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Aa. Vv. – Loves You More

Written by Recensioni

Prima che inizi a parlarvi di questo disco, lasciatemi qualche secondo per raccontare una storia. Siamo a Echo Park, territorio limitrofo alla città degli angeli per eccellenza, Los Angeles, e tra gli alberi che avvolgono l’aria nei loro colori secchi d’autunno si nasconde il cadavere di un ragazzo di appena trentaquattro anni. È il 21 ottobre 2003. Lui è un musicista nato con Post Punk e Grunge nelle orecchie e poi diventato un eccelso cantautore, paladino dell’Indie a bassa fedeltà e tendente, soprattutto agli esordi da solista, a scegliere strade strumentali. Quel musicista ha un tatuaggio sul braccio, il toro Ferdinando, un gigante ma pacifico che alle corride preferisce i fiori, sgraffignato da un libro per bambini. In altre parole un fallito, per chi non riesce a comprendere coloro che si piazzano fuori dagli schemi stabiliti dalla società. Quel cadavere ha un nome: Elliott Smith. Lo stesso Smith che nel 1998 fu nominato agli Oscar per il brano “Miss Misery”, contenuto nel film di Gus Van Sant, Will Hunting – Genio Ribelle. Elliott Smith sale sul palco trasudando un’inadeguatezza quasi malinconica e tenera. Non è quello il suo posto. Forse non è questo mondo il suo posto. Elliott Smith si fa portavoce di una generazione di persone sbagliate nel posto sbagliato. Elliott Smith è infognato nella droga e nell’alcol e nella depressione. Quel cadavere quando ancora era uomo si è preso due coltellate al petto, quel lontano 21 ottobre 2003. Suicidio dicono, eppure pare strano suicidarsi con due coltellate al petto ed è bizzarro che la fidanzata col coltello tra le mani sedesse al suo fianco. Proprio in quei giorni Elliott, nato Steven Paul Smith, stava lavorando all’album From the Basement on the Hill e in quell’ultimo disco abbiamo cercato le tracce che ci donassero la verità, scovando però ancor più il turbamento dell’uomo dietro l’artista.

Loves You More nasce da un’idea di Davide Lasala dei Vanillina. Quindici brani e quindici artisti che all’Edac Studio reinterpretano Elliott Smith, registrando in presa diretta su nastro magnetico e mantenendo intatto quel sapore Lo Fi che ha sempre contraddistinto l’artista statunitense di Omaha. Si va da interpretazioni più canoniche, a scelte più rischiose e audaci, con qualche punta di vera e spettacolare emozione. Non sono certo io il primo sostenitore di tribute e cover eppure operazioni come questa sono qualcosa con un valore che esula dalla pura essenza artistica. Com’è accaduto con il tributo ai Fluxus di qualche mese fa, questi sono strumenti eccelsi che non solo aiutano a riscoprire i grandi del passato e magari proporli alle nuove generazioni ma hanno il duplice ruolo di promotori di nuovi talenti. Nel nostro caso pochi sono i nomi veramente noti al piccolo grande pubblico, Black Black Baobab forse, C + C = Maxigross, Dellera, Edda, Jennifer Gentle mentre gli altri sono soprattutto artisti dei quali, si spera, sentiremo parlare. Dennis di Tuono, Dilaila, Emil feat Cani Giganti, Eva Poles, Il Vocifero, Kalweit and the Spokes, Labradors, Mr. Henry, Nicolas Falcon e gli stessi Vanillina. Da brividi la versione di “Needle in the Hay” di Nicholas Restivo e Roberta Sammarelli dei Verdena ovvero i Black Black Baobab che reinterpretano il pezzo scelto per la colonna sonora del film I Tenenbaum di Wes Anderson. Edda ha optato invece per la lingua italiana intonando “Angels”, brano pubblicato nell’album Either/Or proprio come “Say Yes” dei Labradors e “Between The Bars” intonata da Mr Henry. Degna di nota anche “Bottle Up and Explode! di Emil feat Cani Giganti che azzarda strade di svecchiamento di un sound che in realtà mai suona vetusto, un po’ come propone Kalweit and the Spokes con “A Fond Farewell”.

