La Fame Dischi Tag Archive
Terzo Piano – Super Super
Sonorità brillanti, piglio deciso e personalità sono la forza di questo Super Super dei Terzo Piano, band di Cava de’ Tirreni che giocherella incauta sul bordo tra la minchiata nonsense (il meta-testo di “H”, parte 1 e parte 2) e il capolavoro vorticante e cosmico dove si vola a occhi chiusi, liberi, senza farsi troppe domande (“Attratti Super”, che ha anche un video bellissimo). È bello sentire, nel marasma di band che tentano di piacere a tutti i costi, qualche raro esempio di sguardo che pare limpido, che sembra guardare dove vuole, sbattendosene di sembrare più o meno “hip”, più o meno fuori di testa. Ma mi trattengo ancora, perché nelle voci e nelle melodie così Pop eppure storte, nelle ritmiche minimali eppure trascinanti, nelle canzoni così vere che sembrano finte (o così finte che sembrano vere) c’è ancora una penombra di dubbio che non mi tolgo. Ci sono o ci fanno? Follia o calcolo? C’è chi direbbe che non importa, che l’opera è l’opera e da sé parla, e non ci sono contesti o contorni che tengano quando la si assume, quando ce la si inietta nel timpano. Sarà; io un po’ ci penso, ma nel frattempo mi riascolto Super Super e ci navigo un po’ dentro, poi vedremo. Nel peggiore dei casi sarà un guilty pleasure ad alto contenuto calorico. Nel migliore, una frangia del Pop di domani.
Terzo Piano presentano H
Hanno vinto la terza edizione del concorso per band emergenti organizzato ogni anno dall’etichetta indipendente La Fame Dischi “Le Canzoni Migliori Le Aiuta La Fame”, si chiamano Terzo Piano e sono quattro ragazzi giovanissimi provenienti dalla provincia di Salerno.
“Abbiamo scelto di iniziare questa nuova avventura, il percorso che porterà al nostro primo disco in uscita ad Ottobre, con una live session, perché è lì che sta l’essenza del nostro lavoro, nel suonare.” Così descrivono questo primo video live di H, brano contenuto nel disco d’esordio che stanno registrando tra Perugia e Cava de’tirreni in questi mesi, la cui uscita è prevista per Ottobre 2015 per l’etichetta La Fame Dischi appunto. “Speriamo di essere convincenti proprio suonando e che, vedendoci dal vivo, la gente capisca il sentimento e la dedizione che mettiamo nella nostra musica.”
Il Video della Settimana: Coniugi Orsini – “Il Computeretto”
E’ online il videoclip de “Il Computeretto” dei Coniugi Orsini diretto dal regista Andrea Giancarli su soggetto dell’artista marchigiana Raffaella Impedovo. Il singolo, che vede come special guest al sax Valentino Bianchi dei Quintorigo, è un’antipasto del nuovo disco intitolato Nozze di Piombo in uscita nella primavera 2015, farà parte della compilation Le Canzoni Migliori le Aiuta la Fame VOL.3 che uscirà nei primi mesi del 2015 e parteciperà al “Premio Speciale Social” del contest “Le Canzoni Migliori Le Aiuta La Fame”, organizzata dall’etichetta La Fame Dischi, le cui votazioni online si avranno dal 12 al 22 dicembre sulla pagina facebook ufficiale dell’etichetta. “Il Computeretto”, brano che ironizza sul mondo dei social e che vede, come anticipato, la partecipazione straordinaria del sassofonista Valentino Bianchi, fondatore dei Quintorigo e del violinista Domenico Mancini, coniuge della prima ora, è stato scritto a quattro mani dal cantautore ascolano Luca Orsini e dal pianista abruzzese Marco Bassi, che assieme a Davide Marcone alla batteria ed a Vincenzo Marconi Sciarrone alla chitarra compongono i Coniugi Orsini. Il brano in buona sostanza è una polka veloce, che tramite l’umorismo sprezzante che contraddistingue gran parte della produzione del quartetto, descrive una particolare declinazione del mondo moderno, nel quale i ritmi sempre uguali delle abitudini, insieme alla dipendenza dalle droghe e dai social networks, portano a falsare i rapporti interpersonali, spesso distruggendoli. Giocando con il suono delle parole, il testo è sostenuto da un accompagnamento serrato che mette in mostra tutte le capacità tecniche e compositive dei Coniugi Orsini. “Siamo in totale accordo con Antonio Rezza” sostiene l’autore Luca Orsini, “un artista che mi ha ispirato spesso durante la mia crescita personale da cantautore, quando dice che il telefono è un mezzo indiretto, e come tale aumenterebbe l’ipocrisia nel flusso comunicativo… figuriamoci Facebook o Twitter!” E non è tutto, nel loro canale “youtube” ufficiale è anche possibile degustare i primi teaser tratti da due pezzi di “Nozze di Piombo”; il primo è Ferlaino, brano che ci porta alle atmosfere gloriose del calcio anni Ottanta, dedicato, per qualche motivo, all’ex presidente del Napoli e l’altro Sangue sulla Complanare, buona visione!!!
