Jovanotti Tag Archive
I.A.N.T. – Limite
Limite mi ha catturato sin dalla prima nota. Sarà perché sono un inguaribile nostalgico e con questo album gli I.A.N.T. (Incapaci Ai Nostri Tempi) mi hanno fatto tornare indietro di oltre dieci anni, quando in Italia imperversava una scena Punk Rock di tutto rispetto portata avanti da Marsh Mallows, Shandon, Moravagine e chi più ne ha più ne metta. Così già “Il Trionfo”, una canzone che ricorda molto Ska-P e Harddiskaunt, mi fa drizzare le antenne, un’attenzione acciuffata anche da un testo avverso agli schiavi delle mode social e al declino delle generazioni future. “Luogo Comune” abbandona lo Ska e mette in pratica un Punk potente, con un ritornello Hardcore degno dei NOFX più molesti. Ancora una volta le liriche fanno un’ulteriore differenza spaziando dalla lotta al sistema al problema dilagante della disoccupazione. Il singolo “33-15” modera il sound mostrando sfaccettature più Alternative Rock. L’influenza dei Derozer è tangibile in “Non Sparerò”, un brano che pare il fratello gemello de “Il Viaggio Più Lungo”, anche se c’è una differenza d’età di tredici anni. La title track, che vede come ospite Tomaso De Mattia dei Talco, è una traccia Ska conturbante in principio che sgretola ogni convinzione sonora sfociando in un ritornello veloce e ultra melodico. Le ultime cartucce sparate sono la cover della hit del 1999 “Il Mio Nome E’ Mai Più”, nata dalla collaborazione tra Ligabue, Piero Pelù e Jovanotti e “La Colpa E’ Tua”, una canzone tiratissima che cementifica il loro appartenere al credo del Punk del secondo millennio. Se Limite fosse uscito dieci anni fa avrebbe catapultato gli I.AN.T. sul carro dei vincitori. Oggi li fa apparire più come delle mosche bianche. Ma il merito di farci fare un tuffo nel passato è così grande che non può che essere premiato.
Jovanotti 26/07/2015
Jovanotti @ Stadio San Paolo (NA) – 26/07/2015
Domenica 26 Luglio per amor della mia ragazza mi trovo ad accompagnarla allo Stadio San Paolo di Napoli per assistere ad un concerto veramente emozionante: quello di Lorenzo Jovanotti. Non sono mai stato un grande stimatore del Rapper, questo perché da un lato il genere non è tra i miei gusti dall’altro ero attratto solo da qualche canzone del primo periodo dell’ artista ma comunque senza nessuna escandescenza. Arrivo allo stadio intorno le 19:30, l’ organizzazione è ottima e l’ attesa tra le file brevissima, c’è voluto circa mezz’ ora per andare nel prato. Sono circa 36 mila le persone che sono andate ad assistere Jovanotti e pare che il numero cresce ogni volta che l’ artista calca il palco del San Paolo. Lo show di Jovanotti comincia in orario, le 21:00, ed è anticipato da un breve video che lo vede in una dimensione futura che lo porterà poi a Napoli. In questo video compaiono anche Ornella Muti nella figura di una bellissima donna che gli spiega come tornare indietro nel tempo e Fiorello nei panni di un presentatore che introduce il grintoso artista. Lo show parte gasato con l’ eccezionale “Penso Positivo”, il pubblico è in delirio e si scatena da subito insieme a Lorenzo. Dopo questa la canzone che ha fatto battere i cuori è stata l’ “Alba” e un altro momento di grandi cori è avvenuto con il suo nuovo singolo: “Sabato”. Ma il vero inferno si è scatenato con i suoi grandi classici, in primis, “L’Ombellico Del Mondo” a seguire: “Bella”, “L’ Estate Addosso”, “Serenata Rap” e “Un Ragazzo Fortunato”. Ci si stringe in un grande abbraccio sulle note di “L’ Astronauta” e “Le Tasche Piene Di Sassi”, quest’ ultima, una canzone che Jovanotti dedica alla madre, non a caso la sua espressione quando la cantava la diceva veramente lunga. Verso la metà del concerto arriviamo ad un altro momento commovente: sul palco salgono James Senese ed Eros Ramazzotti. I tre si uniscono per un grande tributo ad una stella di Napoli che si è spenta di recente: Pino Daniele. L’ artista ripete spesso dell’ eredità che ha lasciato Pino alla