ROSYBYNDY, corredato di un video firmato dalla regia di Evandro Mariucci e pubblicato dalla Interbeat Records le cui fila fanno capo proprio al cantautore romano. Di sicuro i digital store. Di sicuro la rete e la nevralgica mania di essere ovunque. Di sicuro l’etica da inseguire e una morale che stiamo pian piano perdendo per strada. Di sicuro l’origine della vita e la tutela dei suoi diritti fondamentali. Con questi ingredienti torna in scena l’irriverente e trasgressiva composizione firmata dal cantautore Luigi Piergiovanni che tutti conosciamo come ROSYBYNDY che vuole fare denuncia con un brano che suona un po’ come fosse un grido di allarme. Allarme contro gli amori on line sfociati nel sangue e contro la violenza sulle donne in generale, tema purtroppo oggi drammaticamente attuale. Se nel suo primo album Eskoryazyony Karmyke Rosybyndy parlava di un futuro Bladerunneriano ormai vicino in alcuni angoli del mondo, se nel suo secondo lavoro Il Portiere di Riserva ci trasportava in un passato nostalgico, autobiografico ed intimista, e se nel terzo lavoro Kapytalysty Vyrtualy ci si è legati al presente ed ai suoi problemi, dalla condanna all’uso delle religioni, dalla lotta contro i poteri del nuovo ordine mondiale, all’umanità distorta e degradata, oggi aspettiamo il quarto grande disco completamente diverso dai precedenti e pervaso da atmosfere psico intimistiche minimaliste già sottolineate da un titolo ancora provvisorio: PoP???. E dalle premesse di questo singolo di sicuro non si faranno attendere temi scottanti di attualità e di denuncia.
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“Lamoredentro” è il grido di battaglia di Rosybyndy contro il femminicidio
RoSyByNdY – Kapytalysty vyrtualy
RoSyByNdY è l’alias dietro cui si cela la figura del noto produttore Luigi Piergiovanni, molto attivo nella scena indipendente laziale che ha alle spalle già diversi lavori.
Questo “Kapytalysty vyrtualy” spiazza l’ascoltatore sin dalla iniziale “Chiudete bene la porta” (un incrocio fra i Prodigy di Fat of the land e i nostrani Bluvertigo), ma soprattutto nella successiva “Due sentieri” che già dal titolo fa capire che il disco sta prendendo un’altra strada e che vede la presenza di una grande star della canzone italiana, Tiziana Rivale, che nel 1983 vinse il Festival di Sanremo con “Sarà quel che sarà”.
“Dogma” si scaglia infatti contro preti pedofili ma non risparmia neanche veline, impiegati cocainomani e tifosi esauriti ed il suo testo è talmente profondo e significativo che forse la musica passa persino in secondo piano nonostante la presenza degli special guests Fausto Rossi e Flavio Giurato.
“Io sono la vittima” abbassa leggermente i bpm rispetto alle note iniziali ma lo stile rimane inconfondibile nonostante una voce un po’ più effettata.
“Chinacrack” (sì, scritto tutto attaccato) vede anche Roxy N alla voce a dare un tono di sensualità alla canzone (assomigliando a tratti alla grande Loredana Bertè).
“Parole che sfuggono alla voce” sicuramente trae ispirazione ai C.S.I. di “Tabula rasa elettrificata” e forse con una controvoce femminile avrebbe avuto quel tocco in più che non avrebbe guastato.
In “Non votare per me” le similitudini con Morgan appaiono molto più evidenti, mentre nella successiva “Giù dal cielo” si rifà viva Rosy N– che si sovrappone alle basi musicali.
Mai titolo fu più indovinato di “Il ventre dell’anima” poiché proprio qui forse si evince tutto il cuore e lo spirito di questo progetto.
“Nabouf” scandisce invece il beat sin dalle prime note incantando con il suo riff di basso e con la voce di Jing Ru.
“Non mi svegliate più” è quello che mi verrebbe da dire mentre l’ascolto perché l’atmosfera si fa talmente onirica da sembrare di essere davvero in un sogno bellissimo come se nel lettore cd ci fossero gli Enigma di Michael Cretu.
“Mengele’s nightmare” ricorda vagamente i Technotronic di “Pump up the jam” e lo si potrebbe considerare quasi uno strumentale pieno di campionamenti in cui Luigi Piergiovanni si dimostra il vero guru dell’elettronica italiana.
“Vorrei parlarti di me” presagisce la fine di questo piccolo capolavoro che viene chiuso con il pezzo sicuramente più riuscito e più sperimentale ed azzardato di tutti, “Waiting Cleopatra”.