Se riuscite a mettere le orecchie su questo piccolo gioiello, non staccatevene troppo in fretta se non per andare a riscoprire questo genio sofferente, un vero outsider e voce di migliaia di ragazzi troppo fragili per questo mondo. Non staccatevene se non andare a scoprire le nuove voci di una generazione sempre più in crisi e in lotta contro un mondo che sembra non amare la diversità.

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Boxerin Club

Written by Interviste

Intervista con una delle band italiane che più e meglio si stanno aprendo la strada per la fama a livello mondiale. I Boxerin Club.
Partiamo dalle presentazioni: chi sono le persone che formano i Boxerin Club, cosa fanno nei Boxerin Club, e, soprattutto, perché “Boxerin Club”?
I Boxerin Club sono in cinque: Matteo Iacobis (voce, chitarra acustica, elettrica e ukulele), Gabriele Jacobini (chitarra elttrica e ukulele), Francesco Aprili (voce e batteria), Matteo Domenichelli (voce e basso) e Edoardo Impedovo (tromba, tastiere e percussioni). Il nome Boxerin Club viene trovato per caso durante una partita di Taboo, circa 4 anni fa e si riferisce ad un pub in Scozia gestito da un cane addestrato di nome Tarzan, frequentato da soli cani, è inevitabile rimanere affascinati.

È da poco fuori il vostro Aloha Krakatoa. Presentatelo a chi non lo ha ancora ascoltato.
È il nostro primo disco ed è la raccolta di quasi tutti i pezzi che abbiamo scritto nell’anno appena passato, nel quale ci siamo divertiti a sperimentare sonorità World Music, provenienti dalla cultura brasiliana, afro-cubana ed orientale, mantenendo comunque un impianto Pop, fatto di armonizzazioni vocali, qualche distorsione nelle chitarre e cantando sempre in inglese, quindi mantenendo un filo conduttore con i nostri ascolti americani, inglesi e italiani.

Recensendo Aloha Krakatoa l’ho definito disco d’evasione, nel senso che mi è parso di capire che lo scopo primario della vostra musica, ammesso che ne abbia uno, chiaramente, sia divertire, stupire, e allo stesso tempo “coccolare” l’ascoltatore, ovviamente attraverso il vostro divertimento. Che ne pensate?
Sicuramente è un disco d’evasione. Durante la stesura dei pezzi avevamo sempre come obbiettivo quello di far evadere l’ascoltatore dal proprio contesto giornaliero e trasportarlo emotivamente in un posto che magari non aveva mai visto, rendendolo felice e allo stesso tempo stupito, speriamo di esserci riusciti.

Raccontateci come sono andate le registrazioni. Quanto ha influito sul disco la figura del produttore? Come avete organizzato i lavori, data la varietà di stili, strumenti, e mood che il disco incorpora?
È stato un processo molto faticoso ma allo stesso tempo estremamente stimolante. Tutto è iniziato a giugno scorso quando il nostro produttore Marco Fasolo, leader dei Jennifer Gentle, è venuto a stare da noi a Roma per fare un po’ di pre-produzione e registrare dei provini, quindi circa due settimane dopo siamo entrati in studio, a Vicenza. Il disco è stato registrato tutto in presa diretta e completamente in analogico, con alcuni strumenti e microfoni molto rari e datati; abbiamo deciso di agire in questo modo perché volevamo mantenere la complicità del live e al tempo stesso avere un sound molto nitido grazie alla registrazione su nastro.

Le vostre canzoni come nascono? C’è un’idea centrale (o una figura centrale, tra voi) da cui poi si sviluppa il resto? O, all’estremo opposto: lunghe jam e labor limae?
Lo scheletro dei brani viene creato da Matteo Iacobis e Matteo Domenichelli, successivamente realizziamo dei provini che ci passiamo per sviluppare le nostre idee tranquillamente a casa, poi con un po’ di tempo e pazienza in sala prove escono le canzoni.

