Dalla Pistoia del grande blues, il progetto “fuori dalle righe” della band IDavoli, quartetto che muore dalla voglia di aprire il proprio cuore ad una fucina amplificata che ingloba psichedelica quadrata, robotismi dance e una funkadelica agitata che non fa star fermi un attimo chi presta loro orecchio, tracce con gli anni Ottanta dietro l’angolo cariche dei virtuosismi elettro di Talking Heads, Devo, Television per dirne alcuni ma pure con quell’immediatezza dilatata nel tempo fragile all’apparenza solida invece nelle radici.
“Greatest Hits” è il sunto della loro frequentazione nella discografia indipendente, dopo due Ep il disco della “ragione di gruppo” e punto fermo da dove partire alla grande per quel cosmo ben più alto dell’underground, una fedeltà tradotta in tredici episodi intensi e allucinati che fantasticano e producono sensazioni a livello industriale, melodie a raggiera e sconnesse che fanno ascolto e trip mentali di gamma; il ritmo è convulso, l’elettronica di echi, riverberi, feedback si sdoppiano con i richiami funk che imperversano come argento vivo e con lontanissimi pulviscoli di Sly & Family Stone, ma sono appunto lontanissimi assemblamenti di ricordi che passano nei limits atmosferici del disco, il resto è tutto un “ballo di San Vito” dal quale non puoi far finta di nulla e tantomeno ritenerti esonerato dai suoi stimoli effervescenti.
Richard Davoli voce e chitarra, Frank Davoli chitarra e tastiere, Tom Davoli basso e Jonny Davoli alle pelli sono una forza della musica, e anche se mettono ancora più a fuoco il punto “ricordano altri”, perlomeno hanno carattere e stile personalizzato, certo i riferimenti ci sono ma chi è che non li ha, tuttavia Greatest Hits è un album che lascia molto spazio a germogli creativi di tutto rispetto ed il quartetto toscano “le suona a molti” senza lasciarsi doppiare nella loro rutilante avventura sonica; una piccola abbuffata di groove che si riassume nei frenetismi dance di “Switch on pleasure”, “White tape”, attraverso le pulsioni kraut alla Devo “Something else”, “Show me”, dietro strani epilettismi latin “Saturday night”, con il funk alla Beck “Jojo rulez” per arrivare a sentori Motown nel corpo madido di “Purple pills”. A fine estate Greatest Hits ci fa ballare alla grande, ci fa muovere senza titubanze, ce n’era bisogno tra tanto abbiocco sonoro, e con un grazie collettivo salutiamo questi frastornanti musici che per tenere fede ai proverbi d’un tempo fanno proprio “ IDavoli a quattro”.