Fenoglio ed il post-rock gassoso, le langhe e le sovrapposizioni dirompenti dei Lamalora, band del cuneese che del silenzio rumoroso e delle sue emanazioni stilistiche alimentate da una certa psichedelica come carburante ne fa gioco forte del suo istinto musicale, della sua espressione fagocitante, come un buco nero che assorbe, istiga e mette in mostra un mondo capovolto dalla consistenza della fuliggine.
Non solo giri post-rock ma anche soprassalti progressive che vanno a gestire una dinamica totale che non stanca l’ascolto, otto tracce in sequenza infettate da quella volontà di sperimentare, smaniare e da fare confluire in una dimensione rigogliosa di suoni, atmosfere e logiche intrecciate, ma con il comune denominatore di non rimanere – per quello che è possibile – derivative dagli imprescindibili “giretti d’attingimento” che molti usano e abusano; il lavoro dei piemontesi è calibrato, ben definito dentro un’estetica fluttuante che disegna certi ologrammi immaginari di Zawinul o Curved Air, quei pads sensoriali che avanzano per sottoporre l’ascolto al rito dell’ipnosi “Le grandi M”, nelle liquidità placentari “Masticare con lentezza” o magari nei landscape organici di una latinità embrionale “Cosa ti ha ridotto a un colabrodo”, tutto gira come una macchina rifinita tra essenzialità e dispersioni programmate, un disegno e scrittura che si ritagliano una propria identità precisa che va ben oltre i suoni di nicchia, avvicinandosi verso quegli ambiti artistici molto più abitati dagli ascolti.
Bassi compressi, chitarre slogate, pelli tremule che coronano una predilezione di gruppo per l’arte ora dissonante, ora rettilinea dai mille cromatismi e dalle altrettante indulgenze verso quel “cosmique” settantiano che dalla Germania degli acidi neri o micro punte arrivava a lambire i deliri di un oriente a portata di mano “Il fiume Yassin (Fine della fiera)”; i quattro magnifici quattro dei Lamalora e Fenoglio come formulario di base per questo stupendo trip, compaiono meravigliosamente illogici e spaventosamente intellettivi dentro un piccolo capolavoro quasi quasi da collezionare. Ghost track compresa!