La cosa che mi ha maggiormente colpito del vostro lavoro è la libertà d’espressione, l’abbattimento dei confini di genere, all’apparente inseguimento di una vostra personale visione musicale. Come nasce questo atteggiamento? È innato, naturale, o frutto di una ricerca o di una decisione presa a priori?
Abbiamo sempre avuto voglia di sperimentare grazie ai nostri ascolti, che sono la cosa di cui andiamo più fieri al mondo. La musica come qualsiasi altra forma d’arte è un modo per esprimere se stessi, ridursi a voler assomigliare il più possibile ad un artista che ti piace sarebbe riduttivo e sicuramente poco divertente.

So che avete avuto esperienze varie e molto soddisfacenti dal punto di vista del live. Avete girato da questa e da quella parte dell’oceano portando a casa ottimi risultati. Cosa combinate sul palco? Idee particolari, tradizioni strane…? Quanto conta l’aspetto live nel mondo dei Boxerin Club? 
Il live è la cosa a cui teniamo di più, sin dall’inizio, ci troviamo a nostro agio e ci divertiamo dall’inizio alla fine sempre. Negli ultimi due anni abbiamo girato molto e stiamo continuando a farlo, questo è il miglior modo per crescere come musicisti, come amici, ma credo sopratutto come persone, perché grazie ai ragazzi di Bomba Dischi e DNA Concerti con cui lavoriamo, abbiamo la grande fortuna di confrontarci con migliaia di persone e cercando di stabilire un contatto diretto palco-pubblico. L’America è uno dei paesi dove tutto questo succede in maniera totalmente naturale: l’ascoltatore è molto attento e curioso, sa divertirsi ma sa anche riflettere… non si trova lì solo per passare una serata, vuole essere parete integrante del concerto, per noi è stato così.

Raccontateci le tre cose più strane che vi sono capitate nelle vostre peregrinazioni.
Essere assaliti a Milano da due cretini entrati da dietro nel furgone in movimento alle 5 di mattina senza un motivo, aprire il concerto di Marina Rei senza saperlo, incontrare P. Diddy all’una di notte a Brooklyn che ti chiede di suonare per lui.

In chiusura, domande secche. Gli artisti più strani e meno “azzeccati” con cui vi hanno paragonato?
Devo dire che ci hanno sempre preso con i paragoni.

Il disco (o i dischi) fondamentali che dovremmo sentire per capire da dove arrivano i Boxerin Club.
Graceland di Paul Simon, Nacked dei Talking Heads e Swing Lo Magellan dei Dirty Projectors.

L’italiano “no, mai”?
No, mai.

Vi considerate, in qualche misura, un gruppo “psichedelico”?
A volte sì, sopratutto in studio, alcuni pezzi si prestano, altri no.

Per avere successo, secondo voi, serve di più essere capaci tecnicamente, avere idee originali, farsi il culo o essere rompicoglioni?
Tutto quello che hai detto, facendolo con il sorriso.

Voi pensate di avere tutte queste cose o ve ne manca qualcuna?
Pensiamo di dover fare ancora tanta strada, sicuramente ci facciamo un bel culo ogni giorno, sempre con il sorriso però (ride ndr)

Farete successo?
Non lo so e non so neanche se mi interessa.

Prossime cose che farete che volete si sappiano: concerti, dischi, ecc. Vai.
Presto usciranno dei nuovi video sia live che ufficiali. Il tour di Aloha Krakatoa è appena iniziato e sta andando molto bene, da qui ad Aprile ci sono 30 date e a breve avremmo anche il piacere di aprire il concerto de I Cani a Cesena, serata fra amici. Per il resto vi invito a consultare la nostra pagina Facebook che ci piace tanto aggiornare quotidianamente, cosi da poter rimanere sempre aggiornati su tutto!

Grazie per la disponibilità, alla prossima!
Grazie a voi per l’invito!

