“Conosco il tuo Segreto” de laMalareputazione è il quarto singolo estratto dall’album Panico, girato dai fratelli Marco e Paolo Bruciati, già al lavoro con i Virginiana Miller tra gli altri. Il brano è una ballata che racconta la tendenza a non scegliere tra le alternative che la vita pone davanti. E lo fa attraverso una provocazione. Ponendo, cioè, tale scelta davanti a due vite opposte: quella iperfinanziaria di Wall Street o quella estetica della Nouvelle Vague. La soluzione sembra vicina alla seconda ipotesi e, dunque, al poter vivere il proprio tempo nella società insieme agli altri, ”sedendosi accanto”, stando vicini, senza fretta.
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laMalareputazione, ecco il video di “Conosco il tuo Segreto”,
laMalareputazione – Panico
laMalareputazione, con la minuscola ché ci tengono, escono con il loro secondo disco, Panico, e ne fanno una sorta di concept un po’ oscuro su “le contraddizioni della vita, che si incastra in una routine, uno schema di gesti ripetuti quasi a diventare ossessivo compulsivi, come a voler scacciare il pericolo di un attacco di panico, dovuto proprio all’incapacità di avere tutto sotto controllo”. Lo impacchettano in un Rock Cantautorale senza troppi guizzi, riuscendo solo parzialmente a mescolare un impianto che vorrebbe apparire “colto” con un’energia neanche troppo graffiante, dal filo forse consunto, comunque troppo morbida e prevedibile per scuoterci dal torpore cantilenante che predomina (ci provano: ogni tanto appare una chitarra ruvida, una batteria meno ovvia – “Irene e il suo Cavallo” – ma l’esperimento riesce poco).
Panico suona come i Negramaro senza Giuliano Sangiorgi, o come dei Modà che però apprezzano Modigliani (il dittico “Il Talento di Modigliani” e “Parigi” è dedicato proprio all’artista) e citano Jean-Luc Godard (“Conosco il Tuo Segreto”). Questo non vuol dire che suoni male, intendiamoci: è un disco fatto con tutti i crismi, e laMalareputazione ne esce a testa alta, almeno per quanto riguarda l’aspetto dell’esecuzione e della composizione più puramente tecnico. Ma a Panico mancano le ali, manca il salto, quello vero, che ci farebbe stringere lo stomaco e appannare lo sguardo: paga lo scotto di un’eccessiva codardia (musicalmente parlando), che lo rende noioso e floscio (vedi “La Folle Corsa”, primo singolo, o “Ora che è Semplice”). Ci sono degli spunti molto interessanti (“La Parte Più Sana” ha degli attimi che forse sarebbe bello vedere sviluppati altrove: sarà che qui non fanno finta di voler fare Rock, abbracciando invece un sound più rarefatto, più lieve), ma nel complesso il secondo disco de laMalareputazione scorre abbastanza innocuo, ed è un peccato, date le indubbie capacità della band. È triste dirlo, ma di dischi del genere non abbiamo proprio bisogno.