Italia Tag Archive

Goran Bregovic, Calcutta & Paolo Tocco (Pescara 04 settembre 2016)

Written by Live Report

La chiusura dell’estate musicale pescarese regala ai cittadini, ai turisti e a tutti quelli che, come me, hanno macinato chilometri per esserci, una giornata carica di appuntamenti gratuiti per tutti gusti e di forti emozioni e divertimento. Almeno tre gli eventi, non direttamente collegati tra loro, ci hanno accompagnato già dal pomeriggio fino alla sera non troppo inoltrata visto il relativo rispetto degli orari previsti per i concerti. Alle ore diciassette, presso la libreria Feltrinelli, il produttore, promoter e cantautore chetino Paolo Tocco fa il suo ingresso in punta di piedi nel mondo della letteratura presentando l’opera prima edita da Tabula Fati, Il Mio Modo di Ballare, raccolta di racconti che sono trasposizione delle canzoni del suo fortunato ultimo album, dallo stesso titolo, particolarmente apprezzato dalla critica (me compreso) tanto da finire tra i finalisti del Premio Tenco. La presentazione è impreziosita da un live acustico per il quale, l’artista, sceglie la sua voce, una chitarra e due musicisti che saranno gli stessi del prossimo disco del musicista abruzzese già in fase di preparazione. L’esecuzione dei brani è alternata a un reading di estratti dei racconti a cura dell’attore Massimiliano Elia e alle domande dei giornalisti e moderatori Donato Zoppo e Luca Pompei. I pezzi già noti dell’album sono riproposti spesso con arrangiamenti che donano loro nuova vitalità e distolgono l’attenzione da un’esecuzione non sempre impeccabile. Del resto il protagonista oggi non è tanto la musica quanto le parole ed è proprio Massimiliano Elia a creare la giusta atmosfera per farci appassionare, emozionare e tutt’altro che annoiare nonostante la durata dell’esibizione che arriva a quasi due ore. Il momento più toccante si ha con la dedica al padre, oltretutto presente e in lacrime; è stato proprio lui a suggerire involontariamente il titolo dell’opera quando cercò ingenuamente di giustificare la sua impossibilità a camminare e muoversi come una volta. Non mancano momenti di critica velata da parte dei moderatori e di autocritica, come quando si fa notare l’accostamento impossibile tra architettura romanica e ambientazione a stelle e strisce o quando si fa cenno all’uso di nomi stranieri per “scenografie” italianissime, ma la grande umiltà e simpatia di Paolo Tocco riescono sempre a far scivolare talune incongruenze o eccessive licenze poetiche in un’aura di magia e umanità. Come lui stesso ammetterà, non ha la presunzione di credersi scrittore nel senso professionale e artistico del termine come non ne ha di essere un cantante. È soltanto un essere umano con diverse cose da dire e tanta voglia di dirle, senza mai svelarsi troppo ma cercando di colpire al cuore dalle più disparate prospettive. Il disco è riuscito nel suo intento, per il libro dobbiamo aspettare almeno il tempo di leggerlo.