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Boxerin Club – Aloha Krakatoa

Written by Recensioni

C’è poco, pochissimo da dire di Aloha Krakatoa, ultimo disco dei Boxerin Club: ma c’è tanto, tantissimo da provare, sulla propria pelle e nelle proprie orecchie. Aloha Krakatoa è un disco freschissimo, dove finalmente possiamo vedere un gruppo (italiano) che evita la trappola dei generi e delle etichette per regalarci undici tracce di variopinta festa sonora. I Boxerin Club suonano una musica perlopiù solare, danzereccia, tropicale, tra chitarre acute e frizzanti, percussioni assortite, cori orecchiabili, ritmi frenetici, trombe, marimba… un portale magico pronto a scaraventarci su una spiaggia all’equatore con la semplice pressione del tasto play.

Il disco è un vero frullato di stili, un concentrato di tutto ciò che può trasportarci al sole e all’estate in qualsiasi momento di una qualsiasi fredda giornata qualunque. Alcuni episodi spiccano per numero di trovate e per riuscita del trucco magico (penso a “Bah Boh”, ultimo brano composto, in cui si sente di più la mano del produttore – Marco Fasolo, già nei Jennifer Gentle –, o al primo singolo, “Caribbean Town”, o, ancora, alla più datata “Hedgehogs”, che i cinque Boxerin Club hanno fortunosamente eseguito anche per strada davanti ad un sorpreso Puff Daddy o come diavolo si fa chiamare ora), ma anche il resto del disco regala momenti di calore vario (“Cloud’s Roll Away”, “Boys Are Too (Lazy)”), o attimi più sospesi ma sempre esotici (“Northern Flow”, “It Takes Two to Tango”, “Clown”, “Try Hocket”), per poi terminare con i ritmi indiavolati e le voci rilassate di “Black Cat Serenade” e la sua coda strumentale da manuale.

Aloha Krakatoa è un disco d’evasione, ma ce ne fossero… Un disco che non si spaventa nel voler divertire, nel voler far ballare e sballare, così pieno di ritmo, luce, calore, in ogni piega, in ogni angolo. Ai Boxerin Club il merito di averlo saputo mettere in piedi senza preoccupazioni, senza affanni, ma con la voglia intensa e sincera di suonare liberi e divertenti. A noi, invece, la possibilità di gustarcelo almeno fino a questa estate.

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Rockambula propone i Festival dell’estate e intervista Costello’s per il Pending Lips Festival

Written by Articoli

Quest’estate fatti un giro rock, invece della solita vacanza al mare; leggi Rockambula e scegli il Festival che fa al caso tuo. In quest’articolo la nostra redazione propone i migliori festival in giro per la penisola e non solo. In più un esclusiva intervista a Simone Castello della Costello’s booking agency. Buona lettura e buone vacanze!!!

La musica e la cultura stanno attraversando un periodo poco felice e, spesso sotto il gioco di continui tagli e difficoltà, faticano a crescere se non addirittura a sopravvivere. I piccoli scompaiono e i grandi annaspano. Il quadro che si delinea farebbe scoraggiare anche i più impavidi, ma per fortuna ci sono realtà  che giornalmente resistono a questa “guerra silenziosa” . L’obiettivo di queste righe è di raccontare brevemente una di queste esperienze, e in particolare una che tocca da vicino il mondo dei festival. Il tema è molto ampio e in questa sede non pretendiamo di realizzare un’analisi esaustiva del fenomeno, ma dare visibilità a un piccolo spaccato di capitani coraggiosi. Risponderà alle domande Simone Castello della Costello’s Booking e Management, un’agenzia di servizi che opera nel mondo della musica e degli eventi, da qualche anno punto di riferimento per le realtà musicali del territorio milanese, con un focus specifico rivolto alle band emergenti. La Costello’s si occupa dal 2011 della direzione artistica del Pending Lips Festival,  rassegna per band emergenti che si tiene a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Innanzitutto ringraziamo Simone e la Costello’s per la disponibilità concessaci e iniziamo con le domande.

