Profondo 1968, siamo sul crinale di una nuova “scissione creativa” che va ad indagare in una direzione ben precisa, quel rock progressivo che da lucentezze tutte King Crimsoniane, e che si allunga fino all’apoteosi di rock-psichedelico che da lì a poco sarà strada privilegiata per sciami infiniti di band seminali.
I Family, Roger Chapman voce, Charlie Whitney chitarra, Jim King sax, Rob Townsend batteria e Ric Grech violino, sono una delle formazioni di punta della “stravaganza” freakkettona che in quegli anni era dote e costume importantissimi, piacciono molto ed agitano come pochi il sistema alternativo dell’epoca; sul palco sono indomabili e casinari, su disco tutta un’altra cosa.
“Music In A Doll’s House” è il disco della rifinitura, sempre con le peripezie beatnik della California in fiamme, ma del contenimento forzato che, in una dozzina di pezzi, stenta a reprimersi fino a sbottare nella sua quasi totalità libertaria, meravigliosamente senza ritegno alcuno.
Tutto è barocco e cangiante, stili e sonorizzazioni che si surriscaldano ed inseguono come nel corpo di una corsa ad ostacoli che non si vuole restringere dentro paratie, pompe magne d’arrangiamenti e architetture sonore, un’avanguardia inaspettata che guarda molto negli occhi di Zappa come motore ionizzante della fantasia creativa, ma anche dentro l’estetica di un rock esplosivo e – a tratti – fuori delle righe – se intese come tali; è l’era dei Mellotron, dei VC7 ed altre strane congetture tecniche che la band di Leichester fa andare a braccetto con arie epiche, cori rinascimentali, trombe e stravaganserrai che colpiscono ad ogni cambio di pezzo.
Tante le sensazioni cosmic open-space The Voyage, The Breeze, Winter, molte le acidosità metedriniche che svalvolano nelle ossessioni di Never Like This, Be my fiend, Peace of mind dove addirittura florealità indù, litanie muezzin ed Ohm tibetani fanno capolino profumato, poi qua e la – ascoltando attentamente il registrato – animosità Hendrixiane, pulsazioni di Peter Gabriel e plumbei sunset blues, emergono divinamente a completare questo disco giocoso e profondo.
Prodotto da Dave Mason dei Traffic, Music in a doll’s house è un missile puntato oltre le barriere del flower power imperante in questo periodo, un missile del quale non ritroveremo più per sempre la traiettoria tra i pindarismi d’oggi.
TRAKS
Chase
Mellowing grey
Never like this
Me my friends
Hey Mr. Policeman
See through windows
Varation on a theme of Hey Mr. Policeman
Winter
Old song, new song
Varation on a theme of the breeze
Varation on a theme of me my friend
Peace of mind
Voyage
Breeze
Three times time