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Frank Sinutre – Musique pour le Poissons
Isi Pavanelli e Michele K. Menghinez sono i due mantovani che hanno dato vita a questo strampalato progetto dal nome in stile Rock Band demenziale. Sono loro i Frank Sinutre e sono loro a costruire l’Elettronica che ne consegue, a partire dalla materia prima, perché tanti degli apparecchi utilizzati per produrre suoni, altro non sono che strumenti idealizzati o messi insieme dallo stesso Isi Pavanelli. Pensiamo al reactabox (un controller midi che funziona con dei cubetti, ispirato a reactable) o al drummabox (una drum machine acustica basata su arduino). La loro arte, dunque, si mischia con la tecnica e si amalgama anche con le altre arti, perché se è vero che già in passato i due si erano confusi col teatro (La Colpa della Leonessa), questa volta sono andati oltre e, insieme a Musique pour le Poissons, potrete pescare un libro di narrazioni inedite scritte dallo stesso Michele K. Menghinez, dal titolo Racconti per Pesci dal Mare d’Aria, che non è congiunto a filo serrato con le undici canzoni, ma è un ottimo complemento, non certo il massimo per i più pedanti letterofili, ma sicuramente apprezzabile da chi ama scivolare nelle parole e farsi trasportare in una certa malinconia esistenziale.
L’Elettronica dei Frank Sinutre è una miscela beffarda di Dub, Ambient, Lounge e Reading Elettronici con voci in base e un esempio chiaro di cosa descrivano e vogliano essere è dato dalla rivisitazione di “Oye Como Va” la quale salta a piedi pari dall’omaggio al rinnovamento passando per una certa impalpabile ironia capitale che sembra sempre presente, anche quando non si sente. Musique pour le Poissons ha una sobrietà talvolta esasperata, tanto che alcune sezioni ritmiche e linee di basso paiono insuperabili per condurre Giovanni Muciaccia in uno dei suoi attacchi d’arte (“Clock Never Stops”) ma al tempo stesso è capace di infiammare e accompagnare l’ascolto con ritmiche avvincenti (“Someone’s Dub”, “Passa”) ora con vigore (“Life Is Just Waiting for a Big Party”), ora con restaurata voglia di scrutare l’intimità umana (“Musique pour les Poissons”, “Two Sea Minutes”, “Please Visit Sermide”), magari sperimentando nuove strade sonore (“I Am Going to Do Nothing”) e sfruttando tutte le carte messe sul tavolo dalla strumentazione classicamente Rock unita alle innovazioni elettroniche. Sgradevolmente Indieggiante “Iolanda Pini”, con il testo parlato e non cantato su una base Elettronica in perfetta tendenza Offlaga Disco Pax ma con una timbrica certo meno intrigante e più mediocre e, similmente la conclusiva “Una Possibile Storia su Dio”, che concede qualche cosa in più al Post-Rock, regalando uno Spoken Word che più che a Max Collini, deve a Emidio Clementi (Massimo Volume).
La formula dello Spoken Word è sempre più una prassi nell’Indie Rock ma allo stesso tempo si sta trasformando in un’arma a doppio taglio e in questo caso rischia di essere lo stesso coltello che darà il colpo di grazia a una band che avrebbe tanto altro da dire. Non che questo linguaggio canoro, se cosi si può definire, sia l’unico problema del disco. Ci sono anche composizioni non eccessivamente convincenti come “Life Is Just Waiting For a Big Party”, qualche lacuna compositiva, non tanto tecnica quanto estetica e idee troppo confuse. C’è però anche tanta voglia di mettersi in gioco, di provare a superare i propri limiti, di non aver paura di esprimersi, nel modo che si ritiene più opportuno e tutta questa genuinità artistica trasuda negli oltre sessanta minuti di Musique pour les Poissons. Prima di scegliere il voto penso a questo e penso che il giudizio serve veramente a niente perché dentro la nostra musica c’è qualcosa, a volte, che non si può spiegare a parole, figuriamoci a numeri. E poi mi ricordo che però devo metterlo un voto ma voi non siete certo costretti a leggerlo, ascoltate l’album piuttosto.