Le strade di Napoli vengono ricoperte da una fitta nebbia e mostrano le loro sfumature più cupe e nervose attraverso la seducente musica degli Ash Code. Qualche retroscena ed una chicca di tanto in tanto sono i principali elementi di questa intervista.
Ciao ragazzi e benvenuti su Rockambula. Direi di cominciare con il presentarvi al nostro pubblico.
Alessandro: Ciao a tutti, noi siamo gli Ash Code. Il progetto è nato a gennaio 2014 da una mia idea, volevo un nuovo progetto di musica elettronica, con forti radici nel sound degli anni 80 ma che proponesse un giusto mix tra vecchio e nuovo. Feci ascoltare alcuni demo che avevo composto a Claudia e lei mi diede dei consigli sulle linee di synth innanzitutto, ma anche sulla voce e sul testo. Mio fratello poi aggiunse dei riff di chitarra baritona fender VI, uno strumento che permette un suono ibrido, che si situa tra le frequenze alte del basso e quelle basse della chitarra. Così nacquero Dry Your Eyes e Unnecessary Songs. Caricammo i pezzi in rete e l’accoglienza fu da subito entusiasmante, decidemmo perciò di continuare.
Oblivion è il vostro nuovo album, ci dite come e dove si sono svolte le fasi di mixaggio e di registrazione?
Alessandro: tutte le canzoni nascono nel nostro piccolo home studio, dopo il boom iniziale con le 2 prime canzoni ci siamo chiusi dentro e abbiamo scritto di getto tutte le altre composizioni in maniera grezza, ci siamo poi trasferiti presso L’arte dei Rumori Studio per la ripresa delle voci e avvalendoci della produzione di Silvio Speranza.
Quali sono le fonti d ispirazione degli Ash Code?
Claudia: sicuramente i nostri punti di riferimento musicali, ma soprattutto i libri che leggiamo, i film che guardiamo e i posti che visitiamo. Le nostre composizioni sono basate sulle emozioni che le situazioni quotidiane ci trasmettono, noi tentiamo di trasformarle in musica.
Canzoni che mi hanno davvero incantato sono: “Waves With No Shore”, Empty Room”, la titletrack e “Dry Your Eyes”. La mia curiosità è questa: cosa pensavate nel momento in cui queste canzoni venivano scritte e composte musicalmente? Voglio dire, pensavate ad un paesaggio, ad un atmosfera o una situazione?
Claudia: ogni pezzo ha la sua storia. Waves With No Shores è stato scritto pensando al mare. Siamo molto legati al mare, ogni anno quando viene l’estate non vediamo l’ora di andarci, lo troviamo poetico e ci trasmette pace e tranquillità, lontano dallo stress quotidiano. Empty Room è stata scritta da Alessandro, aveva questi appunti da molto tempo, quando era ancora in giro con l’altra band, e durante un tour in cui io non c’ero mise giù questo pezzo. Per quanto riguarda le note le abbiamo scritte tutti e tre insieme un pomeriggio, all’inizio della primavera scorsa. Dry Your Eyes è stato un pezzo molto sofferto e ha avuto una lunga gestazione, il nucleo iniziale era completamente diverso, ci abbiamo lavorato tanto; facendone molte versioni, non eravamo nemmeno convintissimi del risultato finale, ma il pubblico ha deciso che era un grande pezzo, e alla fine ce ne siamo convinti anche noi. Oblivion è stata scritta ispirandoci alle Considerazioni Inattuali di Friederich Nietzsche, e al concetto di oblio che il filosofo illustra in queste pagine.
C’è qualche festival in cui vi piacerebbe partecipare? Perchè?
Adriano: Nella scena darkwave europea ci sono molti festival importanti; far parte della lineup significa avere una grande visibilità. Fortunatamente quest’anno faremo parte del Wave Gotik Treffen in Germania, Entremuralhas Festival in Portogallo, Return to the Batcave in Polonia e ci sono anche altri festival che non possiamo ancora annunciare per motivi contrattuali. Non abbiamo nessun contratto con booking agency in esclusiva e trovare gli inviti per questi festival nell’inbox è stato emozionante.
A cosa puntano gli Ash Code e come è stato accolto Oblivion dal pubblico e come dalla critica?
Alessandro: gli Ash Code puntano a fare buona musica e portarla in giro sperando che piaccia. Oblivion è stato accolto molto bene sia dal pubblico che dalla critica. Ai concerti le persone solitamente si divertono, o comunque restano molto soddisfatte e vengono sempre a complimentarsi con noi dopo il live. Anche le recensioni sono state ottime, da Post Punk.com, a Peek a boo, da Sonic Seducer a Rockit e Rockerilla, per citarne solo alcune. Un po’ in tutti i paesi siamo stati ben accolti e siamo molto contenti di questo, il gruppo esiste da poco e tutta questa attenzione non era una cosa scontata.
Siete a lavoro per qualche nuovo video?
Adriano: abbiamo varie idee, probabilmente ci sarà un ultimo videoclip estratto da Oblivion; ma non vi possiamo anticipare ancora niente.
Il disco è acquistato di più tramite internet oppure durante i vostri concerti?
Adriano: Attualmente direi che siamo 50 e 50, la prima release è quasi esaurita e stiamo lavorando ad una seconda con contenuti speciali da pubblicare a breve.
In base ai vostri show, c’è un pubblico napoletano che segue band del vostro genere?
Adriano: a Napoli c’è sempre stata una scena underground, soprattutto per quanto riguarda i cultori del genere Post Punk e Darkwave. Purtroppo negli anni le persone sono diminuite sempre di più, forse perché non c’è stato un ricambio generazionale, è rimasta in pratica solo la vecchia guardia, quando ci sono grandi concerti e riusciamo a riunirci tutti siamo circa un centinaio, non di più. Nonostante questo, la nostra città sta vivendo un momento molto produttivo dal punto di vista di fioritura di bands, oltre a noi ci sono i Geometric Vision, gli Hapax e i Dark Door a proporre questo genere in Italia e nel resto d’Europa.
Dove suonerete nei prossimi giorni?
Alessandro: Siamo prossimi alla partenza per la Germania, suoneremo a Colonia con le Winter Severity Index e Orchidee Noire e a Bielefeld con i Lebanon Hanover.
Bene ragazzi concludete come meglio vi pare…
Claudia: Ci piace concludere le interviste ringraziando tutti i nostri amici e sostenitori, tutte le persone che ci supportano, solo grazie a loro gli Ash Code esistono e continuano a fare musica.