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Nadàr Solo (Theater Quinto Festival)

Written by Live Report

Nuovo appuntamento per il Theater Quinto Festival, e nuovo report per noi di Rockambula. Dopo l’entusiasmante serata che ha visto come protagonista Dargen D’Amico e il suo rap anomalo, si cambia registro e genere, per un live all’insegna dell’Alternative Rock nostrano. Gli headliner della serata sono i Nadàr Solo, il trio torinese, che dall’uscita dell’album Diversamente Come? sta girando lo stivale in lungo e in largo riscuotendo sempre maggiore successo e notorietà, grazie a un sound coinvolgente e immediato; ma facciamo un passo indietro. Parlavamo di serata improntata all’Alternative Rock e infatti il menù proposto dal The Theater ci offre la possibilità di ascoltare, come opening act, ben tre band del panorama milanese. Non è mai facile aprire un concerto e scaldare il pubblico, ma diamo atto che tutte e tre le band, che si sono avvicendate sul palco, hanno trasmesso la loro passione, con diverse perfomance ricche di energia. Primi fra tutti i Jana’s; al quintetto milanese spetta aprire le danze, facendosi apprezzare subito dal pubblico. La formula proposta sul palco è quella di un rock deciso e intenso, con una batteria incisiva, molto presente, a volte troppo, e una buona dose di attenzione nei confronti della melodia e delle liriche. Un mix tra brani inediti e cover, nello specifico “Sangue di Giuda” degli Afterhours e un’inconsueta e coraggiosa “Anna” di Battisti. Dopo un inizio a tutto gas si cambia formazione, è il turno dei Tales of Unexpected. Il quartetto ci piace, siamo sempre all’interno del territorio del Rock, ma con un passo diverso, le forti influenze Grunge si fanno sentire decise e il sound generale è più armonioso. Musicalmente il gruppo è interessante e propone brani ben impostati con un giusto equilibrio tra momenti più melodici e momenti più duri; unica pecca il cantato non sempre pulito all’ascolto.

Che dire, al The Theater si suona e anche bene. La terza band già dal nome dimostra il suo lato aggressivo e infatti i Killer Sanchez ci propongono un live d’impatto, con tante carne al fuoco e picchi vicini allo Stoner, che spesso però creano confusione nell’ascolto e il risultato live non è perfetto. Ci siamo, è arrivato il momento di fare una pausa per un veloce cambio palco. Tre band in apertura non sono poche da gestire sia per i tecnici, che si prodigano per fare in modo che tutto funzioni bene nei cambi e sia per gli ascoltatori un po’ impazienti. Nonostante un aperitivo musicale decisamente lungo nessuno ha mostrato segni di scoraggiamento e al momento opportuno si sono tutti radunati sotto al palco pronti per i Nadàr Solo. Si parte con un inizio strumentale, una sorta d’ intro, di quelle che mettono subito in chiaro le cose, e che portano un messaggio preciso: qui si fa Rock, siete pronti? Le canzoni scorrono veloci e il trio per tutta la durata dell’esibizione dimostra un grande affiatamento e un carattere deciso e ben definito, nonostante composto da tre personalità ben distinte, soprattutto nel modo di suonare, e di vivere il live. Cosi che Filippo, il batterista, finisce scatenato e senza maglietta, il chitarrista, Federico, rimane per tutto il tempo perfettamente concentrato e statuario nell’esecuzione, per arrivare fino all’irrequieto Matteo, che si contorce attorno al basso e al microfono. Un mix inaspettato che riesce a creare un live intenso e a dare anche al disco la giusta dose di forza e spessore. Semplicità e passione sono senza dubbio le qualità migliori che emergono al primo impatto, così come la voce di Matteo De Simone, dal timbro quasi acidulo, che ben si mescola con i suoni, senza però perdervisi dentro. D’altronde la qualità dei testi rappresenta un punto di forza di tutto l’album e non poterne cogliere il senso sarebbe un peccato.

Ci avviciniamo alla fine del concerto e in maniera inaspettata abbiamo la possibilità di ascoltare un nuovo brano inedito e a seguire il singolone “Il vento”, corredato dall’immancabile coro del pubblico, e che grazie al featuring con il Teatro degli Orrori ha dato una buona spinta in termini di visibilità a tutto il lavoro. Dopo un’abbondante ora di piacere, arriviamo alla conclusione, anche in questo casa lasciata ad una coda puramente strumentale, quasi liberatoria, una concessione artistica che mostra anche il lato genuino del gruppo. Che dire anche questa sera il The Theater e tutto il suo staff, sono riusciti a creare quella magia che solo i live possono dare, che ci sia poca o molta gente, che l’acustica non sia proprio quella della Royal Albert Hall, che sia venerdì 13 e il meteo non promette niente di buono. Niente di tutto ciò può fermare la voglia di portare avanti dei progetti musicali che contribuiscono a rivitalizzare anche una zona più periferica, come Rozzano. Non ci resta che aspettare la prossima puntata del Theater Quinto Festival, alla quale non mancheremo.

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