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Fabrizio Pollio è un cantautore milanese, fondatore e frontman della band Io?Drama, dal 2013 membro attivo del collettivo Rezophonic e dal 2015 membro della Nazionale Artisti TV.
Aa. Vv. – Happy Birthday Grace!
Ci sono album e musicisti che la bravura e il destino hanno reso immortali, imprimendoli nella memoria e nell’immaginario di molti. Jeff Buckley è sicuramente uno di loro, una vera meteora che ha illuminato per troppo poco la scena musicale mondiale, ma che ha saputo in così breve tempo lasciare un’impronta indelebile nella storia del Rock. Nell’agosto del 1994 usciva il suo capolavoro, Grace; vent’anni dopo, lo studio di registrazione QB Music di Milano, pubblica in free download una compilation che ne celebra il ricordo. Parlare di semplice tributo non è corretto perché il lavoro di reinterpretazione e omaggio alle dieci tracce che compongono Grace va aldilà della semplice “coverizzazione” dei brani. Gli artisti presenti hanno saputo, grazie alle sapienti mani dello studio, creare qualcosa di veramente nuovo e non scontato, basando il lavoro su una forte ricerca dei suoni e degli arrangiamenti, portando le melodie di Grace negli anni 2000 attraverso la New Wave, il Funk, l’Elettro Pop e le sperimentazioni musicali. Capita spesso che le reinterpretazioni e i tributi, nella ricerca dell’omaggio perfetto a tutti i costi, inciampino nella miope rete dell’emulazione e finiscano per essere solo delle brutte versioni dell’originale. QB Music e gli artisti coinvolti sono riusciti invece a trovare il giusto equilibrio e mix tra la versione originale e le diverse personalità degli interpreti che si susseguono, offrendo un punto di vista differente e tratti irriverente e un po’ impudente. Così ci si ritrova ad ascoltare “Mojo Pin” in versione New Spleen Wave, dove la carica interpretativa di Buckley viene resa materiale dai synth effettati degli Starcontrol; una veloce e ritmata “Grace” “groovizzata” grazie alla sorprendente voce ed energia di Naima Faraò dei The Black Beat Movement.
Tra le dieci tracce ce ne sono due che si contraddistinguono per intensità e sperimentazione, anche se lo fanno muovendosi su territori ben distinti e sono la scura “So Real” in cui i Two Fates, attraverso un tappeto di suoni sintetici, attualizzano il senso claustrofobico e di angoscia affidati a basso e batteria nell’originale, e “Corpus Christi Carol“ solenne e celestiale che si trasforma in terrena e quasi tribale grazie alla ritmica dei piatti e dei tamburi dello Zenergy Trio. Due interpretazioni altrettanto interessanti e ricche di emozioni sono quella di “Lilac Wine” che diviene un blues scarno e graffiante con la sensibilità di Sergio Arturo Calonero, e dell’immortale “Hallelujah”, uno dei compiti più ardui, che gli Io?Drama superano brillantemente grazie alle grandi capacità vocali di Fabrizio Pollio e al violino di Vito Gatto. Happy Birthday Grace! È un lavoro curato, bello da ascoltare, cha valorizza gli artisti che vi hanno partecipato e rende omaggio alla grande musica e alle capacità interpretative di Jeff Buckley con altrettanta qualità, sempre con la giusta consapevolezza del confine tra imitazione e tributo.
Io?Drama – Non Resta che Perdersi
Che indifferenza fa una vita in più? quello che abita al piano di sopra di Fabrizio Pollio, la voce, che ha la madre fatta di Lexotan e suona il violino, non è Vito Gatto, estroso, gran segaiolo delle crini di cavallo maschio in “Vergani Marelli”. Ma che indifferenza fa una vita in più? A me non me ne frega un cazzo. Non perché non me ne freghi un cazzo. Ma non ti credo. Credo molto più al Califfo e credo non ti sia mai drogato bene nella vita. Disarmonie in Madreperla che non capisco e che non trovo. Morgan ha già scritto “Altrove” e “Cieli Neri” e Andy le ha suonate da paura. Ma d’altronde esiste Moltheni, fanno le tournè estive i Subsonica. Pace.