bella Napoli. Brividi sulla pelle ed occhi pieni di lacrime, questo è ciò che si vede nel pubblico Partenopeo sulle note di: “Yes I Konow My Way”, “Napule è”, “Quanno Chiove” e “A Me M’ Piac O Blues”. Tre canzoni cantate da Jova ed Eros con Mr. Senese che li accompagnava con il suo Sax perchè soltanto nella prima Eros era assente. Un omaggio dalle mille emozioni per ricordare anche quella fantastica tappa del 13 Giugno 1994 nello stesso stadio che vedeva appunto nel Tour Pino Daniele, Lorenzo Jovanotti, ed Eros Ramazzotti. Strepitoso è stato il mini video proiettato nel maxischermo, in cui alla fine delle canzoni dedicate all’artista Napoletano, si vede proprio Pino Daniele ringraziare tutti. Ramazzotti e Senese vanno via, lo spettacolo si dirige verso la conclusione e si vedono le prime facce tristi, nonostante si cominciassero a sentire gli altri grandi successoni di Jovanotti, si concepiva che questa notte magica stava volgendo al termine. Dunque pian piano con: “Tutto L’ Amore che Ho”, “La notte Dei Desideri” e “A Te” si arriva alla conclusione, chiaramente anche in queste canzoni il nostro Rapper è riuscito a far sognare e ad inviare messaggi d’amore e di fratellanza. Si chiude lo show al San Paolo con un grande boato grazie alla canzone “Ti Porto Via Con Me”: tutti a ballare e a rendere indimenticabili questi ultimi minuti di Jovanotti. In questa serata ho visto esibirsi sul palco un artista pieno di grinta e ideali, un ragazzo umile, onesto e con la gioia negli occhi. Non si fermava un attimo, saltellava, correva e ballava in tutte le direzioni del palco per tre ore di fila, un vero uragano insomma. Posso concludere dicendo di esser stato felice di aver assistito a questa sua magnifica data.
kuTso
I kuTso sono una delle band più particolari della scena musicale italiana, sono stati alla scorsa edizione del Festival di Sanremo, adorano esibirsi dal vivo e vorrebbero la dittatura dei kuTso sulle genti italiche. Ecco una breve intervista per Rockambula.
Sorvolando sulla pronuncia del nome del gruppo e sulla diatriba che ne consegue, partiamo dalla fine. La partecipazione a Sanremo e il nuovo album. Il festival della canzone italiana, il trionfo del nazional-popolare può convivere con la musica dei kuTso?
Certo, nella misura in cui i kuTso hanno utilizzato il festival come una grande vetrina tramite cui divulgare a mari e monti il progetto così com’è, senza farsi fagocitare dall’ufficialità del contesto sanremese.
Essere arrivati in finale, lo ricordate anche sul vostro sito, è già una vittoria. Ma è proprio vero? Meglio vincere Sanremo o vendere dischi? O meglio ancora riempire locali e club in giro per l’Italia?
Meglio sempre riempire i locali tastando sul campo l’entità del consenso intorno alla band. Vincere il festival non era il nostro obiettivo, come non lo era arrivare in finale. Noi volevamo principalmente farci pubblicità e questo è avvenuto. Ora navighiamo a vista cercando di non perdere nessuna occasione e sfruttando al massimo la scia positiva che il festival ha portato.
Siete in “Perpetuo tour”, quanto conta la dimensione live per voi?
Il live è la vita vera della band. Noi siamo essenzialmente dei perfomer che esprimono al meglio se stessi durante le esibizioni dal vivo, utilizzando i propri brani come mezzo di comunicazione con il prossimo.
Un consiglio per chi vi ascolta per la prima volta in concerto?
Abbandonate qualsiasi pregiudizio e approcciate alla nostra musica con la mente sgombra dai suoni e dai cliché musicali che si è soliti ascoltare nel mondo indie come in quello mainstream. Noi siamo una cosa a parte.
Tre aggettivi per definirvi e tre per la vostra musica?
Sporchi
Brutti
Cattivi
Rocambolesca
Roboante
Funambolica
Con chi vorreste dividere un palco?
Con Jovanotti.
I vostri obiettivi per il futuro prossimo?
Arrivare ad avere almeno mille paganti ad ogni concerto in tutta Italia.
Il sogno da realizzare?
La dittatura dei kuTso sulle genti italiche.
