Vi darei ragione se diceste che non c’è niente di terribilmente innovativo in questo scarno e spartano prodotto dei milanesi In-Hour’s Mind, ma se un disco lo si dovesse giudicare esclusivamente dal numero di volte in cui lo si tiene incollato all’orecchio, dovrei essere molto, molto più generoso.
Un’elettronica lineare, naif, ma forse proprio per questo più psichedelica, più allucinata. Synth, campioni, batterie, una voce distante e mascherata, ritmiche ossessive, lead impeccabili nella loro semplicità, ritornelli da saltare, sudati ed esaltati, sotto un palco. È un electro-rock per niente fighetto, è grezzo, ignorante, rasoterra – ed è questo, per me, il segreto della sua piacevolezza immediata.
I quattro pezzi di questo non-ep (tre originali dai titoli rubati a personaggi del mondo di Super Mario – non credo casualmente – e una cover dei Soulwax, Krack) scorrono infatti tutti abbastanza facilmente, ma devo ammettere che la vera sorpresa del disco è stata l’apripista, Yoshi, che continuo, non so perché, a canticchiare insistentemente, da giorni. Non so se la colpa sia da imputare alla voce anthemica, o a questa ambientazione da videogame anni ’90 (espressa alla perfezione da un video parecchio lo-fi, ma che centra esattamente il punto).
In generale, nonostante l’orecchiabilità delle tracce più riuscite (la già citata Yoshi e la conclusiva Daisy), l’operazione mi sembra, in qualche modo, incompleta… però si porta dentro dei semi molto interessanti: se gli In-Hour’s Mind sapranno sfruttarli a fondo, e con più metodo, mi prenoto già da ora una copia del loro prossimo disco.