Se fossi padre ti direi: “Ragazzo mio non ti racconterò favole i mostri sono altri, non sono quelli nei libri. Impara a conoscere i tuoi e non cercare di descrivere i mostri degli altri che finisce che te li fai venire davvero.” Poi ho capito che Non Resta che Perdersi, e che la musica non è Lexotan ma tutt’al più Guttalax. Anche la musica. Forse è solo Indie, Alternative. Sono al quarto disco gli Io?Drama e non sembrano volersi fermare. Piacciono anche a qualche mio amico. Non a me, ma lo giuro l’ho ascoltato per intero, “Non resta che perdersi”, tante eco, e non ho smesso mai di pensare alla mail dell’amministratrice di condominio, al vino in frigo, al formaggino Tigre. Continua a fare quello che ti piace Io?Drama o finirai come me, col formaggino e il vino fresco di frigo.
“Amore mio al di là ci aspetterà l’alba più raggiante, ritrovarci ancora a luci spente.”
La Band Della Settimana: La Nuit
Sono i La Nuit la nuova band della settimana scelta da Rockambula webzine.
Testi introspettivi, atmosfere oscure e graffianti e grande fisicità on-stage: questa la ricetta del Rock Crepuscolare dei LA NUIT. Il progetto nasce nell’inverno del 2011 con Marco Mangone alla chitarra, Andrea Spinelli alla batteria e Matteo Terzi (ora busker itinerante conosciuto come Soltanto) alla voce. Dopo l’abbandono del progetto da parte di Matteo e diversi cambi di line-up al basso (Pietro Ferrari e successivamente l’attuale Marco Arpigliano) subentra Giulio De Busti alla voce.
La band inizia a suonare in diversi live club ed eventi e dopo 2 anni e mezzo di attività raggiunge la quota di 40 live-show tra Lombardia e Piemonte. Nel 2011 vince il Bià Music Contest grazie al voto in giuria di Manuel Agnelli (AFTERHOURS) e suona davanti a 300 detenuti del carcere Torre del Gallo di Pavia.
26 Gennaio 2013 – La band rilascia il primo full-lenght autoprodotto di 12 tracce: INTRODUZIONE AL BIMBO INSONNE. Il disco viene presentato al Tambourine di Seregno dove i LA NUIT fanno da opening act a ROBERTO DELLERA & RODRIGO D’ERASMO. I LA NUIT hanno suonato con: ROBERTO DELLERA & RODRIGO D’ERASMO, BOLOGNA VIOLENTA, MORKOBOT, LOVE IN ELEVATOR, LUBJAN, AIM, IO?DRAMA, MANTRA ATSMM …
Io?Drama – Mortepolitana
L’Italia è nella merda fino al collo, forse di più, ma questo ormai è sotto gli occhi di tutti, l’hanno cantato gli Zen Circus nel loro ultimo disco, vogliono ricordarcelo con il loro inconfondibile violino gli Io?Drama registrando in pochissimo tempo il loro ep Mortepolitana. Bene, non siamo ancora sicuri della nostra fine orrenda, siamo un popolo a cui piace cuocere a fuoco lento senza diritto di riscatto, più soffriamo e più godiamo.
Quattro pezzi come sempre sopra le righe compresa una rivisitazione di Samarcanda del buon Vecchioni, la chiave indie folk a dettare i tempi (di crisi) di un piccolo gioiellino di casa nostra, il sapore alternativo delle sporche vicende italiane che vedono i propri scenari tra precariato (L’amore ai tempi del precario) e social network (Il mio profilo). La persona che perde la propria identità nascondendola dietro uno squallido monitor, si perde il coraggio di mostrarsi sotto la naturale luce del sole, di fare l’amore, di avere sangue caldo nelle vene. Di essere persone. Il precariato poi diventa l’ABC del nostro quotidiano, non avere delle sicurezze dovrebbe stimolare, invece ammazza l’animo della gente. Ma noi non facciamo nulla, ci flagelliamo l’orgoglio pensando che dopo una grande salita c’è sempre una grande discesa. Mortepolitana suona come una scontata denuncia alla società, la musica deve essere mezzo di protesta, liberta d’azione, una chitarra incide più profondamente di qualsiasi lama. Particolarmente adorabile anche la confezione dell’ep in edizione limitata con le illustrazioni di Cristian Sonda. E’ dura non pensare che questo tassellino artistico dei Io?Drama possa passare senza ricevere i giusti apprezzamenti, un ep importante e maledettamente sincero. Ragione per cui apprezzo l’intensità ragionata di questo lavoro.