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Virgo – L’Appuntamento

Written by Recensioni

Non è mai facile sposare uno stile Rock Blues potente con testi cantanti in lingua italiana. Ebbene con questa prima opera totalmente autoprodotta, i Virgo ci riescono positivamente. Nati nel 2008 con il nome Papataci arrivano ad oggi  con un diverso nome e qualche cambio di formazione, tra cui l’arrivo del cantante Daniele Perrino. Un sound d’ispirazione americana, duro ed avvolgente, fatto di chitarre elettriche  sempre in primo piano e da basso e batteria precisi e puntuali che dettano il tempo di una musica che dimostra come il Rock cantato in italiano non sia una semplice utopia od un semplice ricordo del passato. I testi delle canzoni si presentano semplici ma molto diretti, introspettivi e con sprazzi di esistenzialismo.

Elemento di non poco conto, per quanto riguarda la struttura dei testi, è la mancanza di particolari espedienti per incastrare frasi e parole il più “onomatopeiche” possibili (seppur in italiano ce ne siano ben poche, non abbiamo la facilità dell’inglese e su questo argomento potrebbe aprirsi un dibattito infinito tra rock italiano, all’italiana,  turco, esiste o no il rock non inglese etc etc.. lasciamo stare) per cercare di seguire il sound. C’è, poi, Daniele Perrino. Il cantante, già noto sulla scena nazionale per collaborazioni con Mario Biondi, dotato di una voce profonda ed intensa accompagna l’ascoltatore lungo tutto l’album in un percorso fatto di disagio, spesso malinconico, e rabbia. L’elettricità del Rock dei Virgo regala impeto e vigore senza mai perdere l’inquietudine dei toni oscuri che traspaiono dai testi, grazie proprio alle interpretazione ed alle doti canore del cantante.  Tra i pezzi più significativi da sottolineare la track d’apertura “Non ti Sogno Più”,  un brano ipnotico con un ottimo groove e tanta energia, la più esistenzialista dell’album “Il Tempo della Memoria” e “L’Appuntamento”, traccia che dà nome all’album, caratterizzata da un clima cupo fatto di nostalgiche chitarre acustiche e prepotenti sonorità elettriche dove la voce del singer si diverte giostrare tra alti e bassi.

Dieci le tracce totale di cui una soltanto in inglese “If It’s Love”, dove tra l’altro se la cavano egregiamente, e questo è un altro punto a  favore  del lavoro.  Un lavoro ben riuscito e da premiare, soprattutto per la personalità, con un buon voto e con tanti ascolti.

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