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Circle of Chaos – Crossing the Line

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Anche per quanto riguarda il Death Metal, cosi come per ogni altro stile musicale, se non sai dove metter le mani non vai a parare da nessuna parte, soprattutto oggi che c’è un’inflazione del genere e nascono band giorno dopo giorno, sempre pronte a scimmiottare i loro riferimenti, che siano In Flames, Dark Tranquillity o Ceremonial Oath. Si rischia di esser monotoni, palesarsi senza idee e automaticamente suonare noiosi; un pò come è successo agli Svedesi Circle of Chaos che, in questo secondo disco intitolato Crossing the Line, tutto hanno fatto tranne che metterci personalità utile ad evitare i problemi di cui sopra. Il disco esce a distanza di quattro anni dal modesto Black Oblivion ed è anticipato da un EP del 2012 che, detto sinceramente, lasciava presagire il successivo passo falso fatto dal quintetto. E non a caso, anche quel Two Heades Serpent si rivelò un lavoro sciacquo e deludente.

Con questo nuovo disco, sembrano essere centrate le tematiche, i titoli sono forti e d’impatto e la produzione è discreta eppure ci ritroviamo comunque con un sound trito e ritrito tanto che gli unici colpi messi a segno arrivano con le sole “Sign of insanity” ovvero la traccia d’ apertura, “Ascending Disorder”, “War N Terror” e “Blood for Blood”.  Queste citate sono, nel bene o nel male, le tracce con qualche particolarità in più, che sia un riff graffiante, un assolo più coinvolgente o una melodia genuina; il resto passa tutto inosservato. Di questo Crossing The Line l’ unica cosa veramente  interessante è l’ artwork: colpisce ed è piacevole anche se comunque è troppo poco per un disco che  non ci ha convinto per niente sotto l’aspetto musicale. I Circle of Chaos sono un gruppo con buone potenzialità, probabilmente basterebbe loro poco per creare, non certo un capolavoro ma almeno un disco più piacevole e ascoltabile. Lo stesso album d’ esordio aveva degli interessanti particolari sui riff e sulle melodie e la cosa non poteva che suggerire la presenza di buone basi e proprio quelle devono  essere sfruttate al meglio. Purtroppo questo Crossing the line è stato un passo falso ma non c’è da scoraggiarsi, il tempo c’è e le capacità permettono ben altro; siamo fiduciosi.

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RAVENSCRY: il 27 Maggio il nuovo disco

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Esce il 27 maggio il secondo album dei Ravenscry, dal titolo The Attraction of Opposites, registrato al Ravenstudio e mixato da Roberto Laghi e Dragan Tanasković (In Flames, Diablo Swing Orchestra, Entombed) al Bohus Sound Recording in Svezia.
L’album, il cui artwork è stato curato da Stefano Mattioni, sarà distribuito su tutte le piattaforme digitali da Audioglobe e in formato fisico da Revalve Records in Europa, USA e Giappone. Ricordiamo inoltre che i Ravenscry saliranno sul palco del Route 66 di Milano il prossimo 23 maggio, evento al quale sarà possibile acquistare la prevendita dell’album.

 

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Remains in a View – Elegies

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A distanza di quattro anni dall’ultimo lavoro i sulmonesi Remains in a View tornano sulle scene con Elegies, album che affonda le sue radici più intime e profonde nella seconda ondata Metalcore di metà anni novanta, i cui esponenti di spicco (Killswitch Engage, Trivium, Avenged Sevenfold, Atreyu) cristallizzarono le proprie sonorità filtrando l’esperienza Punk Hardcore degli archetipi (Agnostic Front, Biohazard, Suicidal Tendencies) attraverso la tormentata e struggente esigenza melodica mutuata dal Death Metal di area scandinava (più precisamente, svedese: In Flames, Dark Tranquillity, At the Gates). I Remains in a View, incanalandosi perfettamente in questo filone, propongono con Elegies nove tracce in cui una brutalità primordiale e selvaggia trova la sua ideale controparte nella costante rappresentazione di schemi armonici sognanti, rifuggendo tuttavia la seducente tentazione di incedere, come troppo spesso accade, nell’agevole sentiero del romanticismo più melenso. Un calderone sonoro coerente (e perciò credibile), da cui emerge nitidamente un’invidiabile perizia tecnica ed una fervida capacità compositiva (esplicitamente influenzata dal prolifico songwriting di band come Darkest Hour, August Burns Red, Texas in July), il tutto suggellato da una produzione cristallina e possente, estremamente curata nel cesello di ogni minimo dettaglio, in grado di conferire ad ogni singolo momento dell’album la giusta connotazione estetica e formale, l’adeguato posizionamento all’interno di una struttura armonica in continua evoluzione/oscillazione.

Elegies si configura come una discesa dantesca nel baratro della schizofrenia più contorta e disperata – luogo remoto, inaccessibile e segreto dove i turbamenti, le angosce, le ipocrisie dell’umana quotidianità vengono costantemente scarnificate e messe a nudo  dal monolitico drumming di Giacomo Ficorilli (particolarmente letale nei sanguinolenti blast beats di “Shipwreck of Existence”, “So Far from the Truth” e “The Deepest Black”), dalla camaleontica versatilità dell’impianto chitarristico, perfettamente a suo agio nel destreggiarsi tra complesse partiture al cardiopalma (vedi “Crossing the Line”, “Left Undone”, “Travelers”) e rappresentazioni pittoriche di immagini indistintamente nostalgiche, quasi svanite (come nell’evocativo incipit di “Sleepwalker Blues”, ad esempio), dai continui stupri vocali perpetuati dal singer Davide Mancini, (oggettivamente impeccabile nell’improvviso alternarsi di growl, scream e clean vocals).

Probabilmente un paio di assoli non avrebbero guastato, così come una maggiore attitudine introspettiva (sulla scia della già citata “Sleepwalker Blues”, per intenderci) e magari qualche sproloquio matematico di scuola Meshuggah. Tuttavia, come si suol dire, “Roma non é stata costruita in un giorno”, e indubbiamente i nostri quattro sulmonesi ne hanno di tempo da spendere.

Fin qui tutto bene”, direbbe Hubert.

Continuate così.

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Nuovo disco per i Ravenscry

Written by Senza categoria

I Ravenscry tornano in studio e promettono scintille: per il loro secondo full length, previsto in uscita nel 2014, hanno deciso di affidare il mixaggio a Roberto Laghi (In Flames, Hardcore Superstar, Sonic Syndicate, Freak Kitchen) e il mastering a Dragan Tanasković (In Flames, Hardcore Superstar, Dark Tranquillity). La band dichiara: “Per questo secondo album vogliamo prenderci il tempo che riteniamo opportuno per poter ottenere il massimo con i nostri mezzi. Per questo abbiamo deciso di avvalerci della collaborazione di professionisti come Roberto e Dragan che a nostro avviso si collocano al top in ogni ambito”. Non ci resta che attendere e tenere d’occhio il Sito per ulteriori sviluppi.

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