“Il Mea Culpa Tour” di Clementino farà tappa domani al Club EmmE 20 di Collecorvino PE
Clementino sarà in concerto al Club EmmE 20 di Collecorvino (Pe) il prossimo 24 aprile nell’ambito del suo “Mea Culpa Tour”: cambio di location e data dunque per l’evento inizialmente previsto a Castel di Sangro l’11 aprile. Dopo il primo live di Napoli lo scorso 28 febbraio che ha registrato un grandissimo successo di pubblico, Clementino sta girando l’Italia ed arriverà anche in Abruzzo per l’unica tappa in regione del suo tour. La scaletta del live è un mix fra le hit dell’ultimo album ed i brani più importanti tratti dai suoi precedenti lavori: sarà l’occasione per ascoltare “O’vient”, “Fratello”, “Amsterdam”, “Ci Rimani Male”, “Alto Livello”, “Rovine”, “La Luce”, “Beat Box”, “La Mia Musica”, “Harlem Shake”, “Il Re Lucertola”, “Toxico”, “Quei Bravi Ragazzi”, “Pianoforte a Vela” . Abile e virtuoso freestyler, artista versatile e talentuoso con quella attitudine a calcare il palco che meglio lo rappresenta, Clementino in pochi anni si è imposto come uno dei rapper più interessanti della scena Hip Hop contemporanea. Ottimo performer, nell’estate 2013 apre i concerti di Jovanotti negli stadi di Salerno e Palermo catalizzando l’attenzione delle migliaia di persone presenti. Il suo terzo album, “Mea Culpa”, uscito per Universal lo scorso 28 maggio 2013, è entrato al quarto posto della classifica FIMI. Il disco comprende al suo interno prestigiose collaborazioni con artisti del calibro di Fabri Fibra, Meg, Jovanotti, Negrita, Marracash, Rocco Hunt e Il Cile. “Mea Culpa” è stato anticipato dal primo singolo “O Vient”, diventato uno dei brani più trasmessi dalle radio nel 2013, sei milioni di views su YouTube, a cui ha fatto poi seguito il singolo e il video di “Fratello” con la straordinaria partecipazione di Jovanotti. Per l’occasione è stato realizzato anche un video, dove Clementino e Lorenzo si scambiano suoni e parole a distanza in scenari tra l’Italia e il Brasile: il contributo di Lorenzo è stato infatti realizzato da Rio de Janeiro durante il suo tour in Sudamerica. Il singolo e video attualmente in programmazione, “Buenos Aires / Napoli”, vede la presenza dei Negrita: prodotto da Shablo, contiene un campione del loro singolo di successo “Rotolando verso Sud”. “Mea Culpa” ha sonorità che guardano al grande pubblico, ma senza snaturare la matrice Hip Hop. Amore e sentimenti del mondo di oggi e della vita dell’artista i temi delle liriche, con Napoli sempre nel cuore. Clementino raggiunge in questo suo ultimo lavoro discografico il giusto compromesso fra underground e mainstream: si mostra rapper ma anche interprete di una musica più orecchiabile, riuscendo ad essere sempre credibile e fedele a se stesso.
Il concerto di Collecorvino è organizzato da Eventi e Concerti Live.
Prevendite negli abituali punti vendita Ticketone e Ciaotickets, costo del biglietto 17.00 € + d.p.
Inizio concerto: ore 22.30
Sono previsti bus navetta in occasione dell’evento da Chieti (tel. 327.5711243) e Pescara (tel. 328.3712302) .
Info: 360913394 – info@eventieconcertilive.it
Analisi di un disatro annunciato! La classifica dei dischi più venduti nel 2013.