La Costello’s è una piccola realtà che riesce a essere cuore pulsante per alcuni eventi e rassegne sul territorio di Sesto San Giovanni e di Milano; vorresti raccontarci brevemente cos’è il Pending Lips festival, la sua storie e come è nata l’esigenza di realizzare una rassegna musicale?
Pending Lips Festival è nato a fine 2011 grazie a noi di Costello’s, ad Arci La Quercia, a Il Maglio e all’Assessorato alle Politiche Giovanili di Sesto S.G. supportato dall’Informagiovani. L’esigenza da parte nostra era di dare vita a un progetto che rispondesse a esigenze concrete e contemporanee di chi suona in un gruppo emergente indipendente. L’esperienza maturata negli anni ci ha aiutato nell’analizzare in che modo potesse avvenire tutto ciò. Pending Lips è venuto alla luce dopo aver pensato nei minimi particolari (dalla composizione della giuria, alla modalità di svolgimento, ecc..) a come creare un contesto innovativo, fertile e piacevole. La formula creata si è dimostrata decisamente vincente e le prime due edizioni ci hanno regalato grandi soddisfazioni. Alcuni dei gruppi che hanno suonato al Pending Lips hanno firmato poco dopo la loro apparizione con importanti etichette e operatori di settore (ad esempio l’anno scorso i MasCara dopo aver partecipato hanno firmato un contratto discografico con Eclectic Circus/Universal, i We, the Modern Age quest’anno con Ghost Records e, sempre quest’anno, Il Rumore Della Tregua ha cominciato a collaborare con Ja.La Media Activities).

Siamo consapevoli del contesto attuale e delle difficoltà che si incontrano, che anche i grandi festival patiscono. In base alla tua esperienza, quali sono le difficoltà maggiori in cui ci si imbatte nell’organizzazione di un evento di questo genere? Milano rappresenta ancora una piazza privilegiata per numeri e possibilità rispetto al resto dello stivale?
Penso che la difficoltà più grande sia legata al fatto che oggi la musica live non ha più l’appeal che poteva avere fino a qualche anno fa. Certo poi ci sono le “banalità” legate ai costi, alla burocrazia, ecc ecc… ma per quanto mi riguarda passano in secondo piano. Nel momento in cui si riesce a coinvolgere il pubblico, il resto in qualche modo si sistema. Pending Lips si svolge interamente a Sesto S.G., che è alle porte di Milano, e ottimamente collegata. In questo senso non so quanto Milano però possa essere considerata una piazza privilegiata rispetto al resto d’Italia. Gli eventi con musica live emergente che funzionano a Milano sono quasi sempre più legati ad aspetti “modaioli” che alla musica in sé (che se è la modalità per far sì che i locali che fanno musica dal vivo continuino a fare il loro, ben venga. Ieri gli hippies, oggi gli hipster?…)

Un festival è qualcosa di prettamente fisico, reale, che si sente e si vede. Che valore ha una rassegna come il Pending Lips in un contesto come quello attuale, nel quale stiamo assistendo a una smaterializzazione dei supporti a favore di uno scenario dominato da dischi virtuali e social network?
Penso che proprio la contemporaneità, insieme alla gratuità e alla direzione artistica, sia stato il valore aggiunto che Pending Lips ha portato con sé in queste due edizioni. Si è creata una rete di collaborazioni che ha garantito al festival (e di conseguenza alle band che vi hanno partecipato) sempre maggiore visibilità e che, come detto, ha dato buonissimi frutti. Come già detto, il nostro intento era quello di creare un contesto molto fertile e il più possibile al passo con i tempi e con la situazione della musica al giorno d’oggi.

