi e ammiccanti. Pop-surreale è l’allure dei dipinti di Verlato, così come lo sono le atmosfere erotiche e nevrotiche di questo sound. “I Want to Be Some Booty”, singolo di debutto, è asciutto e ammaliante nel synth che conduce nel più estremo degli orienti del futuro. Il duo esplora con disinvoltura tutte le possibilità sonore del nuovo millennio. “Bitchy Muses”, distorsioni artificiali e una scarica marziale di percussioni che esplode in chiusura, risulta sofisticatatanto quanto frivola e spontanea.“Blah Blah” è piena e spasmodica, martellante e artificiale come Flying Lotus e simili avanguardie recenti figlie della digitalizzazione ma senza perdere di forma o risultare eccessivamente cerebrale. Anche gli interludi strumentali, diretti come “She-ass” o esotici e stranianti come “Clitacasm”, mantengono un tratto di fruibilità che lega tutto l’album.

L’erotica “Are You Cool” strizza l’occhio sinistro a mistiche nenie orientali e il destro ad ansiogeni motivetti da videogiochi anni 80. Ritmi spezzati si ricorrono tra sterzate imprevedibili e matasse di percussioni improprie e intossicanti. Nel marasma generato dall’elettronica che molto promette in quanto a innovazione ma molto meno sembra offrire alla resa dei conti, Blahblahrians percorre un tracciato che sembra condurre lontano dalla folla, ingegnoso ma senza mai apparire pretenzioso, puntuale nella ricerca del suono e al riparo dalla banalità ma restando accessibile e scanzonato. Gli Erotic Market sono tutto ciò che non vi sareste mai aspettati dall’Hip Hop. Ne’ tantomeno dalla Francia.

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Il Video della Settimana: Erotic Market – “I Want to Be Some Booty”

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Sempre con la voglia di stupirvi, questa settimana abbiamo deciso di superare i confini italiani per proporvi un duo transalpino che ha tutte le carte in regola per diventare una band protagonista del panorama Electropop internazionale. Lucas Garnier e Marine Pellegrini sono gli Erotic Market (ex N’Relax) e da poche settimane è uscito il loro album di debutto Blahblahrians dal quale è stato tratto il singolo “I Want to Be Some Booty” che è anche la clip da noi scelta e che potrete vedere di seguito e in homepage fino al prossimo sabato. Il brano sottolinea gli aspetti più sensuali del sound targato Erotic Market ma l’invito è ad ascoltare l’intero disco, perfetta miscela di Electro e Synth Pop, Etno Art Pop, Hip Hop, e stile da vendere; qualcosa a metà tra M.I.A. e The Knife, insomma, qualcosa da non perdere assolutamente.

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