Quello che trovate subito sotto è il risultato di una piccola analisi che ho voluto fare dopo aver letto le classifiche di vendita degli album in Italia nel 2013. Andiamo per ordine e cerchiamo di capire di che cosa si tratta. Qualche giorno fa sono stati resi pubblici i dati concernenti la vendita dei dischi nell’anno solare appena passato sul territorio italiano e in testa troviamo Ligabue con Mondovisione seguito da Modà e Jovanotti. A fine articolo trovate la lista delle prime cinquanta posizioni. Senza troppi giri di parole, la domanda è una sola: dove sta la nostra bella musica indipendente? Dove si sono ficcati quei nomi “giganteschi”, almeno per noi e probabilmente per chi ci legge, come Arcade Fire, Placebo, Low e via dicendo? Scorrendo la classifica, il primo nominativo sul quale vale la pena soffermarci è quello dei Daft Punk al diciassettesimo posto, tallonati dai Depeche Mode; poi abbiamo i Pearl Jam al trentesimo e più staccati David Bowie e i Muse. Andando oltre la posizione numero cinquanta, scopriamo il primo e unico nome tutto italiano del panorama Indie (passatemi il termine che mi permette di sintetizzare) e cioè quello dei Baustelle. La cosa che pare chiara, dunque, è che c’è una spaccatura netta tra il pubblico musicalmente “colto” o meglio quello che si pone con più attenzione alle uscite underground (in linea di massima le stesse proposte da webzine come Rockambula ma anche dai giganti Ondarock, SentireAscoltare o Rockit o le riviste cartacee come Rumore, Il Mucchio e via dicendo) e chi effettivamente i dischi li compra.
O quantomeno, il pubblico che ascolta e apprezza le band che questi magazine o webzine come la nostra promuovono, non è evidentemente abbastanza numeroso da far sì che i loro artisti preferiti possano entrare nelle classifiche riguardanti gli album più venduti, al fianco dei sopracitati re (con la minuscola) del pop/rock (con la minuscola) tricolore. In quest’ottica poco stupisce che gli Arcade Fire vendano circa seimila copie e i Marlene Kuntz appena settemila e comunque mille in più dei canadesi, che invece, nei nostri discorsi da musicofili, collezionisti di vinili, talent scout dell’Indie Rock, insomma, nelle chiacchierate tra noi Indie Snob che al concerto degli U2 se ne vanno dopo aver ascoltato il gruppo spalla, sembrano il non plus ultra del panorama mondiale. Partendo da questo presupposto e visto che il mio ruolo mi permette di affermare la scarsissima qualità delle classifiche di vendita nostrane, una domanda sorge spontanea ed è una questione che in molti hanno sollevato in questi giorni. Quando esattamente ci siamo ridotti cosi e cosa ci ha portato a questo? L’avvento dei reality show, l’affermarsi della Tv come principale strumento d’informazione, l’arrivo degli mp3, il download illegale, il generale impoverimento culturale? In quale anno, in quale preciso istante l’Italia è caduta nel baratro? Per cercare di dare una risposta a queste domande ho deciso di realizzare questo piccolo studio da cui scaturisce il grafico che trovate di seguito.
Semplicemente ho considerato tutte le classifiche di vendita degli album, anno per anno, dal 2009 al 1964 (dati www.hitparadeitalia.it) e ho analizzato i dischi che si trovano nelle prime posizioni. Poi ho esaminato il gradimento di quei dischi, attraverso un portale che avesse un pubblico quanto più variegato possibile (www.rateyourmusic.com), usandolo come strumento quanto più oggettivo possibile per valutare la qualità (o meglio la percezione qualitativa di un dato pubblico) degli album analizzati. Ovviamente, parlando di giudizi su album, ci sarà una miriade di variabili da considerare (dal tipo di pubblico del sito, alla preparazione dei votanti e cosi via) tanto che una qualsiasi valutazione oggettiva è pressoché impossibile, ma ho cercato di usare gli strumenti più adatti allo scopo, tentando di non influenzare il risultato. Quello che ho cercato di capire è quanto la qualità media dei dischi più venduti è variata nel tempo e se c’è un momento storico in cui la spaccatura si è fatta più evidente.
Nel grafico dunque trovate tutti gli anni sull’asse orizzontale mentre in verticale è presente la valutazione qualitativa che, attraverso il mio sistema, va da un minimo di zero a un massimo di quindici. Tanto per capirci, i tre album con il voto più alto presenti nel sito arrivano a 12,84. Quello che emerge chiaramente è che (sempre considerando la presenza d’infinite variabili che rendono l’analisi interessante più come curiosità) pare esserci effettivamente un peggioramento nel pregio dei dischi che si trovano nella parte alta della classifica, ma, nello stesso tempo, non c’è apparentemente un momento preciso cui sembra corrispondere questo calo. La cosa lascerebbe supporre che nessun motivo unico scatenante debba riscontrarsi in questa spregevole inclinazione ma che anzi, inevitabilmente, una serie di concause, ci stia portando ad allargare il divario tra album di qualità e album più venduti. Allo stesso modo, sembra anche esserci una sorta d’inversione di tendenza dagli anni 2000/2001 ma si tratta di un periodo troppo breve perché si parli di vera ripresa in tal senso, anche perché, spostando tali considerazioni oltre il 2006 e analizzando proprio i dati 2013, potremo notare come l’anno appena passato, si piazzerebbe nel grafico sugli stessi bassissimi livelli d’inizio millennio.
