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Huge Molasses Tank Explodes – Bicephalous
Gli Huge Molasses Tank Explodes sono un trio di Milano, formato da Gabriele Arnolfo (batteria, voce) Fabrizio De Felice (chitarra, voce) e Luca Sacanna (basso, voce). La storia del nome arriva da lontano, più precisamente da un articolo del Boston Post del 1919 in cui si parla dell’enorme serbatoio esploso in quell’anno a Boston, e soprannominato appunto il “Disastro Della Melassa”. Registrato alla Sauna di Varese da Andrea Caielli in presa diretta, Bicephalous combina distorsioni alla Dinosaur Jr con melodie scarne e nervose di band come Built to Spill e Modest Mouse.L’approccio live utilizzato per realizzare quest’album è stata sicuramente una scelta azzeccata per riprendere e mantenere quella forza che solo la “musica d’insieme” riesce a trasmettere. Grazie a ciò si sono riuscite a cogliere quelle sfumature d’intesa tra musicisti, cosa che purtroppo viene a mancare con un approccio in studio convenzionale e attraverso un overdubbing eccessivo. Quindi bravi e bravo anche Andrea Caielli che ha mantenuto nel mixaggio il suono originale della band.
Il disco si apre con “Assurances”, traccia dai tratti Punk Rock e caratterizzata da un assolo di chitarra al centro del brano. Belli i cambi di tempo, un po’ meno la pronuncia inglese. Il viaggio musicale continua con “Foiled” e “A Maze”, quest’ultima da me maggiormente apprezzata soprattutto per l’accostamento batteria/voce particolarmente azzeccato. Lo spirito live inizia a sentirsi prepotente con “Enclosures”, un brano parlato piuttosto che cantato, che lascia spazio a Gabriele, Luca e Fabrizio di esprimersi al meglio attraverso i loro strumenti. Meno Punk ma più Indie sporco è “K.Y.C.”, ottimo il basso e gli arpeggi di chitarra in “Realeyes”, ed invece Hardcore quanto basta ma completa anche di stacchi musicali che lasciano respirare l’ascoltatore, è la penultima traccia “Uneven”. Qui mi hanno stupito, non posso che dire bravi! “The Deceit” è uno di quei brani che ti immagini di stare ascoltando mentre guidi e ti godi il panorama. Una traccia apparentemente calma e d’accompagnamento, ma solo apparentemente, infatti il finale incazzoso e pestato non tarda ad arrivare, chiudendo il disco in bellezza.
Gli Huge Molasses Tank Explodes mi sono piaciuti, non posso dire di no, però avrei preferito un po’ più di punch, un po’ più di cattiveria, un po’ più… insomma mancano di qualcosa e forse quel qualcosa non sta tanto negli arrangiamenti ma nel confezionamento del disco, in parole povere avrei fatto masterizzare il disco fuori dai confini italiani, magari in California. Certo sono la prima a comprendere che i costi di produzione non sempre sono low-cost, però proprio perché trovo che questa band abbia delle ottime potenzialità, avrei investito un po’ di più nella realizzazione sonora. Un consiglio spassionato per una loro spero futura produzione.