Un festival è fatto in primo luogo da musicisti. Vorresti raccontarci qualcosa sul rapporto che si instaura con le band e soprattutto come è strutturata la fase di contatto e reclutamento delle stesse?Per la prima edizione il reclutamento è avvenuto principalmente contattando in prima persona band che conoscevamo già. La seconda edizione invece, grazie anche all’apporto dei quasi 20 media-partners che abbiamo costruito, ha ricevuto più di 300 moduli d’iscrizione. I gruppi sono stati ascoltati uno per uno da 5 persone della direzione artistica di Costello’s. Non è stato facile; sono numeri davvero importanti che dimostrano quanto sia stata significativa la crescita del Pending Lips in un solo anno e quanto sia stato importante compiere sforzi per realizzare anche questa edizione. Il rapporto con i gruppi che hanno partecipato alle due edizioni è sempre stato di collaborazione e di stima reciproca. La cosa più bella che ho notato è proprio la partecipazione che si è creata durante le serate. Band che suonavano in una serata si presentavano ad assistere alla successiva. Forse, almeno tra chi suona, rimane ancora viva la curiosità, la voglia di appartenere a un movimento che possa essere stimolante e appagante, la musica insomma.

Un festival per essere un buon prodotto dovrebbe avere alcune caratteristiche imprescindibili, secondo te quali sono le cinque che una rassegna  deve assolutamente avere per essere considerata di altro livello? E soprattutto dicci un buon motivo per venire a vedere il Pending Lip festival…
Le scrivo di pancia, magari rileggendo tra qualche giorno mi verrà in mente altro:

1) Una buona idea

2) Competenza

3) Passione

4) Una buona location

5) Uno staff preparato

Penso (spero che chi c’è stato sia d’accordo) che il Pending Lips abbia tutte e 5 queste caratteristiche. Spot: “Hey amici, da oggi ci sono almeno 5 buoni motivi per venire il 4 Giugno al Carroponte ad assistere alla serata con i Diaframma con le aperture affidate ai due gruppi che hanno vinto grazie alla giuria popolare il contest: Vulvatron e JJ LaMorve. Parola di Costello’s”. Dopo questa perderemo tutto il potenziale pubblico che sarebbe venuto.

Siamo alla conclusione di questa piccolo viaggio all’interno della tua esperienza, vorresti Raccontaci il tuo “ momento migliore” durante il percorso del Pending LIps?In realtà sono state tutte serate davvero splendide… Vedere così tanta gente presente a serate con gruppi emergenti, sentire la partecipazione e la voglia di esserci, è sempre magico.Se devo trovare un momento in particolare penso che sia stato il giorno antecedente la prima serata dell’ultima edizione. Tanta emozione, tanta vicinanza e supporto, tanta voglia di ripartire. Un piccolo “miracolo” di questi tempi.

Il quadro che emerge da questa testimonianza delinea un stato dell’arte complesso, fatto di alti e bassi, che richiede passione impegno e dedizione. Fare musica e occuparsene obbliga a continui sforzi e a una costante ricerca di mezzi, di idee, di buone strategie, di conoscenze. Le band emergenti in Italia, come in altri paesi, non mancano, e le manifestazioni che si tengono in tutta Europa ne sono un esempio, ma spesso non si riesce a creare un corrispondente alone culturale e di crescita che accompagna questi eventi. L’ascoltatore dovrebbe poter essere più consapevole di quello che sta fruendo, del lavoro sotterraneo di molti e del valore che anche un piccolo festival può avere per band e artisti. I gruppi, da canto loro, devono offrire il meglio in termini di qualità, di energia, di emozione. Insomma: un implicito contratto, fatto soprattutto di reciprocità. Tra alti bassi, festival che vanno e festival che vengono, cerchiamo ora di passare in rassegna cosa succede da noi e all’estero.

 

A Perfect Day Festival
LOCATION:Villafranca di Verona (VR)
DATE:Dal 30 Agosto al 01 Settembre
LineUp: Primal Scream, Bastille, Wmerch Andise, Bloody Beetroots, Salmd, Tre Allegri ragazzi Morti, The XX, Editors
VOTO: 4

Arezzo Wave Love Festival
LOCATION:Civitella in Val di Chiana
DATE:Dal 12 al 14 Luglio
LineUp:UNHEIMLICH!, Avast, Subwayundersea, Emmecosta, Matteo Toni, Catch a Fyah, Boxerin Club, Ansomia, le Cpare a Sonagli, Swordfish Project, Blues Ash of Manaìhattan, Invers, Plof, B:Due, la Rappresentante di Lista, Etruschi From Lakota, in Medias Res, Soul Sailor & the Fuckers, Beautiful Bunker
VOTO: 3,5