La Madonna di Mezzastrada – Lebenswelt
Lebenswelt, ovvero “Le vite degli altri”. Non è dato sapere se La Madonna di Mezzastrada, singolare nome di questa band di perugini di adozione e di fortuna, avessero in mente proprio la pellicola di Henckel von Donnersmarck. Fatto sta che il loro Post Rock venato di archi non si abbinerebbe affatto male alle torbide atmosfere del film in questione. Questo secondo lavoro segna un netto cambio di stile. Tra Lebenswelt e il precedente Cantiche ci sono una radicale revisione della line-up, un brano incluso nella compilation de La Fame Dischi (“Tunisia”) e nuovi apporti in fase di registrazione, tra cui Daniele Rotella di The Rust and the Fury. Se è vero che le sonorità scelte per questo secondo lavoro rievocano certo Rock italico recente e non, dai Marlene Kuntz a Le Luci della Centrale Elettrica, è vero anche che le liriche hanno tutt’altro intento. Su arrangiamenti puliti, al riparo dal rischio di suonare consueti perché impreziositi da incursioni di piano e ukulele, scivola un cantato-parlato volutamente monocorde e disturbante: un cantautorato che si prende la briga di andare a recuperare la componente sociale, che lascia poco spazio all’autoreferenziale e all’astratto ed estende lo sguardo al di là delle periferie padane di Vasco Brondi (che, diciamocela tutta, ci hanno anche un po’ scassato). “I piccoli drammi borghesi non mi interessano” è quanto dichiarano senza mezzi termini in “Piccoli Drammi”, sintesi estrema di una poetica fatta di frustrazioni giovanili contemporanee e concrete, confronti generazionali, immigrazione e quotidiana convivenza delle diversità. Dal Punk degli esordi a Lebenswelt, il salto non è solo quello che passa da un universo sonoro ad un altro, ma è anche un salto di qualità che lascia ben sperare che La Madonna di Mezzastrada abbia imboccato la direzione giusta.
Michele Maraglino, un inedito live tratto dal nuovo album in arrivo e il tour Concerti Comodi.
Si chiamerà Canzoni Contro la Comodità il nuovo album di Michele Maraglino, che uscirà per La Fame Dischi nel 2015. Reduce da un lungo tour grazie al discreto successo ottenuto col primo disco I Mediocri (La Fame Dischi 2012), Maraglino è ora impegnato nello studio Cura Domestica di Perugia con Daniele Rotella dei The Rust and the Fury (protagonisti anche loro nel disco con un brano insieme) per la realizzazione del secondo lavoro ufficiale. Non si sa ancora la data precisa dell’uscita, ma da qualche giorno è online il video di uno dei brani che faranno parte dell’album, una versione live chitarra e voce eseguita in una galleria d’arte di Perugia durante una mostra fumettistica (la regia è di Ferdinando Amato).
Ecco le date confermate finora:
17 Ottobre @Caffè Morlacchi – Perugia
25 Ottobre @Le Mura (in apertura a Il Rondine) – Roma
08 Novembre @Circolo Arci La Vereda – Bologna
23 Novembre @Capri Jazz Bar – Battipaglia (SA)
07 Dicembre @Blubemolle – Sarno (SA)
13 Dicembre @DejavuLounge Bar – Vieste (FG)
24 Gennaio @Soundbbq – Foligno
Corrado Meraviglia – L’Occasione
Nel suo piccolo potrebbe essere un maestro di seduzione, magari anche odiarlo o amarlo come un protetto dei chiaroscuro della vita, fatto sta che il cantautore ligure Corrado Meraviglia – con la carica dei suoi buoni sentimenti agri e di una quasi aliena soavità – arriva o meglio ritorna a ritagliarsi quella icona di appartenenza alla nuova trafila di cantautori che hanno le indubbie capacità di “incredibilizzare” limpidezze crude, e lui lo fa, anche con i convincimenti delle combinazioni buone.
