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Luca Bassanese – La Rivoluzione

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Il cantastorie vicentino, Luca Bassanese è di nuovo in circolazione col quarto album “La Rivoluzione”, e dunque è un rafforzare l’idea che questo affabulatore di realtà, teatrante con un vero cuore incorporato, faccia già parte memorabile e a buona ragione del nuovo e grande cantautorato a venire, per intenderci quello che può dare lezioni e sentimenti senza improvvisazioni intrattenitrici di sorta, fuori dai camuffamenti e diretto negli entusiasmi pur conservando, con la golosità rubiconda dei poeti, il tratto inconfondibile delle storie di traverso.

E la sua è una rivoluzione accorata, fantastica tra avanspettacolo, feste di piazza e polverosi prosceni di vita amara in costante odor di riscossa sociale, temi da contrattempo e maturità che vengono sgolati, bisbigliati e recriminati con quel senso “beatamente guascone” che trascina le ombre rumorose di CaposselaQui si fa l’Italia o si muore”, i dilemmi di un lontano teatro di Dario FòMa cos’è questa crisi”, “Vogliamo la testa del re!” e le svergolate RiondinoaneLa casta” in un racconto infinito visto dalla parte degli ultimi, di chi s’incazza al cospetto di un Re padrone che in fondo – in nessuna piega della storia – è stato mai cacciato; marcette, mazurche, bande popolari, zumpappà e ottoni lucidati a nuovo sono la portante struttura sonora che regge tutto il “vapourissements” di storie e accadimenti che l’artista Bassanese mette in piazza come un almanacco d’altri tempi, al pari d’ una dimostrazione o uno slancio circense che dice, parla, interpreta e “sbocca” verità e sputi con fare magnificamente strapazzato.

La sua maturità artistica – riferita a Bassanese – è equivalente ad una “bottega d’autore” che non si fa mancare nulla, l’eleganza nella verve, il fascino nell’ironia, la burattinaggine colta, una espressività intelligentemente guitta che non nasconde anche di cedere alla tentazione del pop sociale “L’Aquila far west”, “L’essere umano” o  agli istinti afrikaner che dondolano in “Signora speranza”; con l’amico Stefano Florio agli arrangiamenti, Luca Bassanese ci regala un quarto e fortificante atto della sua vita/performance indissolubile e tenacemente attaccata al manifesto delle cose ben dette in faccia e orecchio, una vita artistica di vecchie marsine e antiche favole d’oggi  che scintillano sempre di più nella circolazione moderna del buio di fatto. Stupendo!

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