Non tutto può essere giornalismo e quello che stiamo per illustrarvi crediamo proprio che non lo sia. Solo l’altro ieri è apparsa, sulle pagine web del noto quotidiano nazionale, una news che noi fagocitatori di Rock non potevamo certo far passare inosservata (la trovate qui). Titolo “Non tutto può essere rock”. L’argomento è Bologna Violenta e il suo ultimo album Uno Bianca. Il giornalista è Beppe Boni. La sua non è una recensione ma una pseudo accusa che parte dall’idea che Nicola Manzan (alias BV ma forse lui non lo sa) abbia voluto semplicemente spettacolarizzare un evento drammatico. Accusa che sfiora il ridicolo e che finisce per diventare lo strumento che smaschera l’impreparazione del giornalista, almeno in ambito musicale.
Parla del disco Uno Bianca Tour (ma che c’entra il termine tour?) e poi scrive:”I parenti delle vittime per loro ammissione sapevano e non sapevano”; ma che diavolo di informazione è questa? Scrive ancora:”esce tragicamente dal buon gusto dato che sulla scena, quella vera, ci sono 24 morti e 102 feriti, i brani sono solo strumentali.” Ora, fermo restando che non capisco perché trattare un evento tragico in musica sia uscire dal buon gusto, che diavolo vuol dire che i brani sono strumentali?
Probabilmente se il dott. Boni avesse davvero ascoltato l’album in questione ne avrebbe colto il trasporto e la violenza emotiva nel raccontare in musica tale immane tragedia, cosa che molto probabilmente le generazioni che non hanno vissuto quegli anni di orrore sono riusciti a fare. Ma questo richiede tempo, passione e una sensibilità che va oltre il semplice titolo di un disco. Non tutto può essere rock, è vero, ma nulla può essere trattato con superficialità, almeno da un giornalista.