Che cosa dire dunque. Noi continuiamo per la nostra strada, proseguiamo a promuovere e ascoltare quella musica che riteniamo essere veramente di qualità con la consapevolezza che sarà solo una minoranza a seguirci, quella stessa minoranza che però ci piace incontrare ai concerti dei Massimo Volume o, tra qualche mese, dei Neutral Milk Hotel. Probabilmente non ha senso cercare un solo e unico colpevole e probabilmente, quest’analisi andrebbe raffrontata con altre che rivelino la situazione culturale generale del paese e la sua involuzione. Allo stesso modo non possiamo che ridere di chi ancora è riuscito a stupirsi di questi dati, che trovate di seguito. Cosa vi aspettavate di vedere? I These New Puritans in vetta?
Pos. Att. | TITOLO | ARTISTA | ||
1 | MONDOVISIONE | LIGABUE | ||
2 | GIOIA … NON E’ MAI ABBASTANZA! | MODÀ | ||
3 | BACKUP 1987-2012 IL BEST | JOVANOTTI | ||
4 | STECCA | MORENO | ||
5 | SCHIENA VS SCHIENA | EMMA | ||
6 | SIG. BRAINWASH – L’ARTE DI ACCONTENTARE | FEDEZ | ||
7 | #PRONTOACORREREILVIAGGIO | MARCO MENGONI | ||
8 | MIDNIGHT MEMORIES | ONE DIRECTION | ||
9 | 20 THE GREATEST HITS | LAURA PAUSINI | ||
10 | MAX 20 | MAX PEZZALI | ||
11 | AMO | RENATO ZERO | ||
12 | NOI DUE | EROS RAMAZZOTTI | ||
13 | SONG BOOK VOL.1 | MIKA | ||
14 | MARIO CHRISTMAS | MARIO BIONDI | ||
15 | L’ANIMA VOLA | ELISA | ||
16 | AMORE PURO | ALESSANDRA AMOROSO | ||
17 | RANDOM ACCESS MEMORIES | DAFT PUNK | ||
18 | DELTA MACHINE | DEPECHE MODE | ||
19 | LA SESION CUBANA | ZUCCHERO | ||
20 | INNO | GIANNA NANNINI | ||
21 | UNA STORIA SEMPLICE | NEGRAMARO | ||
22 | SENZA PAURA | GIORGIA | ||
23 | BRAVO RAGAZZO | GUE PEQUENO | ||
24 | GUERRA E PACE | FABRI FIBRA | ||
25 | SUN | MARIO BIONDI | ||
26 | CONVOI | CLAUDIO BAGLIONI | ||
27 | TAKE ME HOME | ONE DIRECTION | ||
28 | MERCURIO | EMIS KILLA | ||
29 | AMO – CAPITOLO II | RENATO ZERO | ||
30 | LIGHTNING BOLT | PEARL JAM | ||
31 | PASSIONE | ANDREA BOCELLI | ||
32 | CHRISTMAS SONG BOOK | MINA | ||
33 | L’AMORE È UNA COSA SEMPLICE | TIZIANO FERRO | ||
34 | A TE | FIORELLA MANNOIA | ||
35 | THE TRUTH ABOUT LOVE | PINK | ||
36 | MIDNITE | SALMO | ||
37 | TO BE LOVED | MICHAEL BUBLE’ | ||
38 | THE NEXT DAY | DAVID BOWIE | ||
39 | BELIEVE | JUSTIN BIEBER | ||
40 | UN POSTO NEL MONDO | CHIARA | ||
41 | LORENZO NEGLI STADI – BACKUP TOUR 2013 | JOVANOTTI | ||
42 | LIVE KOM 011: THE COMPLETE EDITION | VASCO ROSSI | ||
43 | SOTTO CASA | MAX GAZZÉ | ||
44 | ORA | GIGI D’ALESSIO | ||
45 | SWINGS BOTH WAYS | ROBBIE WILLIAMS | ||
46 | THE 2ND LAW | MUSE | ||
47 | LA TEORIA DEI COLORI | CESARE CREMONINI | ||
48 | IN A TIME LAPSE | EINAUDI | ||
49 | UNORTHODOX JUKEBOX | BRUNO MARS | ||
50 | ARTPOP | LADY GAGA |
NON HO TROVATO UNA CANZONE PIU’ ADATTA!!!
