Arrivano da Genova i Christopher Walken, e giungono alle orecchie incazzati e potenti, con una spennellata ironica e grottesca che fa tanto stoner, di quello meno atmosferico e più metal (“Miss Fraulein much?” “E perché non i Deliriohm, con un po’ più di forma canzone?” – piccolo riassunto dei miei dialoghi interiori).
La cartella stampa ci informa che I have a drink “propone 35 minuti di stoner e psichedelia”, e in effetti è questo che fanno i Christopher Walken: canzoni dirette, tirate, rapide e infuocate, con un alone scuro a bagnare il tutto. Bassi gonfi, ritmiche serrate, e una menzione speciale agli inserti di chitarra, che, quando non appoggiano bordate buie sotto la cupola frizzante di piatti e voce, sono pronte a scattare avanti, in faccia all’ascoltatore, con movimenti inusuali e passaggi sorprendenti (il piccolo solo di Nell’abisso del tempo, ad esempio, o in generale Winter love).
Stranamente (e imprevedibilmente) li gusto di più quando tentano la strada dell’italiano (Nell’abisso del tempo, ma soprattutto Camion Babylon): suonano più freschi, meno clone, e anche più divertenti, più “giocherelloni” – e non lo trovo assolutamente un male in mezzo al marasma power che abita il disco: è un bel modo per spezzare una violenza che, sebbene gratificante, potrebbe avere il rischio di stancare, dopo un po’.
Quanto al lato psichedelico, non si mostra molto, in verità; ci sono però ottimi spunti (l’intro di Long way to fall, i minimali inserti di synth in I have a drink) che magari sarebbe interessante veder sviluppati nel futuro. Per ora ciò che rimane protagonista nelle musiche dei quattro Christopher Walken è il rock duro, immediato (la durata media dei brani è di 3 minuti e mezzo).
Concludendo, I have a drink è senza dubbio un bel disco, e se siete fan della scena stoner/metal dategli assolutamente una chance. Ad ascoltatori meno abituati potrebbe risultare un po’ affaticante, ma in quel caso l’errore è vostro.
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Christopher Walken – I Have a Drink
Written by Lorenzo Cetrangolo• 25 Febbraio 2013• Recensioni