Il Re Tarantola Tag Archive
Gli Spiritual Bat al Garbage Live Club
Con poco più di 2 mesi di vita, il Garbage Live Club diventa sempre più un punto di riferimento per la scena musicale alternativa oltre che punto di aggregazione per tutti i giovani artisti che hanno sempre difficoltà a trovare spazi adeguati per esibirsi. Dal 4 dicembre a oggi, sul palco del locale di Pratola Peligna (AQ) si sono alternati musicisti di grande rispetto, Da Il Re Tarantola a I Fiori di Cadillac, da Alex Maiorano a La Tosse Grassa e tantissimi altri. Questo week-end, sabato 21 Febbraio, lo staff del Garbage ha scelto un altro grandissimo nome del panorama Darkwave. Suoneranno infatti, dalle ore 22:30, gli Spiritual Bat, duo di Frosinone ormai istituzione per gli amanti del genere.
Clicca QUI per l’evento.
Arrivano I Feroci!
I Feroci (B-music for B-movies) duo Garage/semi-strumentale di Breno (Bs) che fa “musica di serie B per video autoprodotti di serie B tratti da film di pubblico dominio di serie B”, presentano il loro primo Ep dal titolo I Feroci che uscirà il 17 febbraio per l’etichetta La Stalla Domestica, pubblicando, sul nuovo blog de Il Re Tarantola http://ilretarantola.wordpress.it , 5 video in 5 settimane nei prossimi 5 martedì a partire da oggi. Questo è il primo pezzo/video pubblicato, tratto dal film “Earth vs the
Spider” (titolo italiano: “La Vendetta del Ragno Nero) del 1958.
Se volete seguire I feroci: http://www.facebook.com/gliincubicupi
Il Re Tarantola al Garbage Live Club
Il Re Tarantola, musicista bresciano che fa dell’ironia, del Punk e dell’autoproduzione la sua unicità, che si registra i dischi rigorosamente in casa, che scrive, produce e registra in totale autonomia, in un delirio di onnipotenza. Non c’è nessun ospite che va di moda che suona nei sui dischi. Non c’è nessun ospite che non va neanche di moda che ha suona nei suoi dischi. Il Re Tarantola riprende i suoi videoclip con una telecamera a bassissimo costo e per fare i video di solito sfrutta minori e animali. Il re tarantola fa dell’imperfezione la sua arma vincente, dell’ironia la sua caratteristica principale, dell’autoproduzione il suo orgoglio. Perennemente in tour, ha diviso il palco, tra gli altri con: Caparezza, Simone Cristicchi, Il Pan del Diavolo, Delaney Davidson e Mojomatics, Fokabbestia ecc.. Il Re Tarantola è la dimostrazione vivente di come si possono dire cose interessanti divertendosi, senza per forza fare i fighi e i presi male per 40 minuti quando si è sul palco.
Giovedì 25 Dicembre @ Garbage Live Club, Pratola Peligna AQ Via Levante 1
Aa. Vv. – Son of a Gun A Tribute to Kurt Cobain
Il cinque aprile di venti anni fa muore, apparentemente sparandosi una fucilata alla testa, quello che è innegabilmente uno tra i personaggi più importanti, influenti, sfrontati e idolatrati che la storia del Rock ricordi, uno di quei loser (al fianco di Ian Curtis, Elliott Smith e pochi altri) capaci di affascinare intere generazioni per decenni e anche oltre. Per l’occasione, Big Red Agency e RuSsU (Totale Apatia) in collaborazione con La Città della Musica e Rock House, hanno promosso questa raccolta di cover, reinterpretate da band e musicisti lombardi, per ringraziare Kurt per quello che ci ha consegnato. Tutto fantastico, in apparenza, ma poi ci tocca stendere una recensione di questo lavoro, cercando di tirare fuori tutto il cinismo possibile trattandosi di rievocare un personaggio a noi tanto caro e scomparso in circostanze così atroci. Come si può discorrere in modo ostile di un tributo a un’artista come Kurt Cobain? Infatti, non è quello che farò, perché la scelta di mettere insieme questi diciannove riarrangiamenti da parte di Big Red Agency e gli altri è totalmente comprensibile, gradito e, la quasi generale assenza di desiderio di speculazione mi spinge ad accettare con ancor più appagamento questa pura voglia di ricordare e omaggiare attraverso le note dei Nirvana.
