Con “Italico” i Polar For The Masses fanno quattro, quattro dischi in otto anni che lacerano e segnano a fondo l’endemico tremore dell’underground nostrano, una necessità – la loro – di stare ai margini del rumore per dare vita ogniqualvolta ad un contrasto epidermico e da brivido sottocutaneo che si fa riconoscere subito, immediatamente, all’istante.
Dieci traccianti sonici che sono un trionfo di sonorità onnicolore, un cromatismo plumbeo che si bagna di liquidi elettro, fendenti chitarristici, trillii di esplosioni di basso, urgenze sociali e tonnellate di sudori di vita vissuta, sogni evocati e deliri tormentati; un disco come sempre notevole, carico di pesi e attitudini clamorose, mai fuori tempo e doppiamente interessanti che favoriscono quei piacevoli e solitari momenti di ribellione interna. Marlene Kuntz, Fluxus ed effervescenze alla Bluvertigo d’antan fanno da consapevoli istintività con i quali la formazione – nella sua scrittura estrosa e di attacco – si dota per creare paesaggi e paradigmi eccezionali, una presa diretta di elettricità, shuffle no borders “Laogai”, “Un Uomo, un Voto”, “Ruvido” che si attacca alla pelle come plastica fusa.
Minuti di fuoco e d’azione quelli che questa tracklist sforna a ripetizione, avvolgenti tappeti si suono che portano ad una nuova lettura – oltre che il cantato in italiano – in cui il trio vicentino sfonda, ovvero la maturità agognata per una band che matura già lo era alla partenza e qui confermata alla grande; aggressivamente sensuale in talune parti, il disco dei P4TM è un tripudio di componenti altisonanti, i grandi numeri di un basso incazzato “Terrorismo e Deejay”, la frenesia accalorata di “Wall Street” e l’opulenza marziale e pesante che detta legge in “Mia Patria” non sono altro che i primi effetti di una devastazione interiore e “affacciata” sulle vie sottostanti della vita di tutti i giorni.
Disco “nobile”, drasticamente calato nel nostro tempo e perciò imperdibile. Bentornati P4TM!!