tocco1

Chiusa la presentazione tocca spostarsi verso il mare. Due sono gli avvenimenti che si svolgeranno di lì a poco quasi in contemporanea: da una parte c’è la festa dei Giovani Democratici con l’inspiegabile fenomeno di massa Calcutta e, ad aprire, I Missili, giovane, allegra e interessante formazione Pop Rock abruzzese messasi in evidenza con l’album Vitamine del 2014 edito da V4V Records. A qualche centinaio di metri, nell’Arena del Mare, c’è Bregovic, con la sua Wedding & Funeral Band. Faccio la mia scelta e, nonostante avessi già visto in passato un suo spettacolo, ma mai quello di Calcutta, mi reco dall’artista serbo occupando posto nelle retrovie, con i piedi nella sabbia e il palco dritto davanti a me. La World Music di Goran Bregovic è quella che conosciamo, lo show non si discosta affatto da quello che ricordavo, i suoi pezzi più noti sono tutti palesati, i fiati, le percussioni, le voci regalano un momento comunque unico a tutti i presenti; ragazzi sdraiati sulla spiaggia, adulti che non riescono a stare fermi e tanti bimbi che ballano come pazzi, per la gioia del genio di Sarajevo (del resto il tour ha il titolo Chi non Diventa Pazzo non è Normale). La scelta della regione Abruzzo nell’ambito Open Day (progetto di promozione turistica voluto dalla presidenza della Giunta regionale “per far crescere la competitività dell’Abruzzo” con la collaborazione dell’amministrazione comunale di Pescara e di Banca Intesa) di finanziare e dare voce a Bregovic si rivela indovinata non tanto o non solo per l’atmosfera di festa che è riuscito a creare ma anche per la sensibilità e l’acutezza con la quale tocca temi importanti come l’integrazione o la guerra. Durante la serata viene anche promossa la raccolta fondi avviata dalla regione a sostegno delle popolazioni colpite dal sisma (se volete dare una mano, il conto corrente è 1034127231 intestato a “Regione Abruzzo – Pro Sisma 2016”, codice Iban IT-73-A-07601-03600-001034127231) secondo modalità probabilmente rivedibili, almeno per aumentare la partecipazione dei presenti; alla fine poco conta se l’ovvia conclusione del concerto si avrà con la sua nota versione di “Bella Ciao”, poco conta se la Festa dell’Unità dei Giovani Democratici è da tutt’altra parte, poco conta se non tutti gli astanti si sentono rappresentati dal famoso canto popolare partigiano. La sabbia salta via dai piedi nudi dei ragazzi, le braccia volano verso il cielo, la danza collettiva resuscita uno spirito di partecipazione e solidarietà che non si vedeva da qualche tempo e anche se non tutti sono mossi da sincero trasporto ma piuttosto dalla voglia di fare “casino” il risultato è di quelli che ci rimarranno nel cuore a lungo.

breg1

Finito il concerto, mi fiondo verso Calcutta, sperando, per una volta, che gli orari non siano rispettati e riesca a vedere la conclusione del live. Arrivo e mi accorgo che le mie speranze possono andare e farsi fottere ma comunque posso scambiare quattro parole con i ragazzi che hanno organizzato e visto il concerto. C’è profonda delusione, mi dicono. Il concerto è durato pochissimo, è costato un sacco, avrà cantato quattro canzoni, oltretutto malissimo e si è rivelato anche tutt’altro che disponibile, rinunciando a incontrare i suoi fan con la scusa che non ama il contatto fisico. Del resto non è un obbligo, per chi suona, darsi in pasto alle folle ma il giudizio sulla sua esibizione mi lascia soddisfatto della scelta di essere altrove e, tutto sommato, sembra confermare tutto quello che temevo circa l’eccessivo, inutile, sconsiderato fragore intorno ad un ragazzo senza troppo talento che si è trovato al posto giusto al momento giusto. Il bilancio della serata resta positivo e, per ora, lasciamo da parte le critiche sulla contemporaneità di eventi di grande risonanza, non solo di Calcutta e Bregovic ma anche con la serata Aquilana, il Jazz Italiano per Amatrice. Per una volta, siamo contenti della vasta possibilità di scelta e dell’abbondanza. Presto torneremo ai piccoli e appassionati concerti nei minuscoli club di provincia e a “emigrare” verso le grandi città del nord per assistere a qualcosa d’importante che, nella mia regione, non si trova con troppa frequenza quando il sole si fa più mite e la brezza della sera si trasforma in un freddo pungente. Oggi mi godo il fresco ricordo di una caldissima giornata sulla riva del mare pescarese.

Read More

President Bongo – Serengeti

Written by Recensioni

Perché un artista islandese dovrebbe narrare in note terre tanto lontane fisicamente e idealmente? La risposta è nella definizione che Stephan Stephenson (suo vero nome) si è cucito sulle spalle: lui è un carpentiere emozionale e in quanto tale non può che superare ogni sorta di limite per costruire addosso a ognuno di noi l’emotività voluta. Se a qualcuno il nome President Bongo non ha detto nulla, considerando anche che questo è un disco d’esordio, il succitato nome di battesimo dovrebbe ricordarvi una band fondamentale per l’Elettronica nordica che si è sviluppata dai Novanta. Il nostro President è stato, infatti, dalla formazione al 2015 uno dei membri dei GusGus, band di Reykjavik che ha brillantemente esplorato territori vasti dall’House alla Techno, dal Trip Hop all’Elettronica passando per il Pop più “sintetico”.

