Puntuali come sempre, torniamo con la classifica degli album dell’anno che ci sono piaciuti di più: poco più che un gioco, che però ogni volta ci diverte tantissimo.
La band inglese riesce finalmente ad issare la propria bandiera sulla cima della metaforica montagna post-punk, laddove in pochi negli ultimi anni sono riusciti ad arrivare.
La band irlandese, giunta al temutissimo capitolo del secondo album, abbandona l’anima tetra dell’esordio e sbaraglia le aspettative con mille meravigliose sfumature.
Estremamente riduttivo definirlo post-punk: un concept album dell’era moderna che narra dolorosamente le vicende di un’Irlanda con il cuore a pezzi in 12 tracce al vetriolo.