Le Superclassifiche di Rockambula: Top Ten anni Ottanta
Esiste un decennio più controverso degli anni 80? Ed esiste un modo peggiore di iniziare un articolo che con due domande retoriche? Ovviamente (altrimenti non sarebbe una domanda retorica) la risposta è no in entrambi i casi.
Gli anni Ottanta per gli ultra trentenni come me sono gli anni più straordinari che ci siano, quelli vissuti nel pieno della fanciullezza ma che avremmo navigato magicamente anche nella decade seguente, per l’ovvio ritardo con il quale il nostro paese ne ripresentava le tendenze, anche cinematografiche e musicali. È stato per noi il decennio ammaliante che ci ha fatto diventare quello che siamo, straordinario e favoloso perché, pur se ben saldo nella memoria, ha un sapore di tempi antichi, passati, andati per sempre. Dieci anni in sospeso, ambigui che nella musica ma anche nel cinema, nella moda, nel costume, nella politica, in tutto insomma, hanno toccato gli estremi più lontani che si potessero immaginare.
Erano gli anni di “Video Killed the Radio Star” e quelli di “Luna”, di “Enola Gay” e di “Gioca Jouer”, di Falco e Miguel Bosè, di “Vamos a la Playa” e “Vacanze romane”, gli anni di Raf, di Madonna e i Duran Duran, di “Take on me” e Gianna Nannini, de “La Bamba” (la canzone), Nick Kamen e Jovanotti che faceva il verso ai rapper americani e poi Francesco Salvi con le sue canzoni ultratrash. Gli anni 80 sono stati per molti la decade trash per eccellenza e anche se tanta della sua spazzatura oggi è considerata oggetto di culto, fu anche un decennio colmo di musica eccezionale. La nostra classifica prova a darvene un esempio.
Al primo posto si piazza Bleach l’album che non solo ci consegnò una delle più grandi band e dei più amati, imitati e adorati cantanti di sempre, una leggenda vera ma pose anche le basi per una delle ultime rivoluzioni del Rock che esplose poi nei 90. Subito dietro i Sonic Youth, capaci di prendere l’eredità dei Velvet Underground e adattarla ai nuovi tempi (grazie anche all’esperienza con Glenn Branca e Rhys Chatam) e un’altra formazione clamorosa, The Smiths, tra le più rappresentative del suo tempo grazie anche a un frontman dal fascino indiscusso. Buon piazzamento per Curtis e il suo Closer, ponte metaforico tra due diverse epoche e ottima doppietta per gli eredi (in parte) Cure con Disintegration e Pornography. Sorprende la presenza di ben due dischi italiani i quali, se certamente non avranno avuto un ruolo primario nella storia della musica mondiale, per il nostro paese hanno suonato come uno stravolgimento incredibile della realtà. Due album profondamente diversi ma dalla potenza espressiva non dissimile, Affinità-divergenze fra il Compagno Togliatti e Noi del Conseguimento della Maggiore Età dei CCCP e Franco Battiato con La Voce del Padrone. Chiudono altre due sorprese, Tom Waits e i Dinosaur Jr mentre restano purtroppo fuori dalla top ten a malincuore e per pochissime preferenze di differenza capolavori come Zen Arcade (Hüsker Dü), The Stone Roses, The Joshua Tree (U2), Thriller (Michael Jackson), i Duran Duran che disperdono i voti tra Rio e l’omonimo e tanti altri. Peccato anche per l’assenza di Pixies, Talking Heads e Metallica ma le classifiche sono sempre difficili.
Diteci voi, chi non doveva mancare? Chi non avremmo dovuto inserire? E vi piace il primo posto?
1. Nirvana – Bleach
2. Sonic Youth – Daydream Nation
3. The Smiths – The Queen Is Dead
4. The Cure – Disintegration
5. Joy Division – Closer
6. CCCP – Affinità-divergenze fra il Compagno Togliatti e Noi del Conseguimento della Maggiore Età
7. Franco Battiato – La Voce del Padrone
8. The Cure – Pornography
9. Dinosaur Jr – You’re Living All Over Me
10. Tom Waits – Rain Dogs