Eugenio Finardi Tag Archive

Aspettando il Primo Maggio a Teramo in favore dell’AIRC

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La decima edizione del festival avrà un taglio trasversale aprendosi a generi del tutto nuovi per questa manifestazione grazie a Clementino, uno dei rapper più seguiti dalle giovani generazioni. Vedremo anche l’incontro dello storico cantautorato di Eugenio Finardi, uno dei simboli della musica italiana, con quello contemporaneo e acclamato da critica e pubblico de Le Luci della Centrale Elettrica. Sul nostro palco verrà valorizzato il talento attraverso la promettente Levante e onorata la storia musicale con i Modena City Ramblers che celebreranno proprio quest’anno i loro vent’anni insieme. Parte dell’incasso sarà infatti devoluto ad AIRC (Associazione
Italiana per la Ricerca sul Cancro) per il finanziamento di un progetto di Ricerca.

Mercoledì 30 Aprile

dalle 18.30

Area ex Villeroy TERAMO CON:

-MODENA CITY RAMBLERS

-LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA

-EUGENIO FINARDI

LEVANTE

-CLEMENTINO

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“Voglio Una Pelle Splendida” feat. Samuel Romano anticipa l’edizione speciale di HAI PAURA DEL BUIO?

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Esce l’11 marzo, per Universal Music, l’edizione speciale di Hai Paura del Buio?, album storico egli AFTERHOURS, pubblicato nel 1997, e definito dalla critica musicale come miglior disco della musica indipendente italiana degli ultimi vent’anni. Il brano “Voglio Una Pelle Splendida” interpretato insieme a Samuel Romano anticipa il disco nelle radio a partire dal 28 Febbraio. Il progetto vede coinvolti diversi artisti di spicco della musica italiana ed internazionale che hanno collaborato con gli Afterhours: Hai paura del buio? feat. Damo Suzuki; 1.9.9.6. feat. Edoardo Bennato; Male di miele feat. The Afghan Whigs; Rapace feat. Negramaro; Elymania feat. Luminal; Pelle feat. Mark Lanegan; Dea feat. Il Teatro degli Orrori; Senza finestra feat. Joan as Policewoman; Simbiosi feat. Der Maurer + Le Luci della Centrale Elettrica; Voglio una pelle splendida feat. Samuel Romano; Terrorswing feat. John Parish; Lasciami leccare l’adrenalina feat. Eugenio Finardi; Punto G feat. Bachi da Pietra; Veleno feat. Nic Cester; Come vorrei feat. Piers Faccini; Questo pazzo pazzo mondo di tasse feat. Fuzz Orchestra + Vincenzo Vasi; Musicista contabile feat. Marta sui Tubi; Sui giovani d’oggi ci scatarro su feat. Ministri; Mi trovo nuovo feat Rachele Bastreghi; Televisione (2014) feat. Cristina Donà + The Friendly Ghost of Robert Wyatt; special track: Male di miele feat. Piero Pelù.

Il brano in questione prima dello scempio.

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“Diamonds Vintage” Eugenio Finardi – Sugo

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Sugo di Eugenio Finardi è stato l’album della giusta carica  in un anno teso e difficile. Un 1976 insanguinato dalle Brigate Rosse, sporcato dallo scandalo Lockead e bloccato da una crisi petrolifera che opprimeva  una già deleteria situazione sociale di conflitto sindacale. Un giovane capellone italo-americano munito di una voce di grazia gentilizia impugna la sua chitarra e, dopo un album già edito dalla Cramps nell’anno prima “Non gettate alcun oggetto dal finestrino” e prodotto dall’amico Alberto Camerini, riversa nelle piazze e nelle allora Radio Libere questo disco di rock e filettature jazz-prog che oscura per un lungo periodo tutte le scremature cantautorali che in quel dato momento si rifacevano alle poetiche esterofile e lontano dalla realtà contingente. Finalmente qualcosa di lotta scorrevole e testualità aderente, che riporta in vita la necessità di sognare e nel contempo di svegliarsi dal torpore fatalistico. Inno della gioventù con la sua Musica Ribelle, Finardi con le tastiere, il basso e chitarra del trio Fariselli, Tavolazzi e Tofani degli Area e due amici della sua band giovanile Il Pacco cioè Camerini alla chitarra e Walter Calloni alla batteria, denunciava con il sorriso di “un nuovo cantautore” l’urgenza di far sapere a tutti quello che a tutti era nascosto, la voce di una generazione che non voleva stare al gioco; e la cosa funzionò a dovere e una sorta di manifesto liberatorio cominciò a girare tra gli sconfitti del sistema  che rialzarono la testa per guardare negli occhi il demone da combattere. Non canzoni di lotta, ma canzoni alla portata di tutti, cantabilissime, gioviali e pensierose, ma con tutta la sostanza di colore in un buio pesto. Contraddistinto da una loquacità inverosimile, Sugo è una linea di confine tra rock, canzoni di amore e per l’appunto dettagli tecnici progressive che in quell’anno di grazia – sull’onda dei grandi suoni che arrivavano dall’Inghilterra – cominciavano a volare di moto proprio Quasar . La creavità , la “Fantasia al potere” bussava forte in quei frangenti e canzoni come La radio, La C.I.A. e Sulla strada aprirono un varco di novità assoluta, un nuovo progetto di “cantautorare” la vita reale senza ricorrere – come era stato fatto fino allora – ad impeti di prolissicità testuale politicizzata né slogan d’arrembaggio. Ma è purtroppo una carica questa di Sugo destinata ad esaurirsi già con il successivo album Diesel, dove Finardi non saprà più replicare, se non cedendo alle lusinghe del pop, la voglia di esserci e contare tutte “quelle facce da bambino e i loro cuori infranti”.

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