Come abbiamo accennato, però, l’album è fatto non solo di parole dei Nirvana, ma di canzoni della grande band di Aberdeen rivisitate da nostrane formazioni lombarde, non tutte in grado di rileggere con sensibilità nuova quei brani, mantenendone inalterata l’intensità emotiva. La scelta condivisa dalla maggior parte delle band è di non stravolgere eccessivamente lo stile originale, forse mostrandosi saggi o spaventati dagli ovvi paragoni, e quindi, per lo più, la tendenza è sottolineare chi l’aspetto Punk (Andead), chi quello Rock (Mad Penguins, Marydolls, Str8t), chi quello Alternative (Cronofobia, Nessuno, Pay) e chi quello Lo Fi (Il Re Tarantola) della band regina assoluta del Grunge. Diverse le formazioni che provano ad aggiornare con raffinata adeguatezza al presente le note di Cobain, alcune riuscendoci in pieno e altre meno ma comunque palesando una buona dose di coraggio che non deve essere trascurata. Discrete le scelte di Hey! Amber, Incomprensibile Fc mentre ottima è la selezione del brano da parte dei 36 Stanze che offrono una versione Crossover di “Tourette’s”, cosi come non dispiacciono l’intima rivisitazione di “Rape Me” di RuSsU e “Serve the Servants” in chiave Rock’n Roll dei Seddy Mellory. Passando al peggio ascoltato nella compilation, dispiace dover citare le due brutte trasposizioni Rock scialbissimo e Hard Rock dei Deizy e dei Blackline e disturba addirittura lo stile e la timbrica irriverente, in senso cattivo, dei Malena cosi come la “Sliver” dei Totale Apatia che quasi annienta la potenza intrinseca del brano originale. Per fortuna ci pensano prima i Korova Milk Bar con una splendida “Drain You” a risollevare il livello e poi i Matmata con “Dumb”.
Un lavoro senza troppe ambizioni che non ci regala molte positive chiavi di lettura, ma quantomeno pone l’accento su una grande formazione a tratti troppo bistrattata ma che invece ha saputo fare della semplicità e del minimalismo rabbioso una forza capace di resistere al tempo. Un lavoro che aiuterà i più distratti a ricordare di un perdente che il tempo ci ha insegnato a riconoscere come un grande uomo oltre che un immenso artista.
Il Re Tarantola – Il Nostro Tabacco Sa d’Amore
Ho ascoltato un paio di volte questo nuovo lavoro de Il Re Tarantola senza Emma Filtrino, con la quale aveva realizzato le prime cose, e subito mi sono immaginato un personaggio simpatico e un po’ svampito, una specie di amicone che a trent’anni non sa che diavolo fare nella vita oltre ad essere felice e fregarsene. Poi ho udito ancora e mi sono cascate le braccia, ritrovandomi di nuovo tra le orecchie uno di quei grossolani gruppi indie italiani madrelingua; di quelli che non si capisce bene cosa dicano e sputano frasi a effetto di quelle che piacciono a un pubblico sempre meno attento alla sostanza e sempre più all’apparenza. Poi ho origliato ancora, ho capito che Il Nostro Tabacco Sa d’Amore (che richiama il precedente del 2011 Il Nostro Amore Sa di Tabacco) stava diventando una specie di droga per me e ho deciso che dovevo capire meglio questo stranissimo cantautore bresciano.
