C’è ciccia nel primo full length de Il Rumore della Tregua. Sono una band e suonano come una buonissima band, seri e capaci, sicuri e senza sbavature; hanno anche studiato i cantautori, e si sente. C’è come un’autorevolezza antica nella voce di Federico Anelli, una malinconia di fondo che vuole sembrare profonda, riflessiva, intensa. Lo è davvero? Probabilmente sì, ma chissà. Importa? Non so. (Ci torniamo dopo). Quello che so è che Una Trincea nel Mare è un disco complesso, non immediato, scritto bene, suonato bene, prodotto bene. Bisogna dare atto a Il Rumore della Tregua di aver saputo architettare un disco che non solo sta in piedi ma addirittura svetta: come suoni, arrangiamenti e maturità compositiva siamo a livelli d’eccellenza. La cosa che sento mancare è una voce, uno sguardo che sia solo loro. E qui torniamo a quella sensazione, fastidiosa come una mosca, di stare guardando uno spettacolo progettato con una perizia spaventosa ma che tradisce la sua natura artificiale: si notano forse le quinte, in fondo alle ombre, ai lati del palco? Sono luci di scena quelle, o sono stelle? È sangue finto, quello che sgorga? L’agonia ci fa piangere di dolore, di commozione, o solo spellare le mani applaudendo il primattore? Domande che lasciano il tempo che trovano, risposte che sono tema di conversazioni di mezzanotte al tavolo di un bar. Nel frattempo vi dico che il disco merita il vostro ascolto se masticate i cantautori, le colonne sonore di Morricone e certo Folk Rock malinconico e denso, intenso, di qualità. Da tenere d’occhio.
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Il Rumore della Tregua – Una Trincea nel Mare
Il Cielo Sotto Milano rende tributo a Bob Dylan
Dopo la serata dell’11 Giugno scorso, Il Cielo sotto Milano, la rassegna itinerante dedicata al meglio del panorama indipendente emergente targata Costello’s, torna al Carroponte forte di un cast di artisti di prim’ordine. Durante la serata si alterneranno infatti sul palco DUST, Il rumore della tregua, MasCara, The Monkey Weather, Luisenzaltro e Jona che eseguiranno l’intera tracklist dell’album The Freewhelin’ di Dylan, nel preciso ordine con cui è stato pubblicato nel lontano 1963. Il tutto sarà contornato anche da contenuti aggiuntivi quali immagini riguardanti Bob Dylan che verranno proiettate sul palco e accompagnate, nei cambi palco, da estratti esclusivi di interviste e versioni differenti dei brani contenuti nell’album. Per ulteriori informazioni, consultare la pagina dell’evento su Facebook.
Il Rumore Della tregua – La Guarigione EP
I momenti di tregua sono per definizione delle sospensioni temporali di conflitti, dovuti spesso ad un accordo tra le parti, ed è forse questa la magia che questo quintetto milanese riesce a far emergere dal suo primo EP, un cessate il fuoco dal bombardamento a cui le nostre orecchie sono sottoposte quotidianamente. C’è chi pensa che le nuove proposte musicali siano poche; si sbaglia, il problema forse sta nel livello di qualità delle stesse, e una tregua è proprio quello ci vuole. La Guarigione, primo EP del Rumore Della Tregua, ci prova irrompendo in un questo scenario proponendo una pausa e un respiro profondo, che hanno la tipica patina di tempi passati, ma che non suonano per nulla vecchi. Malinconie classiche alla Nick Cave, tracce di un’America polverosa e Folk, un po’ di rumore da rockers d’altri tempi, e liriche cantautorali, questo è il mix che emerge dal lavoro dei cinque, che riescono a destreggiarsi abilmente e realizzare un EP di qualità.
Cinque brani in equilibrio tra suoni in minore e gusto moderno, in cui le atmosfere sono perlopiù cupe, difficile farsi strappare un sorriso, se non uno di quelli amari, ma non sempre la musica deve essere pura distrazione, a volte è denuncia, riflessione, condivisione. Un buon esempio di ciò è il primo brano “Haiku”, che seguendo la tradizione poetica giapponese XIX secolo da cui trae il nome, condensa in tre versi emozioni forti e viscerali. I testi possono a pieno titolo essere definiti i padroni di questo EP, niente leggerezze e rime spensierate ma parole che acquistano spessore e consistenza. Significati forti resi immediati dalle scelte poetiche della scrittura e supportati dalla musica. Racconti e storie dure che trovano la massima espressione in “Confessa il Peccato Harry”, dove per la prima e unica vota compare la parola guarigione. Una lirica che assomiglia ad un percorso di catarsi che non trova il suo completamente. Per guarire bisogna espiare le proprie colpe, ma non sempre il percorso è una strada dritta.
A volte come in “Revival” si preferisce lasciare il marcio fuori dalla porta. Ad una nostalgica come me è parso di poter rimettere su una vecchia cassetta dei Timoria, chiudere gli occhi lascarsi trasportare via. Colpe, disagi, espiazioni, amori sbagliati, mondi popolati da superbi, mediocri, cani, conigli e pornocrazia, decisamente non sono per tutti. Speriamo che la strada del Rumore Della Tregua continui, seguendo le scelte proposte in questo EP, una musica che non invecchia e non si lega ad esigenze espressive generazionali o a mode del momento, suoni pieni corposi e parole che lasciano il proprio sapore in bocca, insomma da gustare.