Lilies On Mars Tag Archive

VIAGGI MUSICALI | Intervista alle Lilies on Mars

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DREAM OF BEES è il nuovo video delle LILIES ON MARS

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Nuovo video per le Lilies on Mars da Dot to Dot il nuovo album uscito sotto etichetta Saint Marie Records (USA) e Long Song Records (IT).
Nel video, la cui regia è stata affidata a Daniele Arca, si racconta la storia di una robot umanoide che cerca il significato della sua vera esistenza. Lavora in un call center e comincia a perdere il contatto con l’interazione umana, trovandosi a vagare nella notte e entra in una nuova dimensione, via dalla sua miserabile esistenza. Un video ed una canzone decisamente toccanti.

Buona visione.

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Top Ten 2013. La classifica generale della redazione di Rockambula

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TRIPWIRES

Come I nostri lettori più affezionati avranno capito, il 2013 è stato per Rockambula l’anno della svolta. Abbiamo ampliato il numero e la tipologia di recensioni, cercando di tenere sempre altissimo il livello qualitativo. Soprattutto, però, Rockambula si è aperta sempre più alle proposte internazionali, dedicando buona parte della vetrina al meglio che il Rock mondiale ci propone col passare dei mesi. Logica conseguenza di questa apertura dei confini è la prima classifica di redazione, la Top Ten Internazionale, che anticipa le classifiche del nostro caporedattore e le consuete Top 3 italiane dei singoli redattori.

La Top 10 proposta dalla nostra redazione sarà per voi una sorpresa, perché in fondo lo è stato anche per noi. Nessuno si sarebbe aspettato probabilmente di vedere in testa l’esordio dei Tripwires, band britannica a metà tra Shoegaze e Britpop e in pochi avrebbero scommesso sul podio del musicista, regista e compositore francese Yoann Lemoine, in arte Woodkid, anche lui all’esordio con The Golden Age. Cosi come è assolutamente inaspettato il terzo posto del duo tutto femminile, Lilies on Mars, italiane ma londinesi di adozione. Una classifica variegata e bellissima, che propone dunque ottimi esordi (da non tralasciare quello dei Daughter) ma anche conferme eccelse come quelle dei Vampire Weekend e degli Arcade Fire, senza dimenticare vecchie glorie che dimostrano di avere ancora tanto da dire e di sapere ancora come dirlo. Dai Pearl Jam, al sensazionale ritorno dei My Bloody Valentine, dal clamore meritato per i Daft Punk fino all’immortale Paul McCartney. Fuori di pochissimo These New Puritans e David Bowie.

1.    Tripwires – Spacehopper (Uk / Shoegaze, Britpop)

2.    Woodkid – The Golden Age (Francia / Chamber Pop, Art Pop)

3.    Lilies on Mars – Dot to Dot (Uk, Italia /Alt Rock)

4.    Pearl Jam –  Lightning Bolt (Usa / Alt Rock, Grunge)

5.    Vampire Weekend – Modern Vampires of the City (Usa / Indietronica)

6.    Daughter – If You Leave (Uk / Art Pop, Dream Pop)

7.    My Bloody Valentine – M B V (Irlanda / Shoegaze)

8.    Arcade Fire – Reflektor (Canada / Art Pop, Pop Wave)

9.    Daft Punk – Random Access Memories (Francia / French House)

10.  Paul McCartney – New (Uk / Pop Rock)

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Lilies On Mars – Dot to Dot

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Terzo disco per il duo delle Lilies on Mars, e di nuovo un appuntamento imperdibile per chi ama galleggiare sue  giù nei percorsi non obbligati dell’assenza di gravità, magari con meno corrente elettrica del passato, ma con un nutrito sollievo minimalista che da la spinta accogliente e visionaria di un parabolico onirico, vuoto di pesi e carico di sensazioni impalpabili e gassose.

Dot to Dot contiene tredici brani che denotano una crescita corposa delle strutture sonore alle quali Marina Cristofalo e Lisia Masia danno una cura spasmodica, levigano, arrotondano e si abbandonano ad uno spleen delizioso, ben ricco di nuove pulsioni e perfettamente in linea con un ascolto rilassato e “marziano” come si conviene, lussuosi soundscape che innalzano i presupposti fascinosi di lontani Slowdive con quel senso tridimensionale Barrettiano ed una partecipazione di livello, quella di Franco Battiato voce in “Oceanic Landscape”, un piccolo gioiello tra i tanti.

Droni e vibration, danze incorporee, istigazioni leggiadre a  volare nell’ambient thing o tuffarsi nei flussi magmatici della tenerezza, tutte cose che vengono immediate pensare nel momento in cui ci si trova immersi in questa scaletta fino al collo, tredici formule “chimiche” che elaborano altrettanti ed efficaci lisergie profumate di vetiver  intriso di acidità, accordi e suoni che entrano in circolo mentre propagano sensazioni lontane nel tempo; il migliore spettacolo che questo nuovo disco diffonde lo si prende ascoltando le arcadie sofisticate della tripletta “Dream of Bees”, “Entre-Temps”, “Interval 1-2”, nella giostrina solitaria che brilla opaca in “Impossible Child” oppure nel lasciarsi intorpidire dalle movenze sinuose e aliene che “For The First 3 Years” e “Martians” adagiano dentro una ionosfera tutta personale.

Prima o poi arriva sempre un momento micidiale per staccare un po’ dal consueto marasma uditivo, e questo momento prezioso è finalmente arrivato.

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