L’Occasione è il secondo lavoro discografico, registrato tra Londra e Roma, finanziato a metà su Musicraiser ed uscito per La Fame Dischi, ed è un’espressione stilistica di pregio, sconnessa come una strada di campagna ed un rumore chiuso nell’intimità, undici tracce non esistenzialiste ma che guardano all’esistenza, alle proprie orme calpestate e alla quotidianità a volte piatta altre spigolosa, un disco avvolgente e persino organico nelle sue incursioni strane quanto vere; tra pop.e rock adeguato, con il piglio di un Rino Gaetano roco e naftaline Zampaglionesche “Scatole”, l’artista Meraviglia torna a graffiare delicatamente ottime pagine di musica, senza sviare nulla che non si possa recepire, brani e arrangiamenti per un talento grezzo che preannuncia una lungimiranza tra il nuovo che avanza (musicalmente parlando), nonché per il momento dove possiamo anche aggiungere un rincuorante brillantino underground
Con la sua personalità rabbugliata e agro-dolce, il disco prende la forma di un disco diverso dagli altri, come una colonna sonora per tramonti estivi occupati a tirare somme e linee vitali su amori passati, trascurati, vissuti e sopportati, una lavorazione d’intimità solitaria che è quasi spleen casareccio, anche sfigato e se tendiamo l’orecchio sul gocciolìo a cadenza di una tastiera depressa “Sam (Unmade in Hk)”, sulla spennata shoegazer di un animo all’ingù “Le Mie Manie”, nella ripresa con boccate d’aria istintive, chiarificatrici e field “Possibilità” o dietro il caracollare grattato e con l’anima confessionale della stupenda “ Folkpop”, il fascino color carta-paglia di tutto l’insieme colpisce lasciando segni e pensieri fitti come la cupezza immaginifica del basso che spacca in due il cuore in “Trasparente”.
Corrado Meraviglia, ancora una volta all’altezza della gran classe.
http://youtu.be/cow_ONZk2Lo
Michele Maraglino – I Mediocri
“Mediocre” è un termine che viene impiegato con un’accezione negativa quando non addirittura dispregiativa. In realtà significa semplicemente “di medio gusto”, “nel mezzo”. Il famoso mediano di Ligabue, insomma. E la storia è sempre la stessa allora. Fa così schifo una vita normale? Ma soprattutto al giorno d’oggi, in tempo di crisi, dove non c’è lavoro, non c’è modo di mettere benzina nella propria auto figuriamoci accendere un mutuo per comprare la casa o pagare un affitto, c’è da chiedersi cosa sia diventata la normalità. Sembra provare a rispondere Michele Maraglino, cantautore pugliese classe 1984 che si presenta sulla scena nostrana con un full-lenght album, I Mediocri, tutto cantato in italiano, sempre nervoso, sempre in tensione. “Verranno a Dirti Che C’è un Muro Sopra” chiarifica subito lo stile: una voce roca, una dizione senza inflessioni dialettali (veramente un pregio), un certo gusto per la rima che però non è scontata, si insinuano su un arrangiamento folk contrappuntato da riff elettrici. “Vita mediocre” é l’irritante rifacimento del monologo iniziale di Trainspotting. Non fraintendetemi. A me il film è piaciuto, pure il libro. E sono più incline all’avvampare subito che allo spegnersi lentamente, da brava discepola di Cobain. Però venitemi a dire che un lavoro e una casa sono una vita banale da disprezzare, oggi come oggi poi, e vi mando a cagare seduta stante. Vi assicuro che il pensiero per Maraglino, che canta “e intanto non ti accorgi dello schifo che vivi, un lavoro, una casa, una vita mediocre” è riassumibile con: figliodipapàconuncazzodafarechegiocaafarel’artistoidemaammazzati.
E in “Taranto” poi, non so più chi ho davanti: prima il pugliese si lamentava della vita quotidiana scontata e qui si lamenta invece di non avere neanche quelle poche certezze: una terra, una casa, il mare. Ah. Coerente. “Umida” abbandona per un attimo le tematiche sociali e presenta una donna matrigna, consapevole delle sua bellezza e del suo potere sull’uomo che, da canto suo, cerca di convincersi di poterla domare. L’amore è il protagonista di “Pensavo di Morire”, una ballata a tratti pulp dove i riff elettrici si muovo sul levare della chitarra acustica. Con “Lavorare Gratis” e “L’Aperitivo” si torna a commentare la nostra attualità, fatta, da un lato, di quelli che devono lavorare senza percepire stipendio con la scusa di farsi le ossa, fare esperienza, o semplicemente per non stare a casa a stampare curricula su curricula che non verranno presi in considerazione e, dall’altro, di quelli (spesso gli stessi in entrambe le categorie), che risanano le loro frustrazioni nello status symbol dell’happy hour preserale. Il quadro de I Mediocri, si conclude con “Tutto Come Prima”, ballata dal ritmo molto cadenzato, in cui l’indifferenza dell’individuo, che guarda la propria vita scorrere senza lasciare traccia, è la protagonista indiscussa.
Maraglino non le manda a dire, è diretto e spesso usa termini bassi e parolacce, accostati a prestiti verbali più colti e aulici. Il genere non si può innovare chissà quanto, ma il cantautore riesce a dare un’impronta personale. Certo, io mi sono legata al dito la faccenda del lavoro, della casa, della vita mediocre, probabilmente non avendo capito dove volesse andare a parare (cioè: se era ironico, non sono riuscita a coglierlo – o lui non è stato abbastanza in gamba da farlo emergere debitamente).
Lavoro senza dubbio pregevole, quindi, ma che non convince fino in fondo.