Il suo mix di Lo-Fi e Punk/Grunge attitude mette insieme con naturalezza i Nirvana e Daniel Johnston ma il cocktail che ne viene fuori è talmente sconclusionato e strampalato da avere un sapore del tutto nuovo. Come dice lo stesso Re in un brano, copia tanto male che sembra originale e le parole rendono perfettamente l’idea, alimentando anche il dubbio lecito se tutto sia ricercato con intelligenza o frutto di eccessi di spontaneità. Il Re Tarantola non suona semplicemente Lo-Fi ma ha la bassa fedeltà che scorre come un virus nelle vene; si registra i dischi in casa (anche se registrazione e mixing di questo sono stati fatti dallo stesso Manuel Bonzi al Castello di Gera studio di Breno), dischi che scrive per conto suo e fa lo stesso per video e quant’altro. Inseguendo una nuova tradizione indie italiota, alla bassa fedeltà aggiunge uno stile vocale che chiamare canto è un eufemismo, aggiunge qualche parola che richiami l’attualità mediatica, si atteggia a fiero perdente, gioca con le parole, con ironia e divertimento eppure suona più sincero di ogni Officina della Camomilla o Dente che possiate aver ascoltato negli ultimi tempi.
Il Re Tarantola è divertente senza doversi necessariamente atteggiare a profondo conoscitore della vita e senza doversi mostrare come un nuovo poeta maledetto per poveri senza cultura. È sincero e inadeguato, realmente imperfetto tanto che in certi momenti pare quasi di ascoltare dei perfetti incompetenti, gente che con la musica c’entra poco, anche se le melodie e le canzoni e i ritornelli e tutto quanto sono di un’amenità unica. Cosa c’è di eccezionale nella musica de Il Re Tarantola non è facile da dirsi. Di sicuro non bastano i testi evocativi, malinconici, spesso sbagliati anche nella forma (eppisodi al posto di episodi non si può sentire) e non è troppo originale la formula Folk/Lo-Fi che unisce chitarrine, tastiere e rullanti eppure ha un che di difficilmente riscontrabile in ogni altra nuova proposta. Un suono talmente genuino che riesce a trasformarsi in pura piacevolezza, la stessa avvenenza che riesci a vedere quando senti un bimbo incespicare nelle sue prime parole. Nirvana abbiamo detto e tanto Daniel Johnston e poi Folk e chitarre taglienti e fastidiose come in un certo Psych Garage Rock anni Sessanta tutto in uno stile semplice e assolutamente inoffensivo, totalmente depurato da ogni possibile violenza o aggressività sonica. Ascoltatelo per bene, è molto più di uno scarso cantante o pessimo musicista che non sa scrivere testi impegnati, immaginifici e cool. Molto più che un tizio che canta e suona male sparando cazzate che mettono allegria. Potrebbe anche essere una nuova via per l’Indie italiano, una strada da scoprire facendo retromarcia e prendendo coscienza dei propri limiti, con naturalezza, scoprendosi meno di quello che noi stessi vogliamo credere.
La Band della Settimana: Il Re Tarantola
“Il Re Tarantola, musicista bresciano che fa dell’ironia, del Punk e dell’autoproduzione la sua unicità, che si registra i dischi rigorosamente in casa, che scrive, produce e registra in totale autonomia, in un delirio di onnipotenza. Non c’è nessun ospite che va di moda che suona nei sui dischi. Non c’è nessun ospite che non va neanche di moda che ha suonato nei suoi dischi. Il Re Tarantola riprende i suoi videoclip con una telecamera a bassissimo costo e per fare i video di solito sfrutta minori e animali. Il Re Tarantola fa dell’imperfezione la sua arma vincente, dell’ironia la sua caratteristica principale, dell’autoproduzione il suo orgoglio. Perennemente in tour, ha diviso il palco, tra gli altri con: Caparezza, Simone Cristicchi, Il Pan del Diavolo, Delaney Davidson e Mojomatics, Fokabbestia ecc..
Il Re Tarantola è la dimostrazione vivente di come si possono dire cose interessanti divertendosi, senza per forza fare i fighi e i presi male per 40 minuti quando si è sul palco. Viva il Re!”
Lui è la nostra scelta della settimana, in attesa della recensione di imminente uscita del nuovo album Il Nostro Tabacco Sa d’Amore.