Asti Musica
LOCATION:Asti
DATE:Dal 09 al 24 Luglio
LineUp:Ginevra di Marco, Area, la Fame di Camilla, Emma, Zen Circus, Goran Bregovic, Banco del Mutuo Soccorso
VOTO: 2

Bilbao BKK Live
LOCATION:Bilbao
DATE:Dal 11 al 13 Luglio
LineUp:Depeche Mode, Editors, Kings of Leon, Mark Lanegan Band, Green Day, Vampire Weekend, Fat Boy Slim
VOTO: 3,5

Carroponte
LOCATION:Sesto San Giovanni
DATE:Dal 29 Maggio al 12 Agosto
LineUp:il Teatro Degli Orrori, Diaframma, Neffa e molti altri
VOTO: 5

City sound
LOCATION:Milano
DATE:Dal 10 Giugno al 28 Luglio
LineUp:Killers, Mario Biondi, Toto, Korn, Motorhead, National, Iggy and the Stooges, Wu Tang Clan, Skunk Anansie, Atoms for Peace, Deep Purple, Santana, Blur
VOTO: 5

Collisioni Festival
LOCATION:Barolo (CN)
DATE:Dal 05 al 09 Luglio
LineUp:Jamiroquai, Gianna Nannini, Elio e le Storie Tese, Tre Allegri Ragazzi Morti, Marta sui Tubi, Fabri Fibra, Elton John
VOTO: 5

Festival di Villa Arconati
LOCATION:Bollate (MI)
DATE:Luglio
LineUp:Sinead O’Connor, Goran Bregovic, Daniele Silvestri, Francesco de Gregori, Mark Lanegan Band, Orquesta Buena Vista Social Club
VOTO: 3

Festival Strade Blu
LOCATION:Faenza
DATE:Dal 25 Aprile al 21 Giugno
LineUp:Lee Ranaldo and the Dust, Lambchop
VOTO: 3,5

FIB
LOCATION:Benicassim (Spa)
DATE:Dal 18 al 21 Luglio
LineUp:Queens of the Stone Age, Beach House, Beady Eye, Primal Scream, Artic Monkeys, Kaiser Chiefs, Miles kane, Killers, Jake Bugg, Black Rebel Motorcycle Club
VOTO: 4

Fuori Luogo Festival
LOCATION:San Damiano d’Asti
DATE:Dal 14 al 16 Giugno
LineUp:Aart Heering, Abdelkader Benali, Carlo Bordone, Kings of the Opera, James Walsh, Peter Murphy, Smoke Fairies, fabrizio Cammarata, Anna Viola, Davide de Martis, Turin Brakes and more…
VOTO: 4

Lucca Summer Festival
LOCATION:Lucca
DATE:Dal 6 al 27 Luglio
LineUp:Leonard Cohen, Nick Cave & the Bad Seeds, Killers, Mark Knopfler, Renzo Arbore, Neil Young, Litfiba, Thirty Seconds to Mars, Sigur Ros
VOTO: 3

MIAMI
LOCATION:Milano
DATE:Dal 7 al 9 Giugno
LineUp: Linea 77, Di Martino, Sadside Project, Bachi da Pietra, Gli Ebrei, Verbal, Bot, Riva Starr, Jennifer Gentle, HardCore Tamburo, Dumbo Gets Mad, New Ivory, at the Weekends, Selton, Amari, Phill Reynolds, Appino, Patty Pravo, Giardini di Miro’, Cosmo, Vanity, Wildmen e molti altri
VOTO: 4

Reading Festival
LOCATION:Reading (UK)
DATE:Dal 23 al 25 Agosto
LineUp:Green Day, System of a Down, Deftones, Bring me the orizon, Skindred, Eminem, Chase and Status, Foals, White Lies, Biffy Clyro, Nine Inch Nails, Fall Out Boy, Lumineers, Editors
VOTO: 4,5

