Finalmente il ritorno de Il Teatro degli Orrori con “Lavorare Stanca”, il primo pezzo estratto da Il Teatro degli Orrori, nuovo disco della band a tre anni di distanza dal precedente Il Mondo Nuovo, il video è diretto da Mauro Lovisetto.
Finalmente il ritorno de Il Teatro degli Orrori con “Lavorare Stanca”, il primo pezzo estratto da Il Teatro degli Orrori, nuovo disco della band a tre anni di distanza dal precedente Il Mondo Nuovo, il video è diretto da Mauro Lovisetto.
Poteva essere il disco dell’anno ma non lo è stato. Tutti nella nostra misera esistenza crediamo con stupida convinzione in un mondo privo di cattiveria, nell’utopia arrogante della felicità senza pregiudizi, in una poesia continuamente stuprata dalla musica. Un (Il) Mondo Nuovo per belli, brutti e cattivi. Il Teatro degli Orrori arriva al terzo disco non senza strascinare a forza quella gamba di legno marcita in pochi ma intensissimi anni di musica suonata, gli abbagli forzati di una scena indipendente troppo condizionata per essere sana. Dell’Impero delle tenebre ( il primo disco) è stato un colpo troppo forte, nessuno di noi credeva in questa rivelazione artistica, il sapore della rivoluzione, finalmente aria pulita, nuova. La critica impazzisce la gente pure, nuovo fenomeno, io sono pienamente a loro favore, darei un braccio per loro. Poi arriva la maturità magistrale e il secondo album A Sangue Freddo, qualcosa sta cambiando ma il fermento è ancora vivo, il cuore pulsa ancora senza sforzo, la consapevolezza di mostrare muscoli e cervello. Il terzo disco si carica di aspettative importanti come il giorno della festa paesana, con scarpe nuove e soldi in tasca, l’ansia di poterlo gustare senza retoriche spacca cervello del cazzo. Il Mondo Nuovo, il terzo tempo della migliore rock band italiana del momento. Ma sapete che la pioggia può rovinare le migliori feste all’aperto nonostante un organizzazione impeccabile? Nonostante tutte quelle fantasiose aspettative create dal tempo, nonostante i paraocchi dicano il contrario. Il video/singolo anticipa disco Io cerco te aveva spaccato l’opinione della gente, un mix di Teatro vecchio stile (Compagna Teresa) e maturità interiore appresa nel tempo (Direzioni Diverse). Chi lo chiama rock politico, chi parla di musica filosofica caricando di spessore i testi da sempre curatissimi, io vedo una grande band a corto di spunti e con il pesante fardello dei precedenti dischi sulle spalle. Il peso spacca le ossa, Capovilla conosce bene questo insopportabile martirio. Qualcosa viene a mancare proprio quando non doveva succedere, il colpo di coda che non arriva, il pesce grande divora quello piccolo senza scampo, il rock italiano vedeva la propria rinascita nel Teatro degli Orrori? Peccato, il bluff è servito, la terza mano è stata giocata in maniera maldestra. Parola.
Vivere e Morire a Treviso e Dimmi Addio sono i pezzi cardine dell’intero lavoro, profondi e strappa malinconia, una lacrima scava dolcemente la mia screpolata guancia, agonizzante cerco di dare luce ad un concetto sperimentale troppo malmenato per essere apprezzato. Non Vedo l’ora ricorda l’acidità musicale primordiale rievocando un beffardo sorriso materno, un discorso rivolto al cielo. Cuore d’Oceano feat Aucan e Caparezza imprime potenza aumentando la curiosità del disco, soluzione apprezzabile e intenzionalmente corretta.
Il Mondo Nuovo voleva essere il disco dell’anno più di qualsiasi altra cosa, non lo è stato.