Claustrofobico, ipnotico, intrigante, misterioso: l’esordio del collettivo irlandese, sospeso tra folk e doom, punta a lasciare un segno indelebile nel tempo.
In perfetto equilibrio fra shoegaze, trip hop, noise e dream pop, il secondo album della giovane band irlandese spicca per originalità e attitudine alla sperimentazione.
Estremamente riduttivo definirlo post-punk: un concept album dell’era moderna che narra dolorosamente le vicende di un’Irlanda con il cuore a pezzi in 12 tracce al vetriolo.