Rock in Roma
LOCATION:Roma
DATE:Giugno/Luglio
LineUp:Green Day, Killers, Toto, Korn, Iggy and the Stooges, Max Gazzé, Rammstein, Arctic Monkeys, Bruce Springsteen, Mark Knopfler, Smashing Pumpkins, Mark Lanegan Band, Atoms for Peace, Ska-P, Deep Purple, Zucchero, Daniele Silvestri, Neil Young, Sigur Ros, Blur
VOTO: 4

Roma Incontra il Mondo
LOCATION:Roma
DATE:Giugno/Luglio
LineUp:Cocorosie, Steve Vai, Modena City Ramblers, Almamegretta con Raiz, Il Teatro Degli Orrori, Giuliano Palma, Neffa, Miss Kittin, Alborosie, Officina Zoe’, Apres la Classe, Elio e le Storie Tese, Kinks of Convenience, Sud Sound System, Intillimani, Skatalites
VOTO: 3,5

Sexto’nplugged
LOCATION:Sesto al Reghena (PN)
DATE:Luglio
LineUp:Loca Natives Villagers, Of Monsters and Men, MùM, Ane Burn, Rover
VOTO: 3,5

Sherwood
LOCATION:Padova
DATE:Dal 12 Giugno al 12 Luglio
LineUp:Marta sui Tubi, Modena City Ramblers, NOFX, Motel Connection, Ministri
VOTO: 3

SoloMacello Fest
LOCATION:Milano
DATE:26 Giugno
LineUp:Red Fang, Karma to Burn, in Zaire, Wrust, Fuzz Orchestra, Nero di Marte, Zolle, Black Moth
VOTO: 2,5

Southside Festival
LOCATION:Neuhausen ob Eck (GER)
DATE:Dal 21 al 23 Giugno
LineUp:Rammstein, Queens of the Stone Age, Arctic Monkeys, paul kalkbrenner, Sigur Ros, Portished, Smashing Pumpkins, Ska-P, National, Editors, NOFX, Hives, Kasabian, Gogol Bordello
VOTO: 4,5

Strummer Live Festival
LOCATION:Bologna
DATE:Dal 3 al 5 Luglio
LineUp:Goran Bregovic, Manu Chao, Modena City Ramblers, Alborosie, Africa Unite
VOTO: 2

Sziget
LOCATION:Budapest
DATE:Dal 5 al 12 Agosto
LineUp:Alex Clare, Azealia Banks, Blur, David Guetta, Die Arzte, Editors, Seeed, Ska-P, Skunk Anansie, Biffy Cliro, Mika, Nick Cave and The Bad Seeds, Bat For Lashes, Everything Everything, Flogging Molly, Afterhours, Bad Religion, !!!, Peter Bjorn & John, Editors e molti altri
VOTO: 4

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MEGANOIDI, ZEUS E UN GRANDE OMAGGIO A FABER PER L’APRILE DELL’AGORÀ

Written by Senza categoria

Anche questo mese importanti nomi del panorama indipendente italiano e internazionale si alterneranno sul palco del Circolo. Si parte con il live di ELYAS KHAN, uno dei cantautori più originali nel panorama musicale di oggi. Come ogni anno poi si renderà omaggio a Fabrizio De Andrè, con una serata interamente dedicata al cantautore genovese. Ci sarà poi IL CIELO SOTTO MILANO FESTIVAL, la serata firmata Costello’s dedicata al meglio delle nuove realtà indipendenti. Sabato 13 aprile il Circolo avrà invece il piacere di ospitare una delle band più amate dello ska italiano, i MEGANOIDI. Il 19 Aprile sarà il turno degli ZEUS, il power duo composto da Luca Cavina al basso elettrico (Calibro 35, Craxi, Incident on South Street) e Paolo Mongardi alla batteria (Fuzz Orchestra, Ronin, FulKanelli, ex Jennifer Gentle). E tanto altro ancora.

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