Se non lo avete capito dall’incipit, Serengeti (disco uscito nell’ottobre 2015 ma, in edizione italo-francese con bonus, nel 2016) narra dell’Africa e, più nello specifico, dell’annuale e mastodontica migrazione dei mammiferi nella regione orientale del continente, raccontando attraverso una miscela molto aderente al concetto dell’opera, la ciclicità eterna di tale spostamento, in apparenza sempre uguale a se stesso ma in realtà ogni volta difforme a causa di diverse condizioni climatiche e non, piccole variazioni che rendono ogni esperienza unica. Quasi a esprimere e ampliare uno dei concetti fondamentali di Eraclito, President Bongo vuole esprimerci tutta la forza del mutamento, del cambiamento e del divenire anche quando l’apparenza sembra suggerire un’illimitata reiterazione del momento.

Per esprimere tutto questo, l’artista islandese sceglie strumenti tutto sommati simili a quelli usati nel progetto GusGus ma il risultato è certamente differente, molto più teso verso un’Ambient e un’Elettronica old style, di chiara ispirazione Eno e con elementi etnici e Afro Jazz che tanto ricordano i Dead Can Dance, oltre ad elementi Folk, Blues e Neo Classic (“Levante”) ed è proprio questa varietà che finisce per fare da legante tra le terre gelate del nord e il Serengeti.

Nonostante i pezzi siano stati scritti tra paese d’origine, New York e Berlino, il riferimento al continente nero non è solo frutto del suo ingegno ma deriva anche dall’esperienza che l’autore ha fatto su queste terre cariche di vita e musica ancestrale; e la scelta di questa terra è anche un omaggio alla sua musica che in fondo è la genesi di tutto quello che abbiamo oggi.

In atto di ossequio all’Italia, gli otto brani che rappresentano un diverso momento di questa grande migrazione, a volte attimi, a volte intere giornate, hanno tutti il nome di venti italiani (l’autore è affascinato da come ogni nostro vento prenda nome diverso secondo la provenienza cardinale) e lo stesso nome non è stato scelto a caso ma con riferimento alle caratteristiche del vento stesso e a come queste si legano con il suono del brano.

Serengeti è un disco complesso nella sua genesi e non semplicissimo all’ascolto, variegato e multiforme, la cui descrizione è fondamentale per comprenderlo al meglio. Allo stesso tempo è opera di pregio assoluto, con alcuni spunti strepitosi, decisamente in grado di esprimere tutto quello che si era preposto in fase di scrittura. Non aggiungerà molto al panorama nel quale possiamo inserirlo ma il pregio e la cura con cui è realizzato e la resa all’ascolto ne fanno uno dei migliori dischi dell’anno passato che noi poveri italiani possiamo goderci nell’anno in corso.

Read More

Erica Mou live Sunset 1460m – Musica & Natura “un legame in alta quota” | Calascio (AQ), 05.08.2016

Written by Live Report

La riscoperta delle parole di uno che l’Abruzzo l’ha descritto egregiamente l’ho iniziata a Pescara il mese scorso, una sera in cui la colonna sonora d’eccezione erano i Blonde Redhead.

Continue Reading

Read More

Siren Festival 2016, Vasto (CH) | 22-23.07.2016

Written by Live Report

Quello di periferia è un concetto tra i più relativi ma in Italia la periferia musicale è inscrivibile nello stesso perimetro che individua quella geografica, quello stivale appeso all’Europa e alla speranza di vedere gli artisti internazionali varcare latitudini al di sotto di quelle padane.

(foto di Francesca Santacroce)

Continue Reading

Read More

Quanto è Rock una bestemmia?

Written by Articoli

È il 30 luglio del 2016 in una piazzetta di un paesino di provincia; sotto il palco del festival Streetambula c’è tanta gente, sopra il palco è appena salito Giorgio Canali. L’ex chitarrista dei Csi impiega molto a lanciare una sonora bestemmia; noi sappiamo che è fatto così, sapevamo che avrebbe fatto così e quella non sarà la prima ma neanche l’ultima imprecazione della sera. La maggior parte dei presenti non ci farà neanche caso ma, in quella piazza, c’è qualcuno cui la cosa non va affatto giù.

Continue Reading

Read More

Chi suona stasera – Mini guida alla musica live | Agosto 2016

Written by Eventi

DANIELE SILVESTRI
08/08 @ Porto Turistico, Pescara per Estatica
18/08 @ Arena Masseria Ospitale, Lecce
19/08 @ Banchina San Domenico, Molfetta (BA)
22/08 @ Piazza Calvario, Ariano Irpino (AV) per Ariano Folkfestival
Nuove tappe per il cantautore romano coi suoi sempre coinvolgenti spettacoli dal vivo a supporto del suo ultimo lavoro in studio, Acrobati, uscito nel Febbraio di quest’anno.

[ASCOLTA]


NADA
08/08 @ Piazza Roma, Cison di Valmarino (TV) per Artigianato Vivo
09/08 @ Ex Convento delle Clarisse, Caramanico Terme (PE) per Ambiente Rock
10/08 @ Montecorsaro (MC) per Mind Festival
11/08 @ La Cerreta Country House, Omignano Cilento (SA)
Accompagnata dagli …A Toys Orchestra la signora Malanima, artista consolidatasi nel tempo grazie alla sua grande credibilità artistica, rimescolerà le carte del suo ultimo L’Amore Devi Seguirlo.
[ASCOLTA]


DAUGHTER
09/08 @ Piazza Castello, Sesto al Reghena (PN) per Sexto’Nplugged
La band della giovane Elena Tonra, sicuramente una delle migliori penne (e voci) che un certo tipo di Indie Pop abbia conosciuto negli ultimi anni.
[ASCOLTA]


NEUROSIS
11/08 @ Area Feste di Via Serenissima, Brescia per Festa di Radio Onda d’Urto
Allora, questa band nella sua storia (ormai quasi trentennale) ci ha regalato dischi come Enemy of the Sun, Through Silver in Blood, A Sun That Never Sets, The Eye ofEvery Storm e la splendida collaborazione con Jarboe creando un sound veramente unico, per giunta in apertura suoneranno i Bachi da Pietra, serve altro?
[ASCOLTA]


THE CHEMICAL BROTHERS
12/08 @ Stadio Adriatico, Pescara per Pescara Rock
E dai su, è estate, vi lasciamo anche un consiglio un po’ più danzereccio rispetto ai nostri standard, questa data unica italiana dei padrini del Big Beat, i fratellini chimici Tom Rowlands e Ed Simons. Al live elettronico del duo seguirà l’after show di Gramatik.
[ASCOLTA]


AFRICA UNITE
12/08 @ Piazza Umbeto I, San Martino in Pensilis (CB)
13/08 @ La Darsena, Castiglione del Lago (PG)
14/08 @ Arena Concerti, Majano (UD) per Festival di Majano
19/08 @ Arena Mare, Bolgheri (LI) per Bolgheri Melody
26/08 @ Parco Sant’Agostino, Abbasanta (OR)
27/08 @ Piazza di Pattada (SS)
28/08 @ Campo Volo, Reggio Emilia per FestaReggio
29/08 @ Parco Le Stanze, Trescore Balneario (BG) per Bum Bum Festival
Indubbiamente l’estate è anche il periodo dell’anno più associabile al Reggae e dunque come non consigliare anche i non pochi concerti che la band di Bunna e Madaski, vera istituzione nostrana del genere, terrà in giro per lo stivalozzo? Good vibrations!
[ASCOLTA]


CHELSEA WOLFE
14/08 @ Parco Pubblico Luigi Montauti, Castellina Marittima (PI) per MusicaW Festival
La dark lady di Sacramento è una delle più sensazionali e profonde esperienze che l’ultimo decennio di musica ci abbia regalato, Goth, Folk, Drone, Metal, Rock sperimentale e non da meno un fascino fuori dal comune. Unica data italiana (gratuita) per godere del suo ultimo lavoro, Abyss, dato alle stampe lo scorso anno. In apertura l’abrasivo duo Hate & Merda.
[ASCOLTA]


MONO
16/08 @ Parco Pubblico Luigi Montauti, Castellina Marittima (PI) per MusicaW Festival
Nello stesso luogo, ed ancora gratuitamente, sarà possibile trovare il Post Rock della grandissima band giapponese guidata da Takaakira “Taka” Goto. Le loro composizioni sono vigorose e malinconiche ma soprattutto molto cariche di emotività. Torneranno dalle nostre parti a Novembre, dopo la pubblicazione di Requiem For Hell (produzione firmata Steve Albini) disponibile dal 14 Ottobre, e lo faranno in compagnia degli Alcest, il cui nuovo album Kodoma vedrà luce il prossimo 30 Settembre. In apertura lo Stoner degli Zippo.
[ASCOLTA]


PETER HOOK AND THE LIGHT
17/08 @ Anfiteatro Romano, Lecce
18/08 @ Piazza Buozzi, Giulianova (TE) per Disorder Music Fest
Lo storico bassista dei Joy Division ci riproporrà i migliori brani della leggendaria band guidata da Ian Curtis nonché altre perle firmate New Order. Praticamente la storia del Post Punk della New Wave e del Synth Pop.
[ASCOLTA]


C’MON TIGRE
24/08 @ Piazza San Benedetto, Polignano a Mare (BA) per PerSe Visioni
Due, nessuno e centomila. Jazz, Afro, Funk, Dub, ed un mar Mediterraneo, con tutta la sua calma e con tutte le sue onde, per un live assolutamente da non perdere.
[ASCOLTA]


KAMASI WASHINGTON
25/08 @ Circolo Magnolia, Segrate (MI)
26/08 @ Anfiteatro Del Venda, Galzignano Terme (PD)
27/08 @ Locorotondo (BA) per Locus Festival
Il grande sassofonista, autore con The Epic di una delle migliori uscite dello scorso anno e collaboratore di svariati artisti di livello tra i quali Wayne Shorter, Herbie Hancock e Stanley Clark, sarà nel nostro paese per 3 irrinunciabili date col suo Black Jazz avanguardistico e visionario.
[ASCOLTA]


JOHN CARPENTER
26/08 @ Ex Fabbrica INCET, Torino per Todays Festival
28/08 @ Auditorium Parco della Musica, Roma
Il leggendario regista horror dopo aver composto le colonne sonore per la quasi totalità dei suoi film ha negli ultimi due anni alimentato la sua passione per la musica partorendo i due Lost Themes e da pochi mesi, all’età di 69 anni, ha iniziato il suo primo tour. Sintetismo dall’animo Rock per 2 meravigliose notti di terrore. A Torino segnaliamo l’apertura affidata al sempre piacevolissimo Paolo Spaccamonti.
[ASCOLTA]


THE JESUS AND MARY CHAIN
27/08 @ Spazio 211, Torino per TOdays Festival
Data unica italiana per la band scozzese dei fratelli Reid, band culto degli anni 80 riunitasi lo scorso anno per il trentennale del suo capolavoro Psychocandy ed inprocinto di pubblicare nuovo materiale inedito a quasi vent’anni dal loro ultimo disco in studio. My Bloody Valentine, Ride, Loop e tanti altri a questa band devono davvero molto.
[ASCOLTA]

Read More

Deerhoof – The Magic

Written by Recensioni

Per la band statunitense più nipponica che ci sia (la presenza di Satomi Matsuzaki non è pura estetica) non è ancora arrivato il momento di porre fine a un percorso artistico lungo oltre vent’anni eppure ancor più prolifico che duraturo. Mai capaci di fare breccia tanto nel grande pubblico quanto in quello più avvezzo a sperimentazioni di sorta, nella loro vasta produzione vantano solo una manciata di opere davvero degne di nota, tutte da ricercarsi nel periodo che va da Reveille del 2002 a Offend Maggie del 2008. Da quel momento si sono susseguite, fino a questo The Magic, una serie di uscite sulla stessa falsa riga, sia stilistica, sia qualitativa, con album di buona fattura ma mai capaci di andare “più in là” e sancire una mai troppo palesata ricerca di grandeur. Mantenendo intatto il loro stile forgiato su una miscela pazzoide di Rock, Noise Pop, Experimental, Art Pop/Rock con quelle reminiscenze da Sol Levante già accennate (vedi “Kafe Mania!”) stavolta provano ad aggiungere qualche elemento, non certo nuovo ma meno caratterizzante le loro precedenti elaborazioni come il Punk, il Glam, l’R&B (“Model Behavior”) ad esempio, con qualche suono rubato all’Elettronica anni 80. Ad arricchire la tracklist enorme (quindici pezzi) ma abbordabile (poco più di quaranta minuti) la voce di Satomi, sempre intrigante senza suonare fuori dal comune e qualche interessante trovata melodica, oltre a quella capacità che li ha sempre contraddistinti di amalgamare perfettamente striduli rumoristici a ritmiche ammalianti, insistenti e armonie distensive. The Magic è ciò che un buon amante della band di San Francisco dovrebbe aspettarsi ma purtroppo non è ciò che un loro vero amante avrebbe desiderato. Eppure, a pensarci bene, un sincero amante dei Deerhoof non avrebbe mai pensato che Greg Saunier e soci sarebbero stati capaci di andare oltre a questo The Magic.

Read More

Think About It || Intervista al collettivo Hip Hop barese

Written by Interviste

Think About It: un nome dietro cui si celano sei musicisti che nel 2013 hanno unito le forze con l’intento di creare un sound inedito per la scena musicale italiana, che sapesse miscelare la tradizione Hip Hop dei campionatori e dei dj e la musica suonata dal vivo passando per generi diversi quali il Rap, il Nu Jazz, l’ R’n’B e il Soul.

Continue Reading

Read More

Richard Bona & Mandekan Cubano @ Sant’Elpidio Jazz Festival | 17.07.2016

Written by Live Report

Richard Bona è uno dei più grandi bassisti viventi. Il suo curriculum parla da solo: polistrumentista, ha collaborato con artisti del calibro di Joe Zawinul, Michael e Randy Brecker, Mike Stern, George Benson, Branford Marsalis, Chaka Khan, Bobby McFerrin e Steve Gadd, ed è stato il direttore musicale dell’Harry Belafonte’s European Tour nel 1998 e percussionista e vocalista nel tour mondiale di Pat Metheny del 2002.
Tuttavia un talento così non nasce dal nulla. Le sue origini dicono che il nonno era un cantastorie che girava per i villaggi, un po’ come faceva Omero nell’antichità per narrare i suoi poemi e che la madre era una cantante. Al suo attivo anche diversi album solisti alle spalle, c’è chi lo chiama (giustamente) lo Sting africano (è nato infatti in Camerun) per le similitudini stilistiche ed armoniche con il fondatore e leader degli ormai disciolti Police.

E’ stato quindi un grande onore per il Sant’Elpidio Jazz Festival (manifestazione promossa dall’Amministrazione Comunale di Sant’Elpidio a Mare – Assessorato alla Cultura e Turismo in collaborazione con l’Associazione Syntonia Jazz) ospitare un suo concerto.
L’evento quest’anno prevede in cartellone nomi quali Cyrus Chestnut – Buster Williams – Lenny Withe, Rosario Giuliani – Luciano Biondini Quartet, Mirko Fait Quintet con special guests Roberto Piermartire e Antonio Zambrini, e Simona Molinari che chiuderà la rassegna il 7 agosto.
Per l’occasione il grande bassista è stato affiancato dall’ensemble Mandekan Cubano con cui ha proposto quindici brani dal suo esteso repertorio compreso l’intero Heritage, il suo ultimo album in studio.
Sul palco si presenta con un amplificatore Mark Bass ed un basso a cinque corde con un unico pickup attivo e piezo per simulare il suono di altri strumenti quali gli archi di un orchestra sinfonica. Si inizia con “Aka Lingala tè” che (curiosamente) apre anche il suddetto Heritage. Il pubblico osserva con scrupolosità ed interesse l’evolversi del brano che in realtà è una semplice introduzione vocale di appena un minuto. Il vero opening si può quindi considerare “Ekwa Mwato”, canzone tratta da Reverence, album datato 2001.
Bona non ha mai sovrastato il suo gruppo tranne quando, come in questo caso, ha proposto i suoi brani solisti. Un vero e proprio artista a 360 gradi, che ha catturato l’attenzione dei presenti nonostante il suo carattere un po’ schivo dall’inizio alla fine come pochi sanno fare con le sue doti canore eccellenti.

IMG_20160717_222913
Si prosegue quindi con “Bilongo” che risulta molto delicata e ritmata nell’esecuzione e con “Mute Sukudu” che anticipa il ritorno ad “Heritage” con in sequenza: “Jokoh Jokoh” (in cui a dire la verità sono più il piano e le percussioni a fa da padroni), “Cubaneando”, “Essèwè ya Monique”, “Santa Clara Con Montuno”, “Ngul Mekon”, “Muntula Moto”, “Eva”, “Kivu” e “Kwa Singa” rispettando fedelmente la tracklist del disco.
I ritmi africani si fondono progressivamente con le melodie cubane mescolando le anime musicali di due continenti, l’Africa e l’America, che sulla carta appaiono lontani ma che per più di un’ora sono stati vicinissimi se non addirittura confinanti abbattendo ogni distanza geografica.
Un tocco vellutato il suo, formidabile nei suoi duetti all’unisono tra basso e voce; praticamente unico al mondo.
Richard infatti suona il basso con tutte le dita della mano destra, veloce nell’esecuzione e con il groove nel sangue.
La conclusione è stata affidata a “O Sen Sen Sen”, scritto in coppia con Marc Berthoumieux e contenuto in Tiki, disco che conteneva collaborazioni con artisti quali Mike Stern e John Legend.

IMG_20160717_220145
Richard Bona è stato anche talmente umile da fermarsi alla fine con i propri fan per foto e autografi di rito vincendo anche quella timidezza che lo ha contraddistinto un po’ per tutto lo spettacolo. Un concerto davvero unico che ha saputo abbracciare vari stili e generi musicali; in oltre venti anni di carriera infatti Bona ha tratto ispirazione da Jaco Pastorius a Tito Puente per arrivare al Jazz Caraibico di oggi. Se lo conoscete già sapete cosa voglio intendere; se non lo avete mai sentito nominare correte a comprarvi per lo meno Bona Makes You Sweat – Live e Bonafied. Scoprirete nuovi universi sonori che solo un musicista eclettico quale è Richard Bona può affrontare con la sua genialità e il suo stile davvero unici.

Read More

Blonde Redhead @ Onde Sonore Festival, Pescara 19.07.2016

Written by Live Report

Dev’essere stato così che l’ingegner Liberi immaginò l’anima della Pineta Dannunziana all’inizio del secolo scorso, quando la città di Pescara era ancora tutta da inventare.

Continue Reading

Read More

Il Video della Settimana || NiggaRadio – “U Me Dirittu”

Written by Novità

Si parte dal Blues… e dal buon vecchio Blues non si sa dove arrivare.

Continue Reading

Read More

Un po’ di foto dal Siren Festival 2016

Written by Live Report

In attesa di potervi raccontare tutti i dettagli della splendida terza edizione del Siren Festival di Vasto appena conclusasi, eccovi un po’ di scatti della due giorni musicale più intensa dell’Adriatico.
Enjoy!

(foto di Francesca Santacroce photography | fsantacroce@tiscali.it)

Continue Reading

Read More