Effettivamente se ascoltiamo con attenzione i primi dischi dei Mandragora Scream e li confrontiamo con questo nuovo Luciferland notiamo che qualche cambiamento lo hanno avuto. Non possiamo dire se in bene o in peggio perché ci spostiamo sul gusto personale: gli inizi sono più duri e schiacciasassi ora invece abbracciano un alone electro, più Industrial che ha dato un colorito diverso al gruppo che, detto sinceramente, non è affatto male. Luciferland è il quinto disco dei Mandragora Scream ed esce a distanza di tre anni dall’onesto Volturna; in questo lavoro si nota sempre di più la tendenza della band verso nuove sonorità che in un modo o nell’ altro sono molto piacevoli. “Medusa”, ovvero il singolo che lancia il disco, la dice lunga con la sua melodia e i suoi particolari riff e synth; stesso discorso con la sinistra “Anubis”.
Proprio queste due tracce sono quelle che fanno notare il leggero mutamento di Morgan e soci. Questo ultimo disco della band mette in risalto, a parer di chi scrive, le grandi doti canore di Morgan e ciò la porta in vetta alla classifica delle più candide voci femminili italiane. Se ascoltate “Night’s Master (Azrhan & Sivesh)”, come il sottoscritto, rimarrete incantati dalla sua sensuale voce che ti rapisce, t’incanta. Morgan ha la capacità di alternare un cantato dolce e pulito ad uno più duro; detto sinceramente, ritengo che sia la migliore in Italia. Altro pezzo da novanta è “Six Grains of Pomegranate”, questa volta cantata da Terry Horn, in una prova a dir poco eccellente. In generale tutto il pezzo è interessante, vanta di una dolce melodia e l’uso della chitarra è strabiliante, trattasi di una traccia che si fa ascoltare più volte ripetutamente per come suona bene. I Mandragora Scream sono un gruppo di grande valore ed ottime qualità tecniche; come ho già accennato prima Morgan Lacroix è per il sottoscritto la miglior voce Italiana perché riesce a trasmetterti rabbia e sensualità, dolore e passione insomma si parla di un altro livello.
Luciferland probabilmente può distaccarsi un po’ dal sound che la band propose agli esordi, ma a volte bisogna aver fiducia nel cambiamento che in questo caso non è stato affatto malvagio perché il disco in questione si